Intervistato da La Gazzetta dello Sport per l’inserto settimanale Time-Out, parla Eugenio Dalmasson, coach dell’Alma Pallacanestro Trieste.
“Mi piacciono i progetti a lunga scadenza, dove si può programmare e raccogliere il lavoro, e che considero la reciproca fedeltà col club che mi da fiducia l’aspetto più importante del mio mestiere. Questa è la mia nona stagione a Trieste, ho un altro anno di contratto. Conto di fare 10 stagioni e magari andare ancora avanti.”
Il segreto dell’Alma. “Siamo partiti da lontano puntando sui giovani locali per alimentare identità e senso appartenenza con la città. Un giorno a Casalpusterlengo, in B-1, ho schierato 8 giocatori triestini. Questa filosofia è diventata il nosto punto forte nel quale abbiamo calato anche gli stranieri, tutti giocatori del sommerso perchè la gavetta serve per crescere. Il mio gioiello? Stefano Tonut. Insieme, ci metto anche Michele Ruzzier e Francesco Candussi.”
Alessandro Cittadini e Daniele Cavaliero, i due giocatori più vecchi per anagrafe e militanza della Legabasket, in forza all’Alma. “Due esempi virtuosi per i compagni e l’ambiente. E i grandi esempi sfuggono alla logica dell’età.”
Gli infortuni. “Da agosto non ho mai avuto la squadra al completo. E Walker è ancora fuori. Ma Strautins finora è stato una bella sorpresa e Silins, che rimarrà ancora con noi, ci sta dando una bella mano anche se non è l’ala piccola che ci serviva per rimpiazzare Walker. I risultati e la qualità del gioco che finora abbiamo espresso mi soddisfano molto.”
L’obiettivo stagionale finale. “Avrei firmato per un record di 4-4 dopo 8 giornate. Dobbiamo essere rispettosi e realisti: come ultimi arrivati il nostro traguardo rimane la salvezza.”
Dalmasson è anche CT della Nazionale Under 20. “Andrò a scadenza a fine dicembre. Una bella esperienza che finisce qui. Ma il confine tra juniores e prima squadra va messo due anni prima, cioè con l’under 18. E’ l’età giusta per capire di che pasta è fatto un giocatore.”