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Fiat Torino: il punto dopo 48 ore di colpi di scena

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Evidentemente il periodo natalizio scalda gli animi dei membri facenti parte dell’Auxilium Torino.

Come lo scorso anno, osservatori e commentatori rimangono quanto meno attoniti nel vedere la disinvoltura con cui vengono assunte scelte che invece dovrebbero essere ben ponderate.

Dopo il ko contro Avellino, a seguito di un secondo tempo contraddistinto da atteggiamenti di indolenza dei giocatori e abulia del coach, è stato rescisso il contratto in essere con coach Brown. Scelta nell’aria da tempo vista la scarsa sintonia del coach campione Nba con i giocatori, sia quelli comprati nel mercato estivo che con i recenti innesti e la difficoltà di far passare il contenuto del suo credo cestistico il “play the right way”.

Al termine della partita, si è poi verificato un diverbio fra Francesco Forni e Carlos Delfino, pretoriano di coach Brown e giunto a Torino per riabbracciare uno dei suoi mentori.

Non appena si è diffusa la notizia sui giornali, si è scatenato il putiferio: il figlio del Presidente Antonio Forni ha accusato l’argentino di aver  tenuto un atteggiamento poco consono “ai limiti della violenza”, minacciando il taglio dell’argentino, poi trasformato in una sospensione.

Delfino non ha atteso molto tempo ed ha rilasciato ad una testata giornalistica un’intervista al veleno nella quale ha sparato a zero contro gli atteggiamenti della proprietà e della dirigenza.

Una situazione di per sè anormale è resa ancor più esplosiva da fattori esogeni di non secondaria importanza.

Su tutti le voci di una possibile cessione societaria che circolano da tempo e il blocco al mercato per la vicenda Lamar Patterson.

Poi vi è da considerare la questione campo: la penultima posizione è molto poco rassicurante visto il livello di gioco espresso dall’Auxilium (rispetto alle avversarie dirette) e l’impossibilità di apportare nuove modifiche al roster a causa del blocco del mercato.

Questo mix non può non aaver  indispettito i tifosi che già in diverse occasioni hanno criticato apertamente la società, accusata di non aver progetti di crescita a medio termine, di non imparare dagli errori e di compiere scelte avventate.

Già lo scorso anno infatti coach Banchi pare si sia dimesso per eccessive ingerenze nella gestione da parte della dirigenz: Delfino ha ribadito che dopo il ko contro la Sidigas, Francesco Forni avrebbe preso a male parole alcuni giocatori e che lui si sia sentito di difendere i propri compagni.

Tutti atteggiamenti che sono da stigmatizzare perchè l’unica cosa di cui ha bisogno una squadra che dovrà ottenere una salvezza ampiamente alla portata, è la tranquillità. E questa volta Galbiati, il cui record nel girone di ritorno dello scorso campionato è stato 3-12, è chiamato a plasmare una squadra  dal talento indubbio ma apparsa svogliata.

Tranquillità che insieme alla chiarezza di idee ad oggi sembra mancare a tutti i livelli, dal campo ai vertici societari.