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Gigi Datome - Credit: Joan Carles Borrachero per BasketItaly Gigi Datome: “Per me la Sardegna significa casa”

Gigi Datome: “Per me la Sardegna significa casa”

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L’atmosfera natalizia porta tutti a ricordare la propria terra, anche in questo Natale 2020 così particolare, nel quale non tutti sono potuti rientrare per passare le feste con la propria famiglia. Se c’è un giocatore di pallacanestro che non ha mai negato l’attaccamento con la sua regione d’adozione è Gigi Datome, quest’anno tornato in Italia all’Olimpia Milano dopo le esperienze in NBA e i quattro anni al Fenerbahçe.

Il capitano della nazionale è stato protagonista del secondo appuntamento de “Le cose che abbiamo in comune”, il nuovo format proposto da Terra Madre Salone del Gusto 2020, che mette attorno a un tavolo virtuale per una chiacchierata donne e uomini dello spettacolo e dello sport con cuochi, produttori e allevatori, online su YouTube.

“Per me Sardegna significa casa. Mi sento cittadino del mondo, ho avuto la fortuna di vedere tanti posti bellissimi, ma è meraviglioso poter portare ogni volta il mio bagaglio di cultura in quella che è casa mia.

Il cestista ha continuato a parlare del rapporto con la sua terra natia: “La Sardegna è un posto meraviglioso, con tradizioni incredibili, che deve cercare di non chiudersi né rimanere isolata. Io – ha spiegato Gigi Datomesono orgoglioso di essere sardo e il mio orgoglio lo porto con me in campo ogni volta. In ogni gara penso di rappresentare me, la mia famiglia, ma anche la mia regione: ci sono tantissimi tifosi che mi seguono e sono felici quando gioco bene”.

Un appunto, poi, sulla dedicazione e sulla passione, che permettono di superare qualsiasi ostacolo: “In ogni lavoro, ciò che fa la differenza sono la perseveranza e la voglia di far le cose fatte bene. I risultati non si ottengono mai dall’oggi al domani. Quando ci sono ingredienti come la voglia, l’umiltà e la volontà di far bene, allora poi le cose arrivano. Fare il proprio lavoro al 100%, in qualsiasi campo, è una gratificazione enorme, anche nei settori più umili. Ogni giorno voglio tornare a casa stando bene con me stesso, con il pensiero di aver dato il massimo nella mia professione”.