Forse non si è resa conto dell’occasione che aveva tra le mani. O semplicemente aveva speso più del dovuto, dal punto di vista nervoso, nella vittoria di due giorni fa. Fatto sta che la Reyer manda in malora il vantaggio nella serie e la possibilità di allungare in maniera decisiva, sfruttando gli acciacchi trentini, già nel primo quarto, quando subisce un 20-5 letale che diventerà zavorra insostenibile per una rimonta. Il dubbio sulle condizioni di Sutton e un suo possibile impiego non gravano di cattivi pensieri i ragazzi di Buscaglia, che prevalgono largheggiando nel finale (78-56), in una partita condotta con autorevolezza e in controllo tecnico ed emozionale anche quando Venezia ha provato a rientrare (mai sotto gli otto punti di margine, dopo il primo periodo). L’Aquila non ha una voce solista ad alzarsi nello striminzito (nei numeri) coro che va in campo, a turno ottiene qualcosa di importante fra tutti, lo stesso Sutton, usato col contagocce ma apparso arruolabile, se non ancora nel pieno delle forze, dà minuti importanti, anche se con lui in campo l’energia cala leggermente. La crescita di Flaccadori, terminale offensivo dall’esecuzione pulita e spina nel fianco sia in uno contro uno che al tiro da fuori, si traduce in 14 punti con soli sette tiri presi, ma il manifesto di cosa sia stata oggi Trento è Forray (14, 5 rimbalzi, 3 assist), furbissimo nel capire i vantaggi da sfruttare e nel disegnare strane palombelle in aria, spesso a bersaglio, quando si scaglia coraggioso nel traffico. E poi c’è un Beto Gomes che va a sprazzi, ma in quei momenti in cui s’accende spacca la gara; rilancia l’azione dei suoi quando la comprensibile empasse dovuta alla stanchezza e al serrare i ranghi veneziano crea un pizzico di patemi, assommando 13 punti, 13 rimbalzi, pure un 3/5 ai liberi, cosa rara per lui. Il dato dei rimbalzi (47-24) è la cartina di tornasole della differenza di agonismo e attenzione messa in campo dalle due squadre. Alcuni giocatori di Venezia, vittima di un nervosismo fin esagerato, che ha coinvolto anche De Raffaele, non sono proprio entrati in campo: Haynes chiude con 0 punti in 20’, Stone idem in 25’, Ortner frana sui suoi limiti, solo Ejim e Filloy meritano un’ampia sufficienza (testimoniata dai dati del plus/minus, -3 per il primo, addirittura positivo per il secondo, 1).
PARTENZA A RAZZO – Trento parte forte, cerca con insistenza il ferro, o tramite incursioni rapide, o lavorando in trincea spalle a canestro. Venezia subisce, titubante, Forray e Craft muovono le fila di un attacco che gestisce i secondi disponibili con estrema pulizia. Venezia pare la pallida controfigura di se stessa nelle ultime due gare. Alcuni tiri ben costruiti escono, a rimbalzo non c’è nessuno, e allora l’Aquila può andare anche a + 10 dopo 6’30” (15-5). Pochi falli spesi da Trento, che addirittura non spreca in lunetta (insperato 2/2 di Hogue nel primo viaggio in lunetta). De Raffaele ruota in pochi minuti quasi tutti gli uomini, consapevole che i suoi sono fuori dalla partita. All’ottavo minuto è 20-5 con una penetrazione indisturbata di Forray. Entra Sutton sul finire del primo quarto. Venezia abusa del tiro da tre (2/11) e si ritrova a -13 a fine primo periodo (22-9).
DISTANZE CONGELATE – Quando inizia anche a tirare da fuori, Trento dà un’altra spallata, trascinata dalla sfrontatezza di Flaccadori che va per il +18 (31-13). Flaccadori in campo aperto mette gli stivali delle sette leghe e firma il 36-19 in penetrazione. Venezia si ricorda di avere una batteria di tiratori niente male e ricuce a piccoli passi. Peric e Bramos silenziosamente accompagnano i veneti alla soglia dei dieci punti di disavanzo, superata con una tripla di Filloy. Il 40-31 a metà sembra dare speranze agli ospiti. In avvio di secondo tempo, Trento piazza un 8-0 in 3’, il terzo quarto sembra la replica del primo. Ejim ridà animosità alla Reyer, Filloy in contropiede riporta Venezia sotto la doppia cifra di svantaggio a metà terza frazione. Trento s’ingolfa, Filloy dà una mano a Ejim e assieme a un energico Tonut porta all’ultimo riposo i lagunari sotto solo di 8 punti.
ALLUNGO DEFINITIVO – L’ultimo quarto è a due facce: l’inizio è confusionario e opaco, Venezia difende bene ma in attacco pasticcia e resta a -9. Quando sembra che i granata stiano per tornare col fiato sul collo, un tecnico fischiato a De Raffaele sgonfia completamente la Reyer. Craft in lunetta assomma tre liberi filati (sarebbe comunque andato a tirare per un fallo di Stone su una sua penetrazione), Hogue e lo stesso Craft tagliano il pitturato come fosse burro e Sutton può ricevere la meritata ovazione quando segna indisturbato il +20 (68-48). Gli oro granata escono dal match quasi senza accorgersene, consegnandosi inermi negli ultimi minuti agli avversari. Si torna a Venezia con animi ben diversi da quelli di mercoledì, l’Aquila è tornata a volare e non ha alcuna intenzione di posarsi nuovamente al suolo.
DOLOMITI ENERGIA TRENTO-UMANA VENEZIA 78-56 (22-9; 40-31; 54-46)
DOLOMITI ENERGIA TRENTO: Shields 13, Craft 7, Forray 14, Flaccadori 14, Hogue 14, Lovisotto, Lechthaler, Bernardi, Gomes 13, Sutton 3; All. Buscaglia
UMANA VENEZIA: Stone, Viggiano, Haynes, Tonut 8, Mcgee 6, Ortner 4, Bramos 8, Peric 8, Visconti, Ejim 10, Ress, Filloy 12; All. De Raffaele