Djordjevic: “Le Nazionali sono la vetrina del movimento. La Virtus? Deve tornare ad essere una Ferrari fiammante”
Aleksandar Sasha Djordjevic, coach della Nazionale serba e della Virtus Segafredo Bologna, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport parlando della situazione del basket attuale. Un estratto.
“La difesa è nel nostro Dna. La pallacanestro è adatta al popolo dei Balcani che storicamente ha sempre dovuto difendersi dalle invasioni di altri popoli. Così nasce il sentimento comune di difendere il territorio, la propria patria, che si traduce nel gioco di squadra. I grandi campioni jugoslavi non sono mai stati solisti assoluti, il campo decideva su quale giocatore appoggiare il gioco a seconda della partita e dell’avversario. E il campo che decide chi è il giocatore capo.”
SULLE FINESTRE FIBA
“Le finestre hanno creato un ranking artificioso. Per me in Nazionale devono andare sempre i migliori giocatori. È un obbligo che abbiamo verso il sistema, inteso come sponsor, istituzioni e tifosi”.
SULLE NAZIONALI
“Per il Mondiale convocherò molti giocatori, compresi quelli della Nba. Le Nazionali sono importanti, sono la vetrina del movimento. Noi serbi sentiamo ancora il fuoco dentro per il nostro Paese. Quello che ho provato vedendo la Jugoslavia vincere il Mondiale di Manila nel 1978 mi ha spinto a diventare giocatore e campione. Parlo di impatto emotivo, quello di un ragazzino di 11 anni che sognava di fare qualcosa di importante per la propria Nazionale non per soldi, fama o ricchezza, ma per pura ambizione sportiva”.
La Virtus Bologna. “Oggi è una Ferrari storica di seconda mano, il mio obiettivo è trasformarla in una Ferrari F480 nuova fiammante. Tutti vogliono e vedono la Virtus come il grande club del passato, ma dopo 20 armi non è così. Ci vuole umiltà, dobbiamo capire come possiamo migliorare. Tutti vorrebbero vedere una finale scudetto Virtus-Olimpia Milano. Io vivo e lavoro perché possa succedere nella prossima partita, che per me è sempre la più importante.”