Count down – Abass con i gradi da capitano, Heslip chirurgico ‘down the stretch’. Così Cantù ha ragione di una coriacea Torino
Alla fine arriva la prima vittoria stagionale per l’Acqua VitaSnella Cantù, non senza sofferenze, tutt’altro, contro una Manital Torino capace di fare la partita per quasi tre quarti di gioco. Il predominio in vernice (il conto rimbalzi finisce comunque 36-47 per gli ospiti) con la coppia Ivanov–Ebi ed un Robinson pressoché imprendibile portano la squadra di Bechi al vantaggio in doppia cifra in avvio di ripresa. Ci vuole la scossa del miglior Abass, prova da capitano in tutti i sensi, per mostrare la via e il tiro perimetrale ritrovato per permettere a Cantù (12/33 complessivo, con 8/15 dopo l’intervallo), prima la rimonta e poi la fuga, in un finale a parti invertite rispetto alla sfortunata trasferta di Reggio Emilia. Torino non trova alternative nelle proprie risicate rotazioni e alza bandiera bianca. In count down, i numeri chiave della sfida del Pianella:
10 come i punti di Awudu Abass (26 con 5/9 da tre, 9 reb., 6 falli subiti, 33 di valutazione) nel quarto conclusivo, quando il capitano lancia l’assalto definitivo alla partita. E’ lui a firmare il primo sorpasso della ripresa a 3′ e 23” dalla sirena, così come lui aveva dato il via alla reazione di Cantù, affacciata sull’orlo del baratro sul -11 in avvio di terzo quarto, senza trascurare, cifre a parte, un linguaggio del corpo capace di trascinare i compagni. E con la maturità per ribaltare una serata iniziata malissimo,con gli zero punti e le cattiva letture del suo primo quarto. Capitano vero.
9 punti e soprattutto 5 assist nella partita di Langston Hall (3/6 da due, 1/2 da tre), anche lui capace di reagire ad una prima metà dove viene abusato da Robinson. Contribuisce in solido a chiudere il gap nel terzo quarto con i 5 punti finali che tengono Cantù in scia all’ultimo mini-intervallo, prende in mano il ritmo partita nei 10′ finali, innescando i tiratori e chiudendo con sole 2 palle perse. E 9 rimbalzi per un LaQuinton Ross non bello (4/15 al tiro intestardendosi troppo nell’1vs1 dopo l’inizio promettente), ma volitivo e costante nel tenere sotto scacco la difesa ospite (7 falli subiti) col valore aggiunto di 4 punti fondamentali nei minuti decisivi.
8 su 15 per l’Acqua VitaSnella dai 6.75 nella seconda metà, dopo il tiro a segno con poco costrutto (4/18) dei primi 20 minuti. Cantù vive e muore con le proprie percentuali dal perimetro quest’anno. Il ‘trucco’ sta nella circolazione di palla e nella costruzione dei tiri, fluida nella ripresa quanto era stata farraginosa nella prima parte, con tiri dal palleggio e poca condivisione.
7 su 11 da due, 1/3 da tre con 5 rimbalzi e altrettanti assist nel tabellino di Dejan Ivanov. Il bulgaro tiene a lungo in scacco la difesa canturina, con un primo quarto dominante da 11 punti in cui banchetta in area su ogni pick’n’roll, e lancia il parziale Manital in uscita dagli spogliatoi. All’ottava stagione in Italia e giunto a Torino per sostituire l’infortunato White, la 29enne ala-centro ex-Caserta dimostra di poter ancora dire la sua nel massimo campionato. E 7 su 14 da due per un Ndudi Ebi (anche 14 rimbalzi di cui 6 offensivi) che sfrutta al massimo la sua energia per portare scompiglio nell’area avversaria. Accoppiato difensivamente anche a Ross, lo mette in seria difficoltà facendogli sentire il fisico. L’ultimo ad arrendersi quando Cantù rinviene e si prende la partita.
6 come le stoppate di un Jared Berggren (4pti e 7 reb) in versione intimidatore. Se dal punto di vista offensivo perde il confronto con i lunghi di Bechi, il centro da Wisconsin sigilla il pitturato con l’avanzare del match, una chiave nel quarto di coda quando dice di no tre volte (a Miller prima, due volte a Ivanov poi) nei possessi che decidono la sfida.
5 come gli assist di un Dawan Robinson (16, 8/12 da due, ma 4 perse) proprietario del match per 25 minuti, in cui le sue scorribande al ferro paiono inarrestabili, sia per l’avversario diretto, sia per gli aiuti poco puntuali della difesa canturina. L’ex Varese e Bamberg fa un gran lavoro difensivo su Heslip, mettendogli il corpo addosso, ma dà un calcio al secchio del latte nei 10′ finali, in cui combina per 2 perse e -3 di valutazione, con Hall che gli prende le misure e lo toglie dalla partita.
4 come le immancabili triple di Brady Heslip (16, 4/11 da tre e 4 assist). Il canadese dimostra uno tra gli assunti in apparenza più banali dello sport dei canestri: i tiratori devono continuare a tirare. Non a caso, dopo aver infilato la prima tripla dell’incontro, salvo sparire poi nei due quarti centrali, il prodotto di Baylor sciorina un quarto periodo da 11 punti, con tre missili che forniscono a Cantù il carburante necessario per completare la rimonta e chiudere il conto.
3 come la valutazione complessiva, uno a testa, del trio Rosselli–Miller–Dawkins, i due esterni titolari più il sesto uomo della Manital. Partita anonima dell’ala italiana, zero punti e due soli tiri tentati, impatto irrilevante in uscita dal pino della guardia da Duke (7pti ma 1/5 da tre e -13 di plus/minus). Il solo Miller dà qualcosa nello 0-10 con cui Torino apre la ripresa ed è altrettanto efficace in difesa su Heslip, prima che il canadese si prenda abbondante rivincita negli ultimi 10 minuti di partita.
2 come i punti di Kenny Hasbrouck (1/6 dal campo, 2 perse e -3 di valutazione in 14′), deludente per impatto sulla partita, così come il resto di una panchina che con l’infortunio di Laganà, da valutare ma parso subito serio, appare sempre più inadeguata ad una stagione che da Martedì vedrà il doppio impegno con il via della Fiba Eurocup.
1 come il solo minuto (e spiccioli) concesso a Tessitori. Vale il discorso fatto sopra, con il nativo di Pisa e il polacco Wojciechovski (5 più 5 reb) finora non all’altezza del compito, ma congelarlo in panchina non sembra il modo migliore per ottenere risposte dal prospetto azzurro.
0 come lo 0/10 da tre di Torino nel secondo tempo, dentro una prestazione da 2/18 complessivo. Senza tiro perimetrale è dura portare a casa i due punti nel basket moderno, la Manital riesce a farne quasi a meno per oltre metà gara, con una distribuzione di tiro equilibrata (2/8 da tre nel primo tempo corroborato dal 15/27 da due) e soprattutto fin quando Cantù sparacchia a vuoto. Ma quando i tiratori di Corbani entrano in ritmo, Torino si ritrova senza i punti nelle mani per restare in partita, con il 27-12 dell’ultimo quarto che condanna i piemontesi.
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