De Raffaele: “Siamo stati modesti, atteggiamento superficiale. Mi aspettavo più continuità.”
L’Umana Reyer Venezia conquista la seconda vittoria consecutiva in campionato battendo la Virtus Roma 79-77, ma il coach degli oro-granata Walter De Raffaele è molto critico con i suoi giocatori.
“E’ stata una partita da parte nostra modesta, mi fa molto arrabbiare perchè credo che abbiamo avuto un atteggiamento e soprattutto un impatto, non voglio dire presuntuoso, ma troppo superficiale, aldilà dei meriti di Roma che se avesse vinto non avrebbe rubato niente, anzi.”
A decidere il match il canestro di Daye con tap-in su rimbalzo offensivo a 3 decimi dalla fine dopo il tentativo di Mitchell Watt. “Noi l’abbiamo vinta alla fine con desiderio, cambiando qualcosa in difesa, col talento dei nostri giocatori, ma è una partita che non mi soddisfa per la continuità che dovevamo dare dopo la prestazione che ho visto a Reggio Emilia. Una vittoria è una vittoria, come quando le perdi di un punto, su questo non si discute. Ma se non impariamo, credo che ricadremo sempre in questi errori di alternanza, di continuità, di presenza, di attenzione. Ripeto, gli stimoli devono arrivare da qualsiasi parte e squadra. Roma ha talento, se la fai giocare lo mostra. Ma sappiamo che quando affronti squadre come la nostra le motivazioni sono sempre alte nei giocatori, e questa è una cosa che purtroppo non ci entra mai in testa. Dobbiamo farci un bell’esame di coscienza perchè dopo Reggio mi aspettavo continuità, fortunatamente l’abbiamo presa da giocatori come Tonut, Austin Daye che è stato il più continuo, Julyan Stone nella seconda parte, ma troppo a sprazzi. Così non va bene, se vogliamo crescere e andare avanti. Non riesco proprio a capire come è possibile non avere l’attenzione giusta in ogni partita che Dio mette in terra, questo mi sfugge. Ovvio che con rotazioni siamo riusciti a trovare un quintetto che ci desse stabilità, ma quando la partita è pari, i valori si appiattiscono, qui ci sono tutti giocatori che possono fare bene.”
Dopo il 58-64 che ha chiuso il terzo quarto, Venezia ha fatto uno strappo con Daye, Stone e la tripla di De Nicolao che ha dato il 70-64 reyerino a 6’25” dal termine. Poi un blocco che ha consentito la Virtus alla reazione con un 2-13 di contro-break (72-77 a 1’12”). “Nessun blocco, abbiamo dovuto dare fiato ai giocatori che hanno fatto lo strappo perchè l’intensità che abbiamo messo in difesa era importante. Quando abbiamo cominciato a fare le valutazioni, si è abbassata l’intensità. Poi l’abbiamo ripresa con il talento dei singoli.”
Reyer intestardita nel finale con i due errori consecutivi di Bramos con le triple dagli angoli, una sentenza nella norma per lui, ma che non ha fatto bersaglio stasera. L’ala nativa del Michigan ha tirato alla fine 1/7 da tre, non da lui. “Avremo tirato 10 tiri con sei metri di vantaggio, e che Bramos li tiri così, questo va assieme agli errori avuti contro Milano… Questa, volente o nolente, è la cosa che ci ha fatto vincere due scudetti. Su questo non ci piove, questi sono i fatti. Detto questo, poi bisogna leggere le partite: io non gioco, la palla andava messa dentro l’area come le ultime due azioni con Watt che si è trovato una volta contro Dyson e un’altra contro Kyzlink, per poi chiudere la difesa e poi riaprirla da fuori. Ve lo dico da ex giocatore: quando te non sei connesso completamente con tutto ciò che ti succede, non è un interruttore della luce che si accende e si spegne, è un’attitudine che devi avere sempre. Chi ce l’ha sempre, è un giocatore di altissimo livello; chi ce l’ha quasi sempre un po’ meno, poi a scendere. Con questo, i giocatori sono miei giocatori. Guai a chi tocca i miei giocatori: io li adoro, però stasera li ammazzerei tutti.”
Su Bruno Cerella fuori dai 12. “Ha avuto un infortunio al ginocchio a Reggio Emilia, una piccola distorsione molto leggera, un “twist”. Dopo l’allenamento di ieri si era un po’ gonfiato, e il dottore ha preferito tenerlo a riposo. Niente di particolare, due giorni di riposo.”
Il tiro da tre (25.9%, 7/27) che stasera non ha fatto la differenza, ma il coach livornese difende la sua matrice… “Non facciamo fatica nella statistica in stagione. Questo è un nostro modo di giocare che non cambierà. La differenza credo sia nel continuare non a essere ottusi, ma continuare a fare ciò che si sa fare con la condizione di fare canestro: perchè una cosa è tirare sapendo che si può fare canestro, un’altra è sapere di fare canestro sapendo di avere un vantaggio netto in un’area del campo per poi rinunciare a fare qualcosa per poi essere pronti a riprenderlo, quella è un’indole che abbiamo. Son due cose diverse. Questa nostra matrice non cambierà mai, ci permette di aprire il campo e di avere vantaggi dentro. Poi stasera esclusi Watt e Daye, da Vidmar abbiamo avuto niente, da Valerio Mazzola internamente niente, dagli esterni niente: era difficile insomma, anche se i discorsi son belli, ma li porta via il vento e le biciclette i pisani. Detto ciò, è un modo di giocare che non possiamo prescindere, i tiratori tirano con la convinzione di fare canestro. Il vantaggio era abbastanza netto, senza nulla togliere meriti a Roma.”
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