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Gentile porta in vetta Cantù sotto l’egida del nume tutelare Leunen: i numeri in CountDown della sfida con Reggio Emilia

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Stefano Gentile & Denis Marconato (Acqua Vitasnella Cantu) vs Ariel Filloy (Grissin Bon Reggio Emilia) Partita atipica quella di ieri a Cucciago, con una Cantù che batte Reggio Emilia nonostante si fermi ben al di sotto dei quasi 85 punti di media segnati in casa, sfoderando però una prova di grande intensità difensiva, con un piano partita eseguito alla perfezione sul pick’n’roll ospite.

Negato quasi ogni spazio sul perimetro (6/18 per Reggio dai 6.75), coi tiratori avversari che devono sudarsi ogni centimetro di libertà, Cantù collassa molto bene anche il pitturato (concedendo il 43% da due), dove beneficia dei 15′ di qualità di un preziosissimo Marconato. Il centro trevigiano dispensa saggezza tecnica e permette ai biancoblu di non snaturare troppo la propria configurazione orfana di Cusin, alternandosi con un produttivo e lucido Uter, cresciuto in virtù del ruolo di starter che ora gli spetta. E con le letture di Leunen e la debordante personalità del Gentile di quest’anno, il Count Down non può che sublimare la leadership canturina in classifica:

Pietro Aradori (Acqua Vitasnella Cantu) vs Ojars Silins (Grissin Bon Reggio Emilia)10 come le vittorie di Cantù in campionato, che valgono la prima piazza in solitaria, almeno fino a stasera. La squadra di Sacripanti veleggia attraverso le difficoltà dell’infortunio a Cusin e replica alla sconfitta di Venezia a S.Stefano con la doppietta casalinga che vale il primato, in attesa di testarsi nelle Last32 di Eurocup con la dura trasferta di martedì a Parigi contro il Nanterre.

9 come il plus/minus dell’ineffabile Maarty Leunen nei suoi 35′ sul parquet, non a caso il più alto del match. Il lungo da Oregon manda a referto 10 rimbalzi e 6 assist nella sua “giornata in ufficio”, dove non forza niente (7pti con 2/4 al tiro) ma legge la partita come un libro aperto e guida i suoi verso una vittoria meno semplice di quanto possa apparire.

8 come i punti di Stefano Gentile nel terzo quarto (19 alla fine, 14 dei quali dopo l’intervallo) in cui cambia volto alla partita. Il casertano incendia il palazzo con le sue giocate “alla Nando” (su tutte la tripla da 10 metri sulla sirena al 30′), ma è decisivo anche dietro, quando Sacripanti lo manda sulle piste di Bell prima e Kaukenas poi, cui Stefano riserva lo stesso trattamento fisico (spenderà anche 5 falli) che toglie ritmo ai due terminali principali dei reggiani.

7 come le triple a segno per la VitaSnella su 20 tentativi, statistica sotto il par rispetto alle abitudini della casa, specie al Pianella. Cantù fatica a trovare gli abituali tiri dal perimetro (26 le triple tentate a partita fino a ieri) e commette qualche errore di troppo col pallone in mano (16 perse a fronte di 20 assist), ma vince una partita a ritmo basso restando sempre concentrata in difesa e proteggendo egregiamente il tabellone dopo qualche sofferenza iniziale (35-33 il saldo positivo a rimbalzo).

6 come i falli subiti da Pietro Aradori (15 e 3 assist) e Adrian Uter (18, 7/8 dal campo e 5 reb). Il bresciano gioca una partita a tutto tondo, dove si prende responsabilità importanti nei momenti meno fluidi dell’attacco biancoblu e tiene in difesa gli isolamenti di James White (10, 4/6 dal campo, 3 assist) limitando, e non poco, l’impatto di “The Flight”sulla partita. Il centro giamaicano brilla per la lucidità con cui gestisce il ruolo da titolare, stravince il duello con i centri avversari e pecca soltanto nelle infrazioni di passi (5 perse, quasi tutte su partenza incrociata), fondamentale su cui lo staff tecnico – parola di Sacripanti – tornerà in settimana.Rimantas Kaukenas (Grissin Bon Reggio Emilia) vs Awudu Abass (Acqua Vitasnella Cantu)

5 su 9 dal campo con 5 rimbalzi nella partita di Andrea Cinciarini (12pti con 3 assist e 4 perse), che però non riesce a venire a capo dell’ottima difesa avversaria sul pick’n’roll specie nel primo tempo. Cantù lo aspetta a centro area restando onesta sulle rotazioni, cosa che impedisce al play reggiano di trovare alternative al gioco a due con il lungo, reso improduttivo dalla presenza biancoblu in vernice.

4 falli subiti per un Kaukenas da 15 punti con 6/11 dal campo uscendo dalla panchina. Il lituano è il giocatore di maggior impatto a disposizione di Menetti, gira sui riccioli e attacca il ferro con la freschezza di un ventenne. Ci vogliono le “cattive maniere” di Gentile in difesa per limitarlo, ma il talento di Rimas può ancora fare la differenza in Serie A.

3 come le triple di un Troy Bell (15, 5/14 dal campo), che aspetta il secondo tempo per accendersi. I suoi due centri dall’arco, su due rare distrazioni difensive canturine nel terzo quarto, hanno il pregio di rimettere in scia Reggio, ma a far difetto alla guardia Usa è la continuità sui 40′.Andrea Cinciarini, Grissin Bon Reggio Emilia

2 come gli inusuali punti di Joe Ragland, che paga i problemi fisici del periodo festivo (influenza) con una prova in cui non va a segno dal campo (0/4 in 23′ contro i 31′ abituali, seduto per tutto l’ultimo quarto). Il play da Wichita State ha il pregio di giocare comunque sotto controllo, senza forzare la soluzione personale e trattando bene la palla (1 sola persa e 3 assist) e se Cantù vince nonostante questi numeri del suo leader, Sacripanti non può che fregarsi le mani.

1 come le vittorie esterne della Grissin Bon, capace fin qui di passare soltanto sul campo di Pesaro. Reggio è senza dubbio una buonissima squadra con ampio potenziale da prime 8 posizioni (quelle buone per Final Eight e play off), obiettivo che però passa necessariamente da una crescita della consistenza in trasferta.

0 come i punti e i tiri tentati da Michele Antonutti, che paga più di tutti l’efficienza di una difesa che non gli concede il minimo sguardo verso il canestro. Ma nullo nella sostanza è il contributo di tutta la panchina reggiana (Kaukenas a parte naturalmente) con Cervi e Filloy che combinano per soli 5 punti in 32′ complessivi sul parquet. Se aggiungete i 4 punti a babbo morto, dopo la partenza in quintetto, di un Silins (4pti, 2 reb) che litiga coi falli (solo 12′ in campo) ed esce a pezzi dal confronto col “mostro sacro” Leunen, il buco lasciato dal supporting cast di Menetti sulla partita è completo.

Stefano Mocerino

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