La Betaland Capo d’Orlando centra una vittoria storica in una domenica che ricorderà a lungo: il miglior scarto di sempre in Serie A, 43 punti, sulla Red October Cantù.
Oltre ai numeri che sono impietosi nelle rispettive maniere, ciò che viene fuori da questo incontro è la prova ai limiti della perfezione degli uomini di coach Di Carlo.
Trascinati da Fitipaldo, che alla fine migliorerà il record di assist personali stabilito la scorsa settimana (13 a Trento, oggi 14), la Betaland gioca in maniera fluida in attacco, passandosi la palla, spingendo sempre il contropiede, trovando sempre l’uomo libero o quello meglio posizionato per un buon tiro. Ne viene fuori un mix perfetto, in una giornata in cui, causa rotazioni ridotte all’osso (7 uomini), Di Carlo riesce a trarre il meglio da ognuno per sovrastare una squadra ben più quotata e sicuramente considerata favorita prima dell’incontro.
Kurtinaitis invece deve fare i conti con una squadra disunita, che non dà continuità alle belle vittorie interne con Pesaro e Sassari, e che invece fa più che un passo indietro, non solo in termini di gioco ma anche per quanto riguarda l’atteggiamento.
Ciò che più farà rabbia alla dirigenza e a tutto l’ambiente canturino sarà certamente il modo con cui questa sconfitta è maturata: in avvio, in realtà, solo qualche giocata personale di Waters o Acker a tenere a galla la Red October, sino a quando, nel momento migliore, in uscita dal timeout, i padroni di casa prendono il sopravvento e scappano via definitivamente.
Nessuno riesce a contenere Fitipaldo, che fa letteralmente ciò che vuole bucando la difesa avversaria, poco aggressiva e poco attenta anche nei “roll” di Iannuzzi e Delas, che più volte si trovano ad appoggiare comodamente a canestro. Quando poi i due lunghi di Capo d’Orlando si concedono anche il lusso di schiacciare in faccia ai ben più atletici giocatori avversari, allora la partita può considerarsi davvero conclusa.
Cantù esce da questo incontro bastonata, perché è difficile ricordare ad oggi una sconfitta così clamorosa contro un avversario considerato alla portata; il prossimo impegno a Reggio Emilia, in un campo decisamente difficile da violare, fornirà delle risposte non soltanto all’allenatore ma anche alla dirigenza stessa che in caso di prova non sufficiente potrebbe essere costretta a dover prendere delle scelte dolorose.
Capo d’Orlando si gode questo momento di gloria, guarda al futuro con ancor più convinzione e avrà il tempo di inserire quasi certamente un altro giocatore per sopperire quanto meno alle assenze di Perl (2-3 settimane) e Berzins (stagione finita).
Betaland Capo d’Orlando – Red October Cantù 96-53 (25-17, 48-31, 69-44)
Capo d’Orlando: Carlo Stella, Galipò n.e., Fitipaldo 13, Iannuzzi 14, Laquintana 7, Giglia, Nicevic n.e., Delas 14, Diener 14, Pavlicevic n.e., Archie 16, Stojanovic 18. Coach: Di Carlo.
Cantù: Acker 8, Barapapè n.e., Parrillo 2, Laganà n.e., Pilepic 5, Waters 8, Callahan 1, Darden 18, Quaglia n.e., Travis 4, Johnson 2, Lawal 5. Coach: Kurtinaitis
Tiri da due: Capo d’Orlando 31/57, 54% ; Cantù 13/34, 38%
Tiri da tre: Capo d’Orlando 8/19, 42% ; Cantù 5/16, 31%
Tiri liberi: Capo d’Orlando 10/13, 76% ; Cantù 12/17, 70%
Rimbalzi: Capo d’Orlando 43 (28 dif., 15 off.) ; Cantù 26 (20 dif., 6 off.)
Assist: Capo d’Orlando 26 ; Cantù 7