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Il condottiero Ragland trascina Cantù al successo. Gordon croce e delizia, prima illude poi affossa i suoi

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Maarty Leunen Acqua Vitasnella Cantu vs Caleb Green & Marques Green Banco di Sardegna SassariTanta carne al fuoco nell’analisi in Count Down della sfida pirotecnica del Pianella, che ha visto la VitaSnella imporsi 99-95 sul Banco di Sardegna. Partita dominata dagli attacchi, con le percentuali dal perimetro che decollano dopo il misero 1/14 complessivo del primo quarto (da lì in poi 10/20 per Cantù, 11/22 per Sassari) e le aree ben aperte (46 punti in vernice dei brianzoli, 40 per i sardi) anche in virtù dei quintetti “small” che si fronteggiano per ampi tratti. I padroni di casa distribuiscono meglio tiri e responsabilità (6 uomini in doppia cifra per Sacripanti, solo 3 per Sacchetti), con una panchina che permette di interpretare meglio le sfaccettature tattiche del match. Ma in una partita in cui le statistiche presentano similitudini impressionanti – dalle percentuali, ai rimbalzi (30-32 pro Banco), alla valutazione complessiva (111 a 105 per Cantù) – la differenza la fanno gli episodi e la maggior lucidità e cinismo dei brianzoli alla fine sono determinanti:

1Drew Gordon Banco di Sardegna Sassari, schiacciata0 come i rimbalzi di Drew Gordon, con 26 punti (12/15 dal campo) e 31 di valutazione. Il centro da New Mexico si insinua nelle pieghe del piano partita canturino, tarato sulla difesa sugli esterni sardi e sembra destinato alla palma di match-winner. Ma la follia (temporanea?) che lo acceca nel quarto periodo costa due falli tecnici, il secondo dei quali, a meno di 2′ dalla fine, spinge la partita verso Cantù e Sacchetti verso una potenziale accusa di tentato omicidio, cui peraltro, date le circostanze, qualsiasi giuria al mondo concederebbe tutte le attenuanti.

9 come gli uomini mandati in campo (tutti a segno) nelle rotazioni di Sacripanti. La panchina, da cui esce un Gentile (11, 2/4 da tre) decisivo nella ripresa, permette un costante adattamento alle situazioni tattiche del match e svolge un ruolo determinante nella gestione del minutaggio dei titolari, che arrivano più freschi degli avversari alla volata finale, firmando le giocate chiave della partita.

8 su 12 dal campo per 22 punti e 5 rimbalzi con altrettanti falli subiti nella partita di un Caleb Green a tratti immarcabile. L’ala di Sacchetti copre i due ruoli da lungo, giostrando anche da centro, oltre ad essere il primo terminale sardo in transizione. Gli fa difetto la precisione dal perimetro (1/7 da tre) e perde 4 palloni, ma la sua doppia dimensione rimane a lungo un rebus irrisolto per la difesa VitaSnella.

7 come i rimbalzi, i falli subiti ed il plus/minus (il più alto del match) di un Adrian Uter (15, 4/6 al tiro, 7/12 ai liberi) sempre più responsabilizzato dal ruolo di titolare. Il centro da Kingston gestisce con intelligenza i falli (dopo i due piuttosto banali che lo limitano nel primo tempo) e spende sudore per mettere pressione agli esterni avversari sul pick’n’roll, a prezzo dello spazio concesso ai lunghi avversari in area. Ma nel duello con Gordon, andato fuori giri nel finale, l’ultima parola spetta proprio al giamaicano.

Joe Ragland Acqua Vitasnella Cantu

6 come gli assist di un Joe Ragland (24, 8/15 dal campo), che nel secondo tempo indossa i panni del condottiero e manda a referto 18 punti, imperversando nell’area avversaria e inchiodando 3 triple, l’ultima delle quali, a 90” dal termine, griffa il break decisivo per i padroni di casa.

5 assist anche per un Michael Jenkins (11, 3/5 da tre) efficace sui due lati del campo. L’ex-Brescia affonda due triple consecutive nel terzo quarto, quando Sassari tenta la fuga sul +5 (massimo vantaggio del match per gli ospiti), ma soprattutto gioca una partita di grande sacrificio sugli esterni di Sacchetti, soprattutto su Drake Diener, limitato a soli 7 punti nell’intero secondo tempo.

4 come i liberi che un Aradori glaciale infila negli ultimi secondi, dopo una partita complicata per i biancoblu dalla linea della carità (18/28 di squadra). Lo squalo di Brescia (15, 5/10 dal campo, 4 rimbalzi e 4 assist), dopo una partita al servizio della squadra, tira fuori i denti nel finale e mette i punti del definitivo successo canturino.

3 come le triple di Drake Diener, che mette 12 dei suoi 19 punti (con 7/11 dal campo e 5 assist) nei primi 20′ e dopo un inusuale terzo quarto da 0 punti rispolvera la sua classe nel finale per tentare la rimonta in extremis. La tripla frontale del –1 con la mano in faccia di Leunen a 1′ dalla fine fa tremare il Pianella, ma non basta per ribaltare l’esito del match.

2 come le sole palle perse in tutto il secondo tempo da Cantù (8 in totale a fronte di ben 23 assist). I biancoblu trattano il pallone con i guanti bianchi e riducono al minimo i punti subiti in transizione, fatto salvo per qualche distrazione nei primi due quarti. Il fattore chiave del successo VitaSnella (13.8 perse di media, ben 17 nella sconfitta di Pistoia del turno precedente) sta proprio in questo dato.

1 come il singolo ma preziosissimo rimbalzo offensivo in tap-in di Maarty Leunen (11 con 5 rimbalzi e 4 assist) entrando nell’ultimo minuto, che tiene a distanza la Dinamo prima che Aradori congeli il risultato dalla lunetta. Poco prima il capitano aveva firma anche la tripla del definitivo sorpasso canturino, dopo i due canestri in sequenza di Caleb Green per l’ultimo vantaggio sassarese sull’83-84 a 4′ dalla sirena.

0 come i punti di un deludente Omar Thomas (0/6 dal campo e – 4 di valutazione in 22′ sul parquet) la cui contro prestazione limita le alternative per coach Sacchetti (che lo tiene seduto per tutto il quarto periodo) e contribuisce non poco a lasciare immutato lo 0 nella casella delle vittorie sarde al Pianella.

Stefano Mocerino

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