Era l’obiettivo dichiarato della Lenovo per Gara 3: portarla a casa a qualsiasi costo, con le unghie e con i denti (come dirà Trinchieri in sala stampa) e così è stato. Cantù supera l’Acea 81-73 e si porta sul 2-1 nella serie con una partita di grande concentrazione difensiva ed una fisicità superiore in tutti gli aspetti del gioco, che perdonano anche una serata negativa dal perimetro (3/18 contro il 6/19 ospite) con diversi tiri ben costruiti che non trovano il fondo della retina.
Gli uomini di Trinchieri stravincono il duello sotto i tabelloni (49-30 pro Lenovo con 17 offensivi)con un Tyus (18 e 10 rimbalzi) a tratti esplosivo, ben supportato da un Jeff Brooks (8 più 7 rimbalzi), protagonista silenzioso per il modo in ci si sta sacrificando contro il talento di Gigi Datome (15 e 5 rimbalzi, ma 4 /14 dal campo). Lawal (8 più 7 reb), ci mette l’abituale forza muscolare, ma in attacco produce soprattutto palle perse (6) a suon di infrazioni di passi. La sfrontatezza di un Ragland nel complesso meno brillante diventa un fattore nel secondo tempo dove segna tutti suoi 11 punti (più 9 sorprendenti rimbalzi, considerata la taglia), mentre Aradori (19 e 8 rimbalzi) mette fieno in cascina e i punti che chiudono il match nel quarto periodo. L’attacco di Calvani, oltre a Datome, si regge su Goss (19, 3/8 da tre) e i un aggressivo Bobby Jones (13 con 5 rimbalzi), ma fatica per 40’ contro la feroce difesa canturina e quando perde Taylor per una botta al naso già fratturato cerca di riaprirla di pura intensità. E’ la lucidità che fa difetto ai capitolini per poter concretizzare la rimonta.
In cronaca. Lenovo parte aggressiva in difesa e Roma, con Bailey in quintetto e Czyz e Lawal da lunghi, paga l’impatto fisico dei padroni di casa. L’Acea produce 4 perse nei primi 3’ , di là Aradori sfrutta il mismatch contro Taylor, prima che Leunen e Tyus lancino il parziale interno per il 14-2 sul primo time out di Calvani. Il coach capitolino abbassa il quintetto e con l’intraprendenza di Goss sblocca il proprio attacco. Cantù rallenta un minimo, ma si mantiene in controllo sul 20-12 prima che l’ingenuità di Cusin regali a Taylor (6 con 3/11 dal campo) i due punti del – 6 alla prima sirena.
Cantù esce dal mini riposo con la voglia di mordere e correre. La tripla di Aradori e un Tyus esplosivo a rimbalzo d’attacco griffano il 26-14 dopo pochi possessi. Lawal alza il livello di intimidazione in difesa e si mette al lavoro Datome, per riavvicinare la Virtus sul 28-22 a metà frazione. E’ la giocata da 5 punti (tripla più fallo e canestro sul seguente rimbalzo d’attacco) di Bobby Jones a riaprire del tutto i giochi, con Cantù a disagio nel ritmo basso imposto dalla zona romana, che trova punti solo dalla linea della carità per il 35-32 dell’intervallo lungo.
Inizio di ripresa con Cantù ancora più aggressiva e pronta. Il solito Aradori e i primi punti di Ragland fanno 43-34, ma ancora il time out di Calvani restituisce una Virtus più concentrata e più cattiva dietro, che ha successo nel rallentare di nuovo il passo della partita. Cantù fatica in attacco, ma ha il merito di tenere alla grande nella propria metà campo, dove concede solo 10 punti agli avversari e capitalizza l’antisportivo di Taylor su Scekic per chiudere avanti 51-42 dopo 30’.
Fattore costante del match, anche l’avvio del quarto di coda vede Cantù più brillante e quando Mancinelli mette il proprio autografo su Gara 3 con un paio di giocate offensive e facendosi sentire a rimbalzo Lenovo ricostruisce un margine in doppia cifra, 55-42 su cui Calvani ferma ancora la partita. L’infortunio di Taylor accorcia ulteriormente le rotazioni Acea, Ragland trova finalmente la misura dall’arco e fissa il 62-48 a 5’. Roma ricorre al pressing a tutto campo, mossa molto utile nei primi due episodi e approfittando di qualche errore canturino e dell’antisportivo a Leunen dimezza il passivo sul 64-57 a 3’ dalla fine. Lenovo però non ci sta, non in casa propria, e con Aradori e Ragland, che scippa Goss e conclude in contropiede si riporta a + 12, 71-59 a 2’ dalla sirena, chiudendo di fatto i conti, nonostante un paio di ingenuità e palloni buttati al vento che ricordano il finale di Gara 4 contro Sassari. I biancoblu assicurano il punto del 2-1 e guardano già a Venerdì per impattare la serie e ripartire alla conquista della Capitale, Roma sente il peso delle rotazioni accorciate (oggi fuori anche D’Ercole, mentre lo stesso Datome gioca sotto infiltrazione antidolorifica alla caviglia) e pensa ad aggiustare i dettagli e le piccole cose senza le quali, Calvani lo sottolinea in sala stampa, non si porta a casa la pelle contro squadre del livello e dell’esperienza di Cantù.
Lenovo Cantù-Acea Roma 81-73 (20-14, 35-32, 51-42)
Lenovo Cantù: Abass ne, Scekic 6, Smith ne, Leunen 7, Mazzarino 3, Brooks 8, Tyus 18, Tabu 3, Ragland 11, Aradori 19, Cusin, Mancinelli 6. All.Trinchieri
Acea Roma: Goss 19, Jones 13, Tonolli ne, Gorrieri ne, Datome 15, Bailey 5, D’Ercole ne, Taylor 6, Lawal 8, Czyz 4, Lorant 3, Tambone. All: Calvani
Stefano Mocerino
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