Il marchio di Cusin e le triple di Cantù protagonisti del Count Down. Super Brooks e il QI di Mordente non bastano alla Juve
Partita double face per antonomasia quella andata in scena ieri alla Mapooro Arena di Cucciago, che la VitaSnella porta a casa in volata, dopo aver rischiato la clamorosa rimonta. I brianzoli dominano i quarti dispari (51-28 il punteggio cumulato, a fronte del 33-54 ospite in quelli pari) sostenuti da percentuali stellari dall’arco, ma bevono dall’idrante nel 2° parziale, dove incassano 30 punti, e rischiano la beffa nell’ultimo, quando, avanti di 12 a metà frazione, subiscono la rimonta casertana (6-16 pro Juve negli ultimi 5′) stroncata dal lay up di Cusin a 31 centesimi dalla sirena.
In dettaglio ecco i numeri più significativi del match nel nostro Count Down:
10 come le triple di Cantù a segno (su 17 tentate) nei quarti dispari, a fronte del magro 3/13 delle altre due frazioni dominate dagli ospiti. VitaSnella accentua la propria vocazione perimetrale (30 conclusioni dai 6.75 contro le 24 da due) con un attacco legato a doppio filo alle percentuali dall’arco, che rischia però di naufragare quando la palla smette di entrare.
9 rimbalzi, 10 punti e la ciliegina del canestro decisivo per un Marco Cusin determinante nell’adattarsi alla “small ball” di Molin e dei suoi centri atipici. Il lungo friulano oscura la vallata in difesa nel secondo tempo e se Caserta dal 20′ al 35′ (prima della sfuriata finale ispirata da Mordente) segna solo 17 punti, il merito è in buona parte suo.
8 come i punti nel quarto periodo di un Maarty Leunen (14, 2/6 da tre, 5 rimbalzi e 4 assist) che sale in cattedra per traghettare i suoi al successo sporcandosi le mani in vernice in una serata in cui il tiro dall’arco non è l’abituale sentanza.
7 canestri su 7 tentativi da due più una tripla per 17 punti nell’incendiario primo tempo di Jeff Brooks (19 alla fine con 26 di valutazione). L’ala da Penn State segna in tutti i modi possibili, giocando anche da 5 nel quintetto senza lunghi della Juve che manda in confusione la difesa avversaria, prima di calare nella ripresa dove prende due soli tiri, mettendo peraltro quello del -3 a 2′ dal termine che riapre definitivamente la partita.
6 come i tiri liberi consecutivi guadagnati e trasformati da un diabolico Marco Mordente (13pti e 4 assist) nei possessi conclusivi, quando riporta il match in parità con 4” sul cronometro. Il teramano mostra la luce ai suoi con la risaputa intelligenza tattica, quando la partita sembra segnata, portandoli ad un soffio dall’impresa.
5 come gli assist a testa del trio Ragland (16, 4/7 da tre), Jenkins (17, 6/11 dal campo) e Aradori (10 e 4 rimbalzi), ma è tutta Cantù a muovere bene la palla (4 “chicche” anche di un Leunen da 14pti e 5 rimbalzi), chiudendo con un quoziente assist/perse di 21/11, in decisa controtendenza rispetto all’8/23 di Brindisi che era costato la partita.
4 come i rimbalzi di un Michelori (8pti con 4 falli subiti) che è l’altro fattore chiave della rimonta casertana, spina nel fianco in post basso e con l’abituale mestiere che incide sulla partita più di qualsiasi statistica.
3 come gli assist di un Michele Vitali da 10 punti e 4/7 al tiro, punta di una panchina che beneficia anche delle buone cose di Tommasini (5pti) e Scott (9 più 4 rimbalzi), vincendo il confronto anche statistico con quella avversaria (32pti e 12 rimbalzi complessivi contro i 17 più 5 delle seconde linee canturine).
2 come la valutazione complessiva della Juve nel disastroso terzo periodo, dove segna solo 9 punti con 4/16 dal campo e viene doppiata a rimbalzo, a fronte del 33 dell’ultimo quarto e del fantascientifico 42 del secondo. Se Caserta lascia i due punti al Pianella, lo sottolinea anche coach Molin in sala stampa, buona parte dei motivi stanno qui.
1 come il singolo possesso che decide la partita, splendidamente disegnato da Sacripanti nel time out. Il blocco di Ragland su Brooks in post basso costringe Michelori a lasciare il pitturato per onorare il possibile “catch & shoot” di Leunen. Il taglio forte di Cusin che spazza via Hannah detta la linea di passaggio a Jenkins, che imbecca il centro della Nazionale per il facile lay-up della vittoria.
0 come i minuti sul parquet di Rullo e Abbas e quelli di Marcel Jones nella ripresa (nonostante un discreto secondo quarto da 8pti in 6′). Per una vittoria ritenuta fondamentale Sacripanti si affida in pratica a sei soli uomini, accorciando le rotazioni e di fatto utilizzando il solo Gentile (8, 4 rimbalzi e 2 assist in 18′) come cambio da metà gara in poi (a parte il cameo da 3′ di uno spento Uter).
Stefano Mocerino
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