Non inizia neppure la sfida tre Dinamo e Acqua VitaSnella, con gli ospiti che non scendono praticamente in campo, sommersi dal 25-8 del primo quarto dopo il quale si potrebbe tranquillamente fischiare la fine del match. Sassari spazza via gli avversari senza dover ricorrere alle proprie enormi risorse, in una partita da “giornata in ufficio”, dove il solo sforzo difensivo produce 20 recuperi e una messe di punti da contropiede diretto o transizione primaria. Dove non arriva l’attacco ci pensano i secondi possessi (16 rimbalzi offensivi dei 35 dei sardi, che pure “perdono” il confronto numerico coi 38 di Cantù), contro una VitaSnella che non riesce a sfruttare la teorica superiorità in temini di centimetri e chili nel pitturato.
Nonostante percentuali che non fanno certo sgranare gli occhi (22/45 da due, 10/30 da tre) la Dinamo mantiene un controllo ferreo sul ritmo partita, candidandosi, se ce ne fosse ancora il dubbio, al ruolo di principale avversaria di Milano (ma i termini dell’equazione andrebbero ormai ribaltati) in ottica scudetto:
10 come le perse di Cantù nei primi 8′ di partita, in cui subisce il 21-3 di parziale che uccide il match. La progressione del numero di palloni alle ortiche o nelle mani degli avversari è impressionante: 11 alla prima sirena , 19 all’intervallo, 26 dopo 30′, 28 alla fine e se non arriva il record assoluto (34) per il campionato italiano è solo per il garbage time con cui si gioca l’ultimo quarto
9 su 19 dal campo per Sassari nei primi 10′, con 5/10 da tre. Il rimto forsennato con cui i sardi attacano la partita quasi stride con l’ignavia degli ospiti che nello stesso periodo prendono solo 9 tiri (2/5 da due, 1/4 da tre), in un avvio sonnolento che compromette immediatamente il risultato.
8 come i punti di Jerome Dyson (15, 5/6 da due e 5 assist), che prende subito il controllo delle operazioni imponendo al match il ritmo gradito dal Banco. Solo dall’arco non trova la misura (1/7), ma il confronto con gli esterni di Sacripanti è a suo totale appannaggio, la sua valutazione (22) è la più alta della serata.
7 su 15 dal campo per DavidLogan (19, 4 reb e 4 assist) con 5/8 da tre. La guardia ex-Maccabi indica subito la via con tre triple e 9 punti nel mortifero primo parziale dei padroni di casa. La naturalezza e la lucidità delle sue letture fa sembrare normale anche il tiro più forzato, per un giocatore che si candida seriamente a MVP del campionato.
6 come i palloni recuperati dalla Dinamo in ciascuno dei primi tre quarti. Se qualcuno aveva ancora dubbi sulle qualità difensive della squadra di Sacchetti, la partita di ieri sgombera il campo da ogni dubbio. Con la stessa aggressività vista a Desio, i sardi annichiliscono una Cantù che fatica ada arrivare alla conclusione, producendo punti in transizione e alzando esponenzialmente il ritmo partita, proprio quello che Sacripanti voleva evitare.
5 su 7 dal campo con due triple e 12 punti nel terzo quarto di Dequan Jones (14 e 2 reb), che in uscita dagli spogliatoi prova a portare in campo la faccia giusta, almeno per provarci. Troppo solo e troppo tardi, il suo sforzo produce solo un provvisorio -13, subito soffocato dalla risposta dei padroni di casa.
4 recuperi a testa per Jeff Brooks (11, 5 reb e 2 assist) e Brian Sacchetti (4, 6 reb e 2 assist), protagonisti di quel lavoro oscuro che è uno dei segreti meglio custoditi della Dinamo di quest’anno. Dietro ai lustrini e al basket spumeggiante del Banco, c’è una solidità tecnica e di squadra non così evidente nell’era dei Diener e che il prodotto di Penn State, passato anche da Cantù, testimonia in pieno.
3 come gli assist di James Feldeine (12, 3/5 da due, 2/5 da tre), al rientro dall’infortunio muscolare che l ha fermeato per due settimane. Il dominicano sembra avere un buon impatto iniziale, dopo l’11-0 dei primissimi minuti, ma il divario in termini di intensità tra le squadre è eccesssivo e anche il suo contributo al match evapora rapidamente.
2 su 6 da due, 2 su 5 da tre nella confusa serata di Johnson-Odom (13, 6 assist, 8 falli subiti) che si getta a testa bassa, ma con ben poco costrutto contro la difesa Dinamo, nel tentativo di frenare l’emorragia. Le 7 perse raccontano della poca qualità delle scelte del prodotto di MArquette, in un match che rappresenta un passo indietro dal punto di vista tattico, rispetto ai recenti progressi.
1 solo canestro a testa per Gentile, Buva e Shermadini. Se il play casertano denuncia i limiti fisici dell’influenza che lo ha bloccato in settimana, i due lunghi non entrano mentalmente mai in partita. Il croato subisce la maggiore atleticità degli avversari, il lungo georgiano è totalmente passivo nelle due aree, con Sassari che banchetta a rimbalzo con lui in campo.
0 come la valutazione complessiva di Cantù nei primi 10 minuti. Basterebbe il quarto iniziale per chiudere la proverbiale baracca coi relativi burattini ed evitare alle due squadre quello che si trasforma in pratica in un lungo scrimmage, buono per la passerella post Coppa Italia dei locali, mentre i brianzoli assistono alla festa. Serve un rapido cambio di mentalità entro Mercoledì, “vernice” del ritorno biancoblu nella fase ad eliminazione diretta di una competizione europea, contro il Kazan di Langfore e Jerrells, certo poco incline a fare da spettatore dell’evento.
Stefano Mocerino
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