Tre fattori segnano la vittoria di Reggio Emilia sul campo dell’Acqua VitaSnella, la quarta nella storia dei confronti tra le due squadre, che lancia la squadra di Menetti in vetta alla classifica insieme a Milano. Il primo è la zona che il coach emiliano propone in versione match-up per tutti i 40 minuti, antidoto a degli accoppiamenti sulla carta penalizzanti per i suoi; il secondo, vero tallone d’Achille degli avversari, è la messe di rimbalzi d’attacco raccolta dai reggiani (17 dei 42 totali) la cui valenza è fondamentale nel primo tempo per restare in scia dei brianzoli e nel finale per difendere il vantaggio; infine la capacità di trovare protagonisti diversi, segnatamente il trio De Nicolao-Della Valle-Lavrinovic, nei momenti cruciali del match, mentre Cantù fatica a trovare il go-to-guy per capitalizzare i possessi chiave e completare la rimonta nel quarto conclusivo:
10 come il plus/minus di Amedeo Della Valle (17 in totale con 4/9 da tre) nel solo terzo quarto, in cui si accende dopo un primo tempo anonimo e infila 15 dei suoi 17 punti, cambiando il volto della partita. La sequenza di quattro triple (su sei) taglia le gambe alla difesa di Cantù, creando la separazione che i padroni di casa non sapranno più colmare.
9 come i punti di Andrea De Nicolao (15, 5/7 dal campo, 6 assist) nel secondo quarto, quando esce dalla panchina e sciorina la miglior prestazione tra tutte le point guard in campo. Letture ineccepibili, zero palle perse e un uso d’antan del taglio back door, con cui inganna a più riprese l’avversario diretto, soprattutto un Hodge che riesce solo a prendergli la targa.
8 rimbalzi e 15 punti nella partita di Kyrylo Fesenko (6/8 al tiro, 5 falli subiti), il perno attorno a cui Bazarevich costruisce l’attacco alla zona che Reggio sfoggia per 40 minuti. La sua uscita prematura dopo il terzo fallo più tecnico nel terzo periodo apre la strada al parziale reggiano con Cantù che si schianta contro la match-up di Menetti sparando, Heslip a parte, con poco costrutto dal perimetro.
7 come i punti nel quarto periodo di un Lavrinovic (9 e 4 rimbalzi) in versione rettile, nascosto sotto le foglie per tre quarti di partita (complici i due falli precoci) per iniettare il suo veleno nei momenti decisivi. Abusa di Johnson in post basso, gli prende un rimbalzo in testa convertito on due punti pesantissimi, aggiunge anche due stoppate nell’altra metà campo. Letale.
6 su 11 da tre è il fatturato della Grissin Bon dal perimetro ne l terzo quarto, insolito rispetto al resto della partita (2/17 nei restanti 30 minuti), alimentato dalla sfuriata di Della Valle. Curiosamente 6/11 è anche la statistica del solo Heslip (18, 6/11 da tre), unico biancoblu a vedere il canestro dalla distanza (3/14 per il resto della squadra).
5 come i rimbalzi offensivi catturati da Reggio Emilia nel quarto di coda, emblema della debolezza cronica dell’Acqua VitaSnella in questo dettaglio. Sono 17 i palloni concessi sotto il proprio tabellone dai brianzoli, tanti qunati ne catturò la ben più modesta Capo d’Orlando due settimane or sono. Il punto cruciale per eccellenza per Bazarevichse vuole tirar fuori la squadra dalle secche di metà classifica.
4 rimbalzi, 4 assist e 4 su 6 dal campo per un concreto Golubovic (10 punti e 16 di valutazione, secondo tra i suoi), che mette in scena un duello tra lunghi d’altri tempi con Fesenko. Mette le basi nel parziale che porta la partita verso gli emiliani, prima di lasciare il posto al “finisseur” Lavrinovic in una staffetta che alla distanza non trova eguali nel reparto lunghi di Cantù.
3 su 15 dal campo per un Aradori (7 punti con 8 reb e 2 assist) che litiga con i ferri che gli furono amici per due stagioni sia dentro che fuori dall’arco dei 6.75 (0/4). Ma attenzione a valutare negativamente la prova dello Squalo, oltre agli 8 rimbalzi (3 negli ultimi 10 minuti di gioco) il suo plus/minus, +15, è il più alto dell’intera partita.
2 come la valutazione di uno Stefano Gentile impalpabile (4, 1/5 al tiro, 1 assist), che sembra soffrire il clima ostile che lo accoglie ed esce di partita a livello prima di tutto mentale. Fortuna per Menetti che pesca la prova super di De Nicolao, con il casertano che nella ripresa guarda il match quasi sempre dalla panchina (solo 4′ sul parquet dopo l’intervallo).
1 solo punto nell’intero terzo quarto per la coppia Ukic (5, 1/8 dal campo)-Hodge (8, 1/5 da tre), che perde il polso della partita nel momento cruciale. I sette assist a testa, sei dei quali alimentano tutte le triple di Heslip, non salvano una prestazione confusa, in netta difficoltà contro le zone di Menetti, soprattutto per quanto attiene alle scelte di tiro individuali.
0 come i punti dalla panchina di Cantù per tutti quelli che non si chiamino Heslip. Anche perché Bazarevich restringe al massimo le rotazioni, dedicando 9 minuti a Tessitori e solo 3 a Wojciechovski, eccessivamente sacrificato in cui Johnson (12 e 5 rimbalzi con 6/15 al tiro in 37 minuti) si esprime solo a sprazzi.
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