Davide Casarin: “Non sento tensioni nel nome. Tanta competizione alla Reyer. Imparo e mi diverto”
Davide Casarin, guardia classe 2003 dell’Umana Reyer Venezia, è intervenuto a Udinese TV nella trasmissione “Basket a Nord-Est”. Ecco le sue dichiarazioni.
Davide nel 2019 ha vinto la medaglia di bronzo agli Europei Under-16 a Udine con la Nazionale giovanile. “Vestire la maglia azzurra è sicuramente qualcosa di fantastico e unico. Quell’esperienza mi ha lasciato dietro un gran bel ricordo nel cuore. Perchè far riuscire a vincere una medaglia dopo tanto tempo alla Nazionale, è stato sicuramente fantastico. Ringrazio quindi tutto lo staff dell’Italia e anche i miei compagni per questo bellissimo risultato.”
Quanto cambia giocare nei palasport vuoti causa Covid-19? Davide Casarin risponde così. “Non ci si fa mai l’abitudine, perchè giocare con il pubblico è fondamentalmente diverso. Giocare nei palazzetti vuoti e senti i propri compagni o l’altra squadra che parla e si dicono le cose. Quindi io sento la differenza, però bisogna andare avanti, speriamo finisca presto”.
Giocare a 17 anni nella Reyer Venezia di coach Walter De Raffaele. “Non è semplice perchè siamo molti giocatori tra cui molto forti. C’è tanta competizione, gli allenamenti sono come delle partite, e questa è una grande aggiunta, perchè può darci una forza che magari le altre squadre non hanno. Fare due squadre da sei giocatori veri come Michael Bramos, Stefano Tonut, Mitchell Watt… E’ difficile, ma allo stesso tempo molto bello”.
Cosa cambia fra il settore giovanile di A1 di altissimo livello (Davide Casarin è stato l’MVP della Next Gen del 2020 a Pesaro). “E’ un po’ tutto, perchè i tempi di reazione sono diversi, ma anche il fisico conta tantissimo nel basket di oggi. Bisogna averne per poter competere con i giocatori di EuroCup, ma anche con le top della Serie A. I tempi di reazione sono molto brevi rispetto al settore giovanile dove magari hai un tempo in più per un passaggio in più, cambia tutto.”
Quando ha segnato contro il JL Bourg 17 punti in 7 DAYS EuroCup lo scorso 3 dicembre. “Quella è stata una partita un po’ strana perchè venivamo da una situazione di Covid-19, eravamo metà squadra e quindi dimezzati. Abbiamo giocato un back-to-back e nella partita di ritorno contro di loro ho iniziato bene segnando subito una bomba, poi subito un lay-up e poi mi sono messo in ritmo per finire la partita con 17 punti. Devo ringraziare lo staff e Walter che mi hanno dato fiducia dall’inizio alla fine”.
“Io quando finisco la partita, mi guardo tutta la partita con mio papà e non guardo solo le mie azioni, ovviamente. La guardo tutta dall’inizio alla fine per studiare bene cosa ho sbagliato, cosa posso far meglio, migliorare. Mio padre mi aiuta molto in questo.”
Quanto pesa chiamarsi Casarin ed essere il figlio del Presidente Federico? “A me non pesa assolutamente. Non guardo a quelli che mi dicono che sono raccomandato perchè sono figlio di… Io gioco, mi diverto, do il massimo allenamento dopo allenamento, partita per partita. Questa tensione nel nome non la sento”.
Rimorsi? “Non ho nessun tipo di rimorso in quello che ho fatto. Quello che ho fatto è fatto, va giusto così. Zero rimorsi”.
Alla fine di una partita, Davide Casarin ha sfogato l’adrenalina tornando a tirare in campo al PalaTaliercio. “Sì, era alla fine del match contro Cantù. Non ero contento e sono rimasto a tirare. Julyan Stone è rimasto con me ed è stato gentilissimo, perchè un giocatore che si ferma a passarmi la palla è qualcosa di speciale, ho un bellissimo rapporto con lui soprattutto”.