Count Down: Buva e DJO fanno la faccia cattiva. Dolomiti senza Energia con un Mitchell irriconoscibile
Come dichiara coach Buscaglia in conferenza stampa, non servono troppe analisi statistiche per descrivere la partita tra Acqua VitaSnella e Dolomiti Energia, di fatto mai iniziata, con Cantù ad imporre ritmo, fisicità ed energia fin dai primi minuti e gli ospiti a prendere la targa degli avversari che sfrecciavano a velocità doppia. C’è questo nel 62% dal campo dei brianzoli, contro il 50% ospite, peraltro aggiustato in un ultimo quarto dove la squadra di Sacripanti alza il piede dall’acceleratore in difesa (31-34 Trento il parziale). Pagina da dimenticare in fretta, che vanifica anche l’83-71 della gara di andata in ottica scontro diretto, ma serve prima un’inversione di tendenza nei risultati, dopo le quattro sconfitte consecutive dell’ultimo mese.
Padroni di casa in rampa di lancio verso la post season invece, imbattuti nelle tre uscite del girone di ritorno e titolari di un sesto posto in coabitazione proprio con l’Aquila:
10 su 12 dal campo per Ivan Buva (24 con 9/10 da due, 1/2 da tre) alla sua miglior prestazione in maglia canturina. Il lungo croato impone la sua stazza contro Pascolo, che lo subisce fisicamente sui due lati del campo, fa la voce grossa a rimbalzo (8) e in difesa (3 recuperi), regalando anche 3 assist ai compagni per 37 di valutazione.
9 come i falli subiti da tutta Trento in 40 minuti, a fronte dei 22 commessi. La poca aggressività dagli uomini di Buscaglia si traduce in un impressionante differenziale nei liberi guadagnati, con i 26 di VitaSnella (20 realizzati) contro il magro 5/6 degli ospiti.
8 su 15 da tre punti per una Cantù che ricerca con costanza il post basso dei lunghi per creare ribaltamenti che creano tiri puliti dal perimetro. In più Acqua VitaSnella sfiora il 65% da due, percentuali ingiocabili per un’Aquila (7/19 dai 6.75, ma solo in virtù del 4/6 del quarto periodo dopo aver toccato il – 32 al 29’) che perde subito contatto, sia fisico che mentale, con la partita.
7 rimbalzi per un Darius Johnson-Odom (22, 7/11 dal campo, 5 assist) che trasuda aggressività da tutti i pori. Si mangia letteralmente il campo nei primi 10’, incendia il Pianella con le sue giocate funamboliche, come quando parte a tutto campo nel secondo quarto per portarsi a casa il ferro (e il braccio di Keaton Grant) dall’altra parte. Il nuovo ruolo, che lo vede meno con la palla in mano, gli calza a pennello, per liberare quelle doti che ne fanno potenzialmente uno degli attaccanti più pericolosi del campionato.
6 come gli assist di Jamarr Sanders (12, 6/11 dal campo, 6 rimbalzi), il solo che dalla panchina provi a cambiare l’inerzia del match per Trento, nonostante dal perimetro non sia serata neppure per lui (0/4). L’ex Veroli prova a restituire qualcosa dell’aggressività che piove addosso ai bianconeri, per linguaggio del corpo è l’unico a salvarsi insieme a Owens.
5 come le palle perse di un Josh Owens (21, 10/13 dal campo, 4 reb), frutto anche del buon lavoro di Cantù sul pick’n’roll che lo coinvolge. Sfrutta bene gli spazi concessi da una difesa preoccupata all’inizio di fermare Mitchell e togliere il perimetro agli ospiti, nella seconda metà ad intensità calante arrotonda le cifre di una prestazione individuale nel complesso positiva.
4 rimbalzi e 14 punti nella partita di Eric Williams (7/9 dal campo) che, in coppia con Shermadini (12, 5/5 dal campo, 2 stoppate) e con il Buva dominante di ieri sera, garantisce a VitaSnella il controllo delle aree. Il pacchetto lunghi di Cantù sfrutta il tonnellaggio per imporre dall’inizio il proprio piano partita, come sottolinea Sacripanti in conferenza stampa, con la collaborazione degli esterni pazienti nel cercare ricezioni profonde dentro l’area, soluzione non abbastanza esplorata in passato. Un imperativo da mandare a memoria per il prossimo futuro…
3 vittorie in fila nel girone di ritorno per Cantù (5 nelle ultime sei gare), che ha cominciato col piglio giusto la fase discendente. I biancoblu, dopo il 2-0 negli scontri diretti con Avellino maturato la settimana scorsa, si portano in vantaggio rispetto a un’altra concorrente nella corsa ai playoff ribaltando la differenza canestri dopo il –12 subìto all’andata. Dettagli non irrilevanti in una classifica che nelle ultime giornate di regular season potrebbe farsi molto corta per stabilire chi e con che seeding parteciperà alla post-season, ma guai a sedersi sugli allori, in vista già di un altro scontro diretto, Domenica prossima a Bologna, contro una Granarolo che, penalità a parte, detiene finora lo stesso record (9v-9p) dei biancoblu.
2 su 6 dal campo per un Tony Mitchell (7 in 14’ complessivi) al minimo stagionale (eguagliati i 7 punti della 5^ di andata a Varese). Sacripanti gli cuce addosso la difesa, principalmente con Jones e Abass, spesso raddoppiandolo o cambiando sui blocchi per lui per negargli tiri aperti. L’ala da Alabama esce presto dalla partita mentalmente, prima che Buscaglia, per scelta tecnica, decida di risparmiargli il secondo tempo, spiegando poi in sala stampa: “Non è rimasto fuori per problemi fisici. Lavoriamo perché si facciano le cose che bisogna fare. E lui le stava facendo meno di quanto non gli riesca di solito”.
1 su 8 dal perimetro per Trento nei primi 20’, in un attacco che non trova sbocchi contro la pressione che Acqua VitaSnella porta sulla palla. C’è molto degli ospiti, oltre agli indubbi meriti di Cantù, in questa sconfitta ,la quarta consecutiva, con la squadra di Buscaglia che ha perso in brillantezza, non solo fisica, rispetto alla prima parte di stagione. Presto per allarmarsi, ma occorre ripartire con altra energia già da Sabato contro Brindisi e in vista della storica Final Eight di Coppa Italia, per non disperdere quanto di buono fatto finora.
0 palle perse di Cantù nel terzo quarto che spezza definitivamente la partita. Se in altre occasioni i brianzoli si erano fatti sorprendere al rientro dagli spogliatoi, compromettendo più di una partita, stavolta giocano 10’ che rasentano la perfezione, con 10/13 da due e 3/5 da tre e 8 assist, per un 48 di valutazione che finisce l’avversaria già stesa.
Stefano Mocerino
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