Fortitudo – Aquila Trento: Robertson-Leunen-Aradori. Trio perfetto di un sabato sera da disco
Difficile scegliere un solo protagonista del trionfo bianco-blu
Al PalaDozza stasera è andato in scena il remake de La febbre del sabato sera recitata da una Fortitudo capace di emulare sul proprio parquet la scioltezza di John Travolta nei panni di Tony Manero. Tra le due Aquile è quella bianco-blu ad avere la meglio e a procacciarsi due punti casalinghi assolutamente necessari. Fino ad ora nessuna delle grandi, ad eccezione di Brescia, è riuscita a fermare l’armata di Martino nella difesa delle mura domestiche. 93 a 68 il punteggio finale per i padroni di casa.
Pioggia di triple e possessi avversari azzerati. Così la Pompea Bologna decide di rompere il ghiaccio del primi minuti contro una Dolomiti Energia scesa in campo addormentata. Con nonchalance i bianco-blu costruiscono in meno di tre minuti il vantaggio del +11, mettendo in affanno gli ospiti trentini schierati sul parquet con un modulo a “trazione Gentile”. Complici i tanti errori nelle scelte offensive commesse da Trento, i ragazzi di Martino dimostrano grande coesione ed equilibrio, potendo contare sulle giocate di livello da parte dei singoli. La danza di Robertson conclusa con l’ennesima tripla a segno è il perfetto arabesco per condensare con una sola azione la bella partenza fortitudina impossibile da etichettare come mera scelta della dea bendata. Prova con la tattica a dare qualche speranza all’esigua compagine di tifosi scesi dalle Alpi al fianco della squadra nel capoluogo emiliano. Lo straordinario bottino di 30 punti costruito nella prima frazione fa comodo alla Pompea al ritorno in campo. La Dolomiti Energia riesce a scaldare il motore a dovere e infilare una serie consistente di possessi per alleggerire lievemente il pesante distacco dai padroni di casa. L’atletismo di King che in contropiede aggredisce il ferro rispecchia pienamente l’energia ritrovata dall’Aquila Trento in questa fase di gara. Primo tempo impreziosito negli ultimi 5 minuti dall’1 contro 1 tra due icone dell’Italbasket: Alessandro Gentile e Pietro Aradori. La collisione tra due punte di diamante che convertono tutta la pressione delle rispettive compagini. Seppur calata nel dispendio di adrenalina ed energie, la Pompea continua a tenere sotto controllo i tentativi un’Aquila Trento che cerca affannosamente di infliggere un colpo duro con i suoi artigli.
È Aradori a riaprire le schermaglie dopo la pausa centrando una tripla da distanza assiderale e giocando nel traffico del pitturato difeso dai ragazzi di Brienza. Anche Leunen vuole essere della partita e si rende protagonista di un grande possesso difensivo con stoppata a un Blackmon finora poco lucido. L’applauso del “tutto esaurito” PalaDozza rende omaggio a Robertson, autore della perla della ripresa (palla rubata con schiacciata in contropiede), impostata da Martino sulla falsariga dei primi energici 10 minuti. Il dominio sulla pista da ballo del palazzetto bolognese nel terzo quarto non lascia molto spazio a una Trento giunta al sabato di festa troppo appesantita dalla settimana di lavoro. Si trascina con minor intensità l’ultima decina di minuti. Gestione facile della Pompea attenta a costringere gli avversari ad abbassare le serrande anzitempo. È forse la varietà nella scelta dei cori fatta dai tifosi bolognesi la nota più interessante dell’ultimo periodo. Da segnalare però l’esordio nella massima serie di Buscaroli, sceso in campo senza nome sulla divisa e autore dei due punti che spengono le luci a Bologna.
Dura la scelta per il titolo di MVP della serata con 4 doppie cifre e la perfezione realizzativa di Leunen. Se proprio costretti potremmo individuare in Pietro Aradori il re della pista da ballo questa sera. Con le giocate vincenti nei momenti decisivi ha spostato l’ago della bilancia per il suo team. Dura batosta per Alessandro Gentile e gli altri ragazzi di Brienza che hanno dimostrato di non avere la mentalità grintosa e vincente per affrontare la sempre ostica trasferta. Come sempre testa rivolta alla prossima sfida di EuroCup per dimenticare la sconfitta ed assimilare i dati raccolti questa sera. Logico per i tifosi fortitudini riconoscere, dopo partite come questa, la Pompea di Martino quale reincarnazione della Fortitudo dei tempi d’oro capace di duellare alla pari con le giganti d’Europa.