Di seguito Basketitaly da i voti ai protagonisti delle Final Eight 2012 di Torino che hanno visto ancora una volta la Montepaschi Siena confermarsi la regina indiscussa della pallacanestro italiana degli ultimi cinque anni.
10 David Andersen
Il biondo australiano, votato MVP delle manifestazione torinese, è stato il grande protagonista del successo numero quattro in Coppa Italia di Siena. Andersen è stato letteralmente devastante in attacco sia contro Milano in semifinale, sia contro Cantù nell’epilogo finale: le due lombarde non sono riuscite a trovare mai i palliativi giusti in difesa nel tentativo di limitarlo. L’ex Virtus Bologna insieme a K. Lavrinovic forma una coppia che per talento, fisicità e tiro dalla lunga distanza è impareggiabile non solo per le squadre italiane, anche per le squadre europee, per la doppia dimensione interna ed esterna di entrambi. Vuoi vedere che l’aggiunta del buon David sarà decisiva anche per portare l’Eurolega a Siena.
9 Montepaschi Siena
Ormai per i senesi tutti gli aggettivi sono esauriti ed alcune volte possono sembrare anche fuori luogo. Con la vittoria di ieri sera diventano quattro le coppe nazionali consecutive, mai in Italia nessuno era riuscita in quest’impresa, il precedente record di Siena era condiviso con Milano e Treviso. Ora per la Montepaschi società per raggiungere l’agognato 10 e lode, manca solo quell’Eurolega, anche se coach Pianigiani ieri andava dicendo che già raggiungere le final-four sarebbe un risultato sensazionale; ma c’è ormai qualcuno che possa credergli…….
8 Shermadini e Markoishvili
La coppia “Made in Georgia” è stata la grande protagonista dei successi nel quarto di finale contro Avellino, ed in semifinale contro la Scavolini Siviglia della truppa di Trincheri. Poi i due georgiani insieme a tutti i compagni si sono sciolti come neve al sole nella partita di finale contro Siena. Merito a Cantù di arrivare sempre fino in fondo, di essere ormai la vice-Siena per antonomasia degli ultimi due anni, ma nella finale di ieri è sembrato a dispetto delle ultime finali (Coppa Italia 2011 e Supercoppa 2011) che ai biancoblu manchi ancora molto per raggiungere i toscani, e che anzi il gap si sia allargato.
7 Scavolini Pesaro
Forse i pesaresi nel quarto finale contro Venezia sono stati protagonisti della partita nella quale una squadra ha espresso il migliore gioco offensivo nelle quattro giornate torinesi. La resa in semifinale è stata più che onorevole per gli uomini di coach Dal Monte, che probabilmente potendo contare su rotazioni più lunghe potrebbero essere la vera mina vagante dei prossimi play-off scudetto
6 Armani Milano
Questa volta alle scarpette rosse milanesi è mancato veramente poco per fare il dispetto alla regina Siena, la squadra di Scariolo potendo contare su un roster per numero di uomini e talento sconfinato in questa quattro giorni torinese è sembrata la squadra più capace di insidiare l’egemonia senese, poi tra qualche anno si leggeranno le fredde statistiche e si dirà che comunque Milano è arrivata solo alle semifinali.
5 Venezia ed Avellino
Le due squadre sono state entrambe bersagliate dalla sfortuna, che le ha fatte arrivare troppo incerottate ad un appuntamento importante come i quarti di finale delle final-eight. Però va detto che la giornata di Venerdì, dove lagunari ed irpini hanno diviso il campo con Pesaro e Cantù, è stata la giornata meno ricca di sale e pathos della manifestazione.
4 Maarten Leunen
Da un po di tempo a questa parte lo vedi gironzolare per i parquet di Europa con la sua Cantù, e ti chiedi dove sia finito il giocatore apprezzato nei primi due anni dell’esperienza canturina. La stessa sensazione si è avuta nel quarto e nella semifinale, mentre Maarten ha dimostrato un piccolo risveglio in finale. Dalla distanza non ci prende più, e non è più quella sorta di regista occulto della squadra alla Stonerook, probabilmente sul rendimento del biondo americano stanno influendo le fatiche delle coppe europee alle quali non era abituato.
2 Le terne arbitrali delle semifinali
Con questo voto non si vuol fare alcuna polemica di cortile o di partigianeria, ma in entrambi i finali di gara delle semifinali i fischi degli arbitri hanno probabilmente condizionato l’esito delle gare. Qui non si discute o meno il favorire una squadra o la bontà di un fischio, ma ai giudici di gara va richiesto il buon senso di non usare il fischietto con atti di protagonismo, perché i protagonisti in campo sono i dieci giocatori con le due canotte diverse, mentre il ruolo arbitrale deve mantenersi nella delicata e quanto mai difficile sfera del giudizio.