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Count Down: la zampata di Feldeine sulla vittoria di Cantù. Moore e Ivanov non salvano Caserta

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stefano gentile, cantùAlla fine è il pacchetto esterni a fare la differenza nella sfida tra Acqua VitaSnella e Pasta Reggia Caserta, con il solo Ronald Moore a tenere testa alle guardie di Sacripanti, che in momenti diversi, imprimono le svolte decisive alla partita. Peccato per una Juve che lascia il Pianella avendo dominato sotto i tabelloni con Ivanov e Scott, capitalizzando però solo in parte la messe di secondi possessi conquistati. Il ritmo elevato dei primi 20′ si ritorce contro i campani, quando Cantù libera in transizione i cavalli del proprio motore, la zona con cui Esposito cerca di costringere Cantù a pensare viene bucata dal Feldeine uscito dallo spogliatoi e da un Gentile che pianta le ultime banderillas nel “toro” casertano:

ronald moore, caserta10 come il differenziale nei tentativi da tre punti, tra i 25 di Caserta, ma solo 8 a bersaglio, e i 15 di Cantù, con 7 realizzazioni. Fin dalle prime battute il piano partita delle due squadre prende strade opposte. La Juve martella dal perimetro, Cantù è più paziente nel cercare il post basso, fatale che quando le percentuali si abbassano a Caserta (che chiude 18/48 da due, contro il 25/45 dei brianzoli) rimangano poche risorse per tenere la scia dei padroni di casa.

9 come i punti di James Feldeine (19, 5/8 dal campo, 4 reb) in ciascuno degli ultimi due quarti di gioco. La guardia dominicana costeggia la partita nel primo tempo, soltanto un punto e un tiro tentato, ma prende in mano il match quando Cantù sembra arrancare contro le zone di Esposito. Le sue tre triple a cavallo dell’ultimo mini-intervallo lanciano il parziale che decide la gara.

8 su 10 dal campo per Michele Antonutti (21, 5/6 da due, 3/4 da tre), una sentenza piedi per terra e un fattore nella partita. In coppia con Scott nei due ruoli di ala, allarga il campo a dismisura, creando parecchi problemi alla difesadi Sacripanti sui close out sui tiratori.

7 come gli assist e i rimbalzi, in spregio ai centimetri, di un Ronald Moore (21, 9/18 dal campo) indemoniato in avvio di partita, tutti suoi iprimi 10 punti Juve. Il playmaker casertano fa di tutto per tener alto il ritmo, attacca in velocità anche da canestro subito, approfittando di una transizione difensiva di Cantù non sempre impeccabile. E 7 falli subiti da un Dejan Ivanov (11 più 13 rimbalzi) monumentale sotto i tabelloni, specie quello canturino, con 9 palloni conquistati, che carica di falli i centri di Sacripanti, entrambi fuori per raggiunto limite, costretto a finire con Buva da numero 5.dejan ivanov, caserta

6 come i rimbalzi di un Ivan Buva da 16 punti con 7/11 dal campo, che fa un altro passo sulla via della continuità di rendimento. Affidabile in post basso, è fondamentale in avvio per controbattere alla sfuriata ospite dei primi minuti, in difesa paga qualcosa quando deve seguire il diretto avversario lontano da canestro, meglio nel pitturato dove rifila anche due stoppate.

5 come gli assist di Darius Johnson-Odom (13, 6/12 dal campo), prova diligente la sua con solo 1 persa e una buona lettura del match. Nel primo tempo attacca con le quattro ruote motrici, mandando a referto 11 dei suoi 13 punti, nel secondo innesca con continunità i compagni, in una serata in cui gli fa difetto solo il tiro dalla distanza (1/5 da i 6.75).

 

4 su 9 dal perimetro, la statistica del primo quarto Juve, che spaventa Cantù con un approccio da “run and gun” efficace per la prima metà gara, che ha però il limite di agevolare la transizione dei padroni di casa. Tutt’altra musica nella ripresa con le percentuali che crollano a 2/14 e i bianconeri che devono rimpiangere qualche tiro aperto sbagliato di troppo, insieme a qualche errore in contropiede che impedisce di giocarsi la partita fino in fondo.

james feldeine, cantù3 su 3 dall’arco per uno Stefano Gentile da 16 silenziosi punti, che accumula numeri importanti a rimbalzo (6) e distribuisce 3 assist. Suoi i canestri che tengono definitivamente lontano gli avversari nel finale di partita.

2 su 12 dal campo, con due falli tecnici (dei 7 complessivi di una terna dalla grande T troppo facile) e conseguente espulsione nella serata di Michele Vitali, che non trova mai il feeling con la partita, finendo col forzare troppi tiri fuori ritmo.

1 assist ed 1 rimbalzo il magro fatturato in 25′ di Claudio Tommasini, con 0/5 dal campo. La guardia da Bologna non ripete la prova dell’andata (season high da 18 con 5/7 da tre), lasciando vuoto lo spot di guradia nella serata in cui Caserta è costretta a fare a mano di Domercant.

0 come i punti nel secondo tempo di Carleton Scott (9 con 9 reb e 2 stoppate), uno dei fattori del bel primo quarto casertano. 0 punti uscendo dalla panchina anche per Marco Mordente (0/6) dal campo, che si unisce al rendimento deficitario, Moore escluso, del pacchetto esterni di Esposito.

 

Stefano Mocerino

BasketItlay.it – Riproduzione riservata

 

 

 

 

Alla fine è il pacchetto esterni a fare la differenza nella sfida tra Acqua VitaSnella e Pasta Reggia Caserta, con il solo Ronald Moore a tenere testa alle guardie di Sacripanti, che in momenti diversi, imprimono le svolte decisive alla partita. Peccato per una Juve che lascia il Pianella avendo dominato sotto i tabelloni con Ivanov e Scott, capitalizzando però solo in parte la messe di secondi possessi conquistati. Il ritmo elevato dei primi 20′ si ritorce contro i campani, quando Cantù libera in transizione i cavalli del proprio motore, la zona con cui Esposito cerca di costringere Cantù a pensare viene bucata dal Feldeine uscito dallo spogliatoi e da un Gentile che pianta le ultime banderillas nel “toro” casertano:

10 come il differenziale nei tentativi da tre punti, tra i 25 di Caserta, ma solo 8 a bersaglio, e i 15 di Cantù, con 7 realizzazioni. Fin dalle prime battute il piano partita delle due squadre prende strade opposte. La Juve martella dal perimetro, Cantù è più paziente nel cercare il post basso, fatale che quando le percentuali si abbassano a Caserta (che chiude 18/48 da due, contro il 25/45 dei brianzoli) rimangano poche risorse per tenere la scia dei padroni di casa.

9 come i punti di James Feldeine (19, 5/8 dal campo, 4 reb) in ciascuno degli ultimi due quarti di gioco. La guardia dominicana costeggia la partita nel primo tempo, soltanto un punto e un tiro tentato, ma prende in mano il match quando Cantù sembra arrancare contro le zone di Esposito. Le sue tre triple a cavallo dell’ultimo mini-intervallo lanciano il parziale che decide la gara.

8 su 10 dal campo per Michele Antonutti (21, 5/6 da due, 3/4 da tre), una sentenza piedi per terra e un fattore nella partita. In coppia con Scott nei due ruoli di ala, allarga il campio a dismisura, creando parecchi problemi alla difesadi Sacripanti sui close out sui tiratori.

7 come gli assist e i rimbalzi, in spregio ai pochi centimetri, di un Ronald Moore (21, 9/18 dal campo) indemoniato in avvio di partita, tutti suoi iprimi 10 punti Juve. Il playmaker casertano fa di tutto per tener alto il ritmo, attacca in velocità anche da canestro subito, approfittando di una transizione difensiva di Cantù non sempre impeccabile. E 7 falli subiti da un Dejan Ivanov (11 più 13 rimbalzi) monumentale sotto i tabelloni, specie quello canturino, con 9 palloni conquistati, che carica di falli i centri di Sacripanti, entrambi fuori per raggiunto limite, costretto a finire con Buva da numero 5.

6 come i rimbalzi di un Ivan Buva da 16 punti con 7/11 dal campo, che fa un altro passo sulla via della continuità di rendimento. Affidabile in post basso, è fondamentale in avvio per controbattere alla sfuriata ospite dei primi minuti, in difesa paga qualcosa quando deve seguire il diretto avversario lontano da canestro, meglio nel pitturato dove rifila anche due stoppate.

5 come gli assist di Darius Johnson-Odom (13, 6/12 dal campo), prova diligente la sua con solo 1 persa e una buona lettura del match. Nel primo tempo attacca con le quattro ruote motrici, mandando a referto 11 dei suoi 13 punti, nel secondo innesca con continunità i compagni, in una serata in cui gli fa difetto solo il tiro dalla distanza (1/5 da i 6.75).

4 su 9 da tre, la statistica del primo quarto Juve, che spaventa Cantù con un approccio da “run and gun” efficace per la prima metà gara, che ha però il limite di agevolare la transizione dei padroni di casa. Tutt’altra musica nella ripresa con le percentuali che crollano a 2/14 e i bianconeri che devono rimpiangere qualche tiro aperto sbagliato di troppo, insieme a qualche errore in contropiede che impedisce di giocarsi la partita fino in fondo.

3 su 3 dall’arco per uno Stefano Gentile da 16 silenziosi punti, che accumula numeri importanti a rimbalzo (6) e distribuisce 3 assist. Suoi i canestri che tengono definitivamente lontano gli avversari nel finale di partita.

2 su 12 dal campo, con due falli tecnici (dei 7 complessivi di una terna dalla grande T troppo facile) e conseguente espulsione nella serata di Michele Vitali, che non trova mai il feeling con la partita, finendo col forzare troppi tiri fuori ritmo.

1 assist ed 1 rimbalzo il magro fatturato in 25′ di Claudio Tommasini, con 0/5 dal campo. La guardia da Bologna non ripete la prova dell’andata (season high da 18 con 5/7 da tre), lasciando vuoto lo spot di guradia nella serata in cui Caserta è costretta a fare a mano di Domercant.

0 come i punti nel secondo tempo di Carleton Scott (9 con 9 reb e 2 stoppate), uno dei fattori del bel primo quarto casertano. 0 punti uscendo dalla panchina anche per Marco Mordente (0/6) dal campo, che si unisce al rendimento deficitario, Moore escluso, del pacchetto esterni di Esposito.

 

Stefano Mocerino

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