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Home Serie A Coppa Italia De Raffaele: “Coppa Italia vinta con grande umiltà. Un’altra partita difensiva di alto livello.”
De Raffaele: “Coppa Italia vinta con grande umiltà. Un’altra partita difensiva di alto livello.”

De Raffaele: “Coppa Italia vinta con grande umiltà. Un’altra partita difensiva di alto livello.”

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Walter De Raffaele, coach Umana Reyer Venezia, commenta nella sala stampa della Vitrifrigo Arena di Pesaro la conquista della Coppa Italia nella finale vinta per 73-67 contro l’Happy Casa Brindisi.

“Grande soddisfazione perchè abbiamo giocato una grande Coppa Italia soprattutto per come siamo arrivati con difficoltà, ma con senso di umiltà da parte di tutti. Credo che la squadra abbia dimostrato ancora quanto essere coesi e di essere sulla stessa riga con tutto lo staff che ti permette di fare le cose tecniche in campo di alto livello. Stasera abbiamo fatto un’altra prestazione difensiva perchè tenere Brindisi a 67 punti, alla quale vanno i miei complimenti, perchè come dicevo a Frank Vitucci intanto l’importante è esserci, poi è naturale che nella finale vince soltanto uno, ma Brindisi ha solo perso, non è sconfitto, questo non lo dico con retorica e chi mi conosce lo sa. Quindi complimenti a Brindisi e ai suoi splendidi tifosi. Noi abbiamo giocato una partita difensiva di alto livello, cercando di limitare molto Banks, con tanti raddoppi, con tante rotazioni, tanta difesa a uomo o a zona, questo ci ha pagato alla fine perchè molti punti sono venuti su tiri liberi e pochi su azioni costruite. Devo ringraziare i miei giocatori, perchè mi seguono in tutto, e con le connessioni tecnico-tattiche i miei giocatori mi hanno seguito e abbiamo scelto di farla. Abbiamo deciso di riconfermare il gruppo che ha vinto lo scudetto, e questo è quello che torna indietro quando tutti, TUTTI, ci hanno criticato in maniera profonda e mi hanno fatto riflettere e mi continuano a fare riflettere. Il ringraziamento va ai miei giocatori, al club nella figura della proprietà quindi Federico Casarin, patron Luigi Brugnaro che è il nostro primo tifoso, perchè è una società che quando le cose non vanno bene, si compatta senza proclami guardando alle persone prima che non ai giocatori o ai professionisti, questo per noi ha sempre fatto la differenza negli ultimi 4-5 anni, e credo che continuerà a farla. Quindi dobbiamo goderci quest’epoca.”

Quarto Titolo in 4 anni, alla faccia di chi diceva che il ciclo Venezia era finito. “Una coppa vinta con grande umiltà. Parliamo poco, penso che sia più importante far rumore siano i fatti e non le parole. Alla fine c’è sempre uno sfogo, perchè se ne sentono sempre tante, perchè lo sport è fatto di ‘vinci, sei bravo, perdi, sei un coglione.’ C’è un lavoro dietro, fatto di idee, di contenuti, di giocatori che vanno in campo e società che prende decisioni. Non mi piace tanto parlare ma fare le cose in campo, quindi ci siamo levati una bella soddisfazione.”

“Al di là delle conoscenza tecniche, la filosofia è che si ha a che fare con delle persone. Io sono molto diretto e molto vero, quello che ho avuto indietro dai giocatori è qualcosa di altrettanto vero in mezzo a tanti problemi. Siamo a febbraio, ma non scordiamo che ci sono stati mille traversie, e credo che da parte dei miei giocatori ho avuto la completa disponibilità a fare delle cose come mostrato stasera, vuol dire avere delle persone e giocatori di alto livello. Non succede spesso.”

Quasi un mese fa, il 28 gennaio scorso, la Reyer perse in casa con Patrasso 52-70 in una pessima prestazione al PalaTaliercio e ora si gode la Coppa Italia. “Contro di loro la partita peggiore, anche se venivamo da altri tipi di problemi perchè abbiamo combattuto con infortuni da almeno 25 giorni, cito Stefano Tonut che è stato recuperato dallo staff tecnico in maniera incredibile, i problemi di Goudelock dentro e fuori. Alla fine, quando uno è molto onesto, si poteva anche perdere, ma uscendo dalla Coppa Italia, come ho già detto ieri, sarebbe una squadra con un percorso e un’identità ritrovata. Questa è la vera cosa che ci deve servire. Poi è naturale che il Trofeo è arrivato, ma questo ce l’hai se c’è molta connessione coi giocatori aldilà dei problemi tecnici che forse continuiamo ad avere, ma stasera tutti sono andati oltre. E non c’è nessun tipo di invidia all’interno della squadra: gioca De Nicolao titolare, Stone sta seduto; Tonut in quintetto, Bramos sta seduto; gioca Mazzola, Austin sta seduto. Non so se mi ricapiterà, vedremo.”

Tutti consapevoli del proprio ruolo alla Reyer, una chiave del successo. “Assolutamente sì, lo è stato in queste Final Eight affrontando queste squadre e lo è stato negli altri successi. È sempre stata questa la chiave. All’interno del contenitore ci sono cose tecniche importanti, e il contorno aumenta a renderle importanti. Abbiamo scelto di dare continuità al gruppo degli stranieri e tenere degli italiani che sono cresciuti, questa è ‘idea di puntare a chi comunque aveva ancora fame e una cosa da ringraziare perchè lo scudetto è stato un altro piccolo capolavoro. Puntare su persone oltre che sui giocatori, come Chappell che sembra con noi da cinque anni per come sta nel gruppo.”