Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell'”Associazione Culturale Costantino Reyer.”
Aperitivo granata: la storia della Reyer raccontata dalle sue bandiere
Inizia a Mestre presso la Bio-osteria del PalaPlip il ciclo di incontri con i grandi
“ex” della storia reyerina. Si comincia venerdì 24 ottobre con gli anni Sessanta,
dalla viva voce di Cedolini, Ferro, Lessana, Guadagnino e Zamarin.
Venezia – Dopo il preludio dedicato alla storia dei due scudetti in tempo di guerra, inizia ufficialmente “Aperitivo granata”, il ciclo di incontri con i grandi ex della storia della Reyer, organizzato dall’Associazione Culturale Costantino Reyer con il sostegno dei gruppi organizzati dei tifosi reyerini, dai Panthers, al Glorioso Vessillo, ai No ghe xe.
Tanti i nomi degli ex giocatori che hanno dato la disponibilità a raccontare la loro epoca e la loro vita in maglia granata. Da Luca Silvestrin a Giovanni “Nane” Grattoni; da Andrea Gianolla a Loris Barbiero, a Massimo Guerra. Gli incontri si svolgeranno nei prossimi mesi presso la Bio-osteria del PalaPlip di Mestre (via San Donà 195).
Si comincia venerdì 24 ottobre (19.00) con gli anni Sessanta, l’era del boom del basket in Italia, con i protagonisti del ritorno della Reyer nella massima serie e delle successive entusiasmanti stagioni. A raccontare quegli anni sarà un vero manipolo di “reyerini doc”: Giorgio Cedolini, Franco Ferro, Manolo Guadagnino, Ezio Lessana e Roberto Zamarin. Un quintetto mitico che costituì l’ultima Reyer “tutta veneziana” della storia.
“Sarà un tuffo nel passato, ma senza nostalgia – precisa David Marchiori, presidente dell’Associazione. «E’ soprattutto la voglia di trovarsi e ritrovarsi quella che ci muove, cercando lungo il cammino della storia di riallacciare quei tanti fili invisibili che uniscono ex giocatori, allenatori, tifosi e appassionati, accomunati dalla passione per la Reyer. E’ un’iniziativa “in divenire”, aperta a tutti. E a tutti gli appassionati chiediamo di partecipare di persona: sarà un’occasione unica per scoprire e riscoprire il più grande patrimonio reyerino: le sue persone”