Count Down – Positivo esordio di Ukic e Fesenko. Un roccioso Oriakhi salva l’onore dell’Orlandina
Scorre via senza sorprese la prima uscita della Cantù allargata a Est, troppo divario con il fanalino di coda Capo d’Orlando, giunta al Pianella in striscia aperta di sette sconfitte consecutive. Obiettivi puntati sull’esordio della coppia Fesenko-Ukic, che dà subito segnali positivi, ma il dato che lascia ancora scontento Bazarevich – e non potrebbe essere altrimenti – sono i 24 rimbalzi offensivi dell’Orlandina, che domina anche nel computo totale (51-38) nonostante una batteria di lunghi, Oriakhi a parte, non irresistibile. Segnale d’allarme che conferma, ce ne fosse stato bisogno, che non basterà l’inserimento di un centro di peso per risolvere il problema, per una Cantù che soffre molto anche dagli esterni avversari. Per Di Carlo, alla seconda presenza da head coach sulla panchina siciliana, l’unica nota positiva, in una serata in cui i suoi fanno appena in tempo a prendere la targa agli avversari, prima di vederli scappare via definitivamente già nella prima frazione. In Count Down i fattori chiave del match del Pianella:
10 come la valutazione dell’Mvp Walter Hodge (18, 4/5 da tre e 6 assist per 27 di valutazione finale) nel solo primo quarto. Aggressivo da subito, interessante la coabitazione con Ukic, che gli permette di spostarsi in guardia e mostrare un’eccellente capacità di uscire dai blocchi per il catch and shoot. Una variabile tattica in più per il prosieguo della stagione biancoblu.
9 come le stoppate rifilate dall’intimidatoria difesa canturina in area. Al netto della superiorità fisico/atletica VitaSnella sigilla il pitturato fin dalle prime battute, tante anche le parabole alterate dei siciliani, con un JaJuan Johnson (4 solo lui, oltre a 8 punti e 7 reb) che cancella qualsiasi cosa transiti sopra la sua testa.
8 come i rimbalzi offensivi di un massiccio Alex Oriakhi (11, 5/11 dal campo) che a fine gara ne arpiona ben 17 totali. Il lungo da Connecticut espone i problemi a rimbalzo della squadra di Bazarevich, anche se capitalizza poco, in difficoltà contro la stazza di Fesenko e penalizzato da un censurabile 1/6 ai liberi.
7 come i rimbalzi, anche qui in attacco, della Betaland in ciascuno dei primi due quarti di gioco. Non solo Oriakhi, anche gli esterni collassano molto bene il tabellone offensivo, punendo i ritardi dei difensori canturini nell’accoppiarsi per il taglia fuori dopo ogni rotazione. Al momento il fattore più urgente da correggere per lo staff tecnico biancoblu.
6 come gli assist di un prudente Roko Ukic (5, 1/5 dal campo), che rilascia lampi di classe nella distribuzione del gioco. Schierato da playmaker quando sta in campo con Hodge, il croato può rappresentare la quadratura definitiva per il reparto esterni della Cantù 2015-16.
5 palle perse, minimo stagionale, in tutta la partita per una VitaSnella molto attenta nella gestione dei possessi. Di contro sono ben 19 gli assist biancoblu, con un discreto movimento di palla, una cura da replicare nella lunghissima trasferta di Krasnoyarsk di Mercoledì a casa dell’Enisey, fondamentale per il passaggio del turno in coppa.
4 rimbalzi e 4 su 8 dal campo nella giornata d’esordio di Kyrylo Fesenko (12 punti in 26 minuti sul parquet). Il centro ucraino promette di dare una nuova dimensione a Cantù, a suo agio in post basso e con una rapidità di piedi insospettabile nella propria metà campo. Quattro anche le triple d’ordinanza (su 6) di un Heslip (16 e 2 assist) caldo in avvio di partita, che fornisce i punti per il primo break canturino.
3 come i rimbalzi offensivi dei 9 totali di un discreto Keaton Nankivil (9 punti, ma 3/12 dal campo), il più intraprendente dei suoi, che sfiora la doppi-doppia all’esordio in magli Orlandina. £ anche gli assist di Tommy Laquintana (10, 3/4 da tre) che però trova il suo miglior momento solo nel finale, con la partita abbondantemente andata.
2 su 13 da tre, come la magra percentuale dei siciliani dal perimetro nella prima metà gara, quando il match avrebbe ancora un senso. Più in generale la Betaland conclude col 28% complessivo al tiro e soli 10 assist, segno di un attacco statico e basato su iniziative individuali.
1 tripla, romantico ricordo delle retine incendiate in maglia canturina, dell’indimenticato ex Gianluca Basile. Il Baso, non è una novità, lascia ricordi positivi ovunque vada. “Ti ricordi Bilbao?” gli cantano gli Eagles a fine partita, quella tripla da 9 metri per battere la sirena e mandare l’allora Bennet nell’Olimpo delle Top16. Certo che si, la scontata risposta di ogni core biancoblu… e chi se la scorda più?
0 come gli assist nell’intero primo tempo di tutta Capo d’Orlando, conferma ulteriore di una circolazione di palla rivedibile, che né Ilievski, (5 assist, tutti nella ripresa), né Laquintana (10, 3/4 da tre) riescono a lubrificare.
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