Road to Final8 – Brindisi: non più solo una sorpresa, ma una bella realtà
Ci siamo. Un anno dopo la splendida cavalcata di Firenze, Happy Casa Brindisi parte alla volta delle tanto attese Final Eight di Pesaro per l’edizione 2020. Impossibile seppellire il ricordo della dolorosa finale di coppa persa contro Cremona, ma altrettanto impossibile nascondere che quella toscana è stata un’impresa epica nonostante il finale, e per questo probabilmente sarà difficile ripetersi.
Anche quest’anno i pugliesi dovranno tener testa a un’avversaria ostica e pericolosa, la Dinamo di coach Pozzecco, il quale prese per mano la squadra sarda per la prima volta proprio nell’occasione fiorentina, tentando di strappare la vittoria nella semifinale ai brindisini.
STORIA
Sesta partecipazione in otto anni di massima serie per la formazione pugliese, che si è sempre fermata ai quarti di finale o nella semifinale, venendo eliminata dalle più blasonate Siena, Sassari e Milano. Eccezion fatta, dunque, proprio per la stoica finale della scorsa edizione.
LO STATO DI FORMA
Negli ultimi mesi vari infortuni hanno messo alla prova gli uomini di coach Vitucci. Per sopperire all’assenza di Kelvin Martin la società è corsa subito ai ripari con Dominique Sutton, decidendo di compiere l’ennesimo sforzo economico e passando così alla formula del 6+6. Qualche affaticamento derivato soprattutto dal doppio impegno settimanale (Champions League), terminato lo scorso 4 febbraio, eppure Brindisi è lì nelle prime file della classifica, temutadi domenica in domenica dalle più. Un bilancio stagionale finora più che positivo, fatto di 13 vittorie su 21 gare disputate per 26 punti complessivi, gli ultimi due conquistati proprio sul campo di una non troppo scontata Pesaro.
PUNTO DI FORZA
Una squadra solida che applica in campo un gioco fluido, di qualità e che fa divertire il proprio pubblico. Leader indiscusso il capitano Adrian Banks, la cui assenza forzata dei compagni nelle ultime uscite, lo ha costretto a vedersi aumentare il minutaggio in campo, e che di certo non è stata una delusione (miglior marcatore del campionato con 21.2 punti medi a partita). E poi le transizioni pericolose di Stone, la classe di un glaciale Thompson, le giocate atletiche del trio Brown-Martin-Sutton, sempre pronto ad anticipare il loro pari ruolo in difesa. Ma è ottimo anche l’apporto che proviene dalla panchina e soprattutto dal palco di italiani, dai tiratori del calibro pesante Zanelli e Campogrande, alle tante palle sporcate e stoppate di Gaspardo.
PUNTO DEBOLE
Se da una parte la palla gira bene e rapidamente in azione offensiva, dall’altra parte la difesa costituisce una sorta di cantiere aperto con lavori continui, sulla quale il tecnico biancazzurro lavora tanto cercando di estrarre il meglio dai propri ragazzi. Spesso il quintetto brindisino viene punito da penetrazioni frontali, e talvolta la lotta al rimbalzo si rivela più dura del previsto, creando spazi inevitabili che l’avversario riesce a strappare e ad ottimizzare.
OBIETTIVO
L’anno scorso l’Happy Casa arrivò alle Final Eight in uno stato di forma che non permise ai sassaresi di prevalere. Quest’anno la storia è un’altra, i biancoblu della Dinamo volano in alto, da molti indicati come i candidati ad arrivare fino in fondo al campionato. Brindisi, tuttavia, cercherà di sfruttare a pieno le potenzialità di ognuno, affrontando la competizione con tutti gli uomini a disposizione e in piena forma. Impossibile fare pronostici, poiché l’esperienza insegna che niente nel basket è scontato o troppo evidente.