Il “Pero” è tornato. Dopo l’infortunio che lo ha costretto a saltare metà della passata stagione per un infortunio alla mano destra, Hrvoje Peric, quarto anno a Venezia, è tornato ai massimi livelli con la maglia oro-granata: in questa settimana 23 punti con 11 rimbalzi a Torino, 21 + 4 rimbalzi contro l’Avtodor Saratov, 19+17 (suo massimo in Serie A) domenica contro Caserta. E con lui l’Umana Reyer vola, sei vittorie consecutive tra campionato e Champions League. Ecco la sua intervista per l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
E’ tornato il vero Peric?
“Non me ne sono mai andato. Non è semplice riprendere dopo essere rimasto fuori per quasi cinque mesi. Sono state settimane difficili, complicate. Credevo di stare lontano dal campo al massimo due mesi. Quando mi sentivo pronto per tornare a lavorare con i miei compagni, la mazzata. L’intervento, il nuovo stop, riprendere la preparazione da zero. Non è stato semplice, ma ho avvertito un grande calore attorno.”
Quando ha percepito il momento della svolta?
“Quando De Raffaele mi ha chiesto di andare in panchina in gara 6 con l’Olimpia. Sapevamo tutti e due che non avrei giocato, lo avrei fatto se l’Umana si fosse garantita gara 7. Quella sera i tifosi sono stati fantastici, gli applausi e i cori mi hanno emozionato. Mi hanno dato una carica eccezionale per trascorrere tutta l’estate ad allenarmi, per farmi trovare pronto alla ripresa.”
Peric uomo Reyer ormai?
“Quando resti fuori per mesi, serve tempo per trovare condizione, misure, affiatamento, ma io sono alla Reyer ormai da quattro stagioni, ho sempre dato il massimo. Poi puoi giocare bene o meno bene. E’ un ringraziamento va anche al coach, mi ha sempre spronato, incoraggiato, ha sempre avuto parole positive. Mi ha fatto sentire un giocatore importante per questa squadra.
Una settimana travolgente, anche dal punto di vista delle emozioni?
“Sto bene, mi sento bene, ma è l’Umana che sta crescendo partita dopo partita. Non si vincono 6 gare di fila, se non sei una squadra vera. Non molliamo mai, adesso sappiamo reagire ai momenti di difficoltà e ci riusciamo perchè reagiamo tutti insieme, non singolarmente. Non è un caso se anche contro Caserta abbiamo acciuffato il pareggio sia alla fine dell’ultimo periodo sia in coda al primo supplementare. La nascita di un figlio (David) è una gioia indescrivibile, non si può spiegare a parole, l’emozione è ancora maggiore se si tratta del primogenito.”
L’Umana ha finalmente imboccato la strada giusta?
“Sei vittorie di fila rappresentano una bella striscia, tra campionato e Champions Leaguem anche perchè ottenute in emergenza. Poi si sa, vincere aiuta a vincere, ti fa cancellare le fatiche, recuperare meglio anche dopo i lunghi trasferimenti della coppa, ma si vede che nessuna partita è scontata o vinta in partenza. Ce le siamo sudate tutte con grandi prestazioni di squadra.”