Il post partita di Venezia-Cantù gara5, Recalcati: “Siamo una squadra di cui essere veramente fieri.”
Coach Carlo Recalcati commenta così la vittoria di Venezia su Cantù al termine di gara5 che vale una storica semifinale-scudetto per la società oro-granata.
“Abbiamo sofferto e sudato tutti, in quella che è stata una grande prestazione. Cantù per noi è stata una squadra ostica, difficile da affrontare come visto nella serie, dovevamo portarli sul nostro campo ed obbligarli ad abbassare i quintetti, eravamo disposti a portare Stone da 5 se necessario: perché è la caratteristica della nostra squadra, che sfruttiamo sapendo di pagare qualcosa sotto altri aspetti. Questa quinta partita, con i problemi che avevamo dal punto di vista fisico, è stata monumentale. Una soddisfazione grossa anche per uno come me che dimentica facilmente. Alla squadra ieri sera abbiamo detto: “Hanno già preparato la bara, hanno già pronti i chiodi.” Perché si sentiva quest’atmosfera. Chi mi ha cresciuto mi ha insegnato a non recriminare mai, a pensare che quando fai quella scelta è quella giusta pensando che dopo due, tre anni l’avresti fatta diversa. Invece siamo qua, a giocare la semifinale.”
La dedica a Brugnaro e la spinta dei tifosi. “Dedichiamo la vittoria al nostro presidente visto anche la partita importante che sta giocando sulla campagna elettorale. Possiamo dargli una mano con il nostro modo di stare in campo, di quanto siamo attaccati a questa maglia e a questa città pur venendo tutti da parti lontane. Ma come si fa a non legarsi a questa gente? Oggi il Taliercio è stato insuperabile, venivamo da due gare al Pianella e dire pari al Pianella sarebbe riduttivo, è stato di più, una forza per noi. Ci ha dato una spinta e questo ci ha permesso di superare i momenti difficili.
Ress, Aradori e la squadra. “Abbiamo superato la stanchezza, i problemi fisici di Tomas Ress, stoico e bravissimo nel mettersi a disposizione, fino a stamattina non sapevamo se poteva essere della partita, abbiamo cercato di centellinarlo il più possibile per averlo nei momenti decisivi, idem per Aradori. Grande disponibilità e capacità di tutti nel sopportare momenti difficili, però abbiamo tenuto duro. Siamo andati avanti ugualmente con le nostre scelte, ed alla fine siamo stati premiati. Fare una graduatoria di meriti sarebbe sbagliato. Siamo una squadra da 3560 persone, siamo una squadra di cui essere veramente fieri.”
Peric. “Lo dobbiamo recuperare pian pianino, ha bisogno di giocare una partita a suo modo e siamo qua tutti per aiutarlo. Perché lui è stata una parte decisiva per arrivare fino a qua e abbiamo bisogno di lui come di tutti. Quello che facciamo per tutti, Pero lo sa. Noi lo dobbiamo aiutare, lui si deve aiutare. In queste situazioni è la buona prestazione che può sbloccare tutto.”
L’ottima partita di Jackson. “E’ stato l’ago equilibratore, ci ha permesso di gestire la stanchezza di Phil per averlo sempre fresco e pronto per rendere al massimo. Ha giocato primo e secondo tempo ed ha alzato il livello del rendimento dei suoi compagni, una grande dote per un giocatore. JJ aspettava un’occasione di giocare una serie playoff per avere la possibilità di alzare l’asticella nella sua carriera e giocare per qualcosa di più, direi che ha sfruttato alla grande quest’occasione.”
Il parapiglia finale con Metta World Peace espulso. “Quando MWP ha cominciato a dare i numeri, Colombini (il preparatore atletico della Reyer ndr) come sua abitudine voleva tutelare i suoi giocatori. Da regolamento in campo non può entrare in campo nessuno, io l’ho allora placcato e fermato.”
La gara di Julyan Stone.“Come dicevo prima, in casi di necessità saremmo andati con Julyan a marcare il pivot avversario dato che è capace di marcare chiunque. Sono cose che non nascono al momento, durante l’anno le prepari e pensi ti possano essere utili perché tanto non puoi pensare in caso di necessità e sotto stress come in una partita di playoff intensa come questa che ti inventi qualcosa di nuovo. Sono cose che il giocatore e la squadra deve sapere. Julyan vorrebbe giocare tutti i ruoli senza problemi. Con Cantù l’unica scelta nelle condizioni fisiche che eravamo era cercare di pareggiare qualcosa dal punto di vista fisico e abbiamo cercato di farli scendere sul nostro livello, ci siamo riusciti per tutto il secondo tempo.”
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