Sono passati nove anni dall’ultima volta ma Drake Diener è pronto a indossare nuovamente la canotta di Capo d’Orlando: la squadra con cui ha esordito nel nostro campionato.
«Questo è proprio un posto magico – ha dichiarato l’ex Sassari ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Qui nella stagione 2007-08 abbiamo fatto tante magie. Mi piace il posto, ho tanti ricordi bellissimi, sono tornato per vincere e magari rivivere quei momenti».
Per l’Orlandina è stato il colpo di mercato. Questa è una squadra completamente ridisegnata e ancora più giovane rispetto allo scorso anno. Con Nicevic è il più esperto, ma lei, anche per il ruolo, è chiamato a indossare i panni di leader: la preoccupa?
«Quando sono arrivato a 25 anni da Castelletto Ticino dove avevo fatto la Legadue, insieme a Gianmaria e Meo (Vacirca d.s. e Sacchetti coach, ndr.), avevo energia ed entusiasmo per giocare. Oggi forse non ho le stesse energie, ma l’entusiasmo è ancora maggiore. Sono consapevole che dovrò dare l’esempio, essere sempre al massimo. Rispetto a qualche anno fa, mentalmente mi ritengo più maturo, sarà un orgoglio per me guidare questo gruppo, non mi tirerò indietro».
Una squadra dove manca ancora il lungo titolare, dove c’è un tecnico giovane. Le sue prime impressioni?
«Wonderful! In queste prime settimane abbiamo lavorato bene, sono contento di quello che stiamo facendo, per migliorare ci sarà tempo, così come per inserire altri giocatori. L’assenza del lungo non mi preoccupa, conosco la società, i Sindoni (Enzo presidente e Giuseppe d.s., ndr.’), sono bravi e competenti, non avranno difficoltà a trovare il giocatore giusto. Coach Di Carlo è uno che parla molto con noi, ci tiene ad avere un buon rapporto con tutti e in campo lavora tanto. Mi piace».
Sarà un campionato difficile, già alla partenza subito i campioni d’Italia?
«Certamente sarà un inizio in salita, ma forse è meglio affrontare subito Milano che un’altra squadra. Ho sfidato nelle ultime stagioni l’EA7, ma quella di quest’anno, sono convinto sia la più forte che hanno costruito. Chissà, magari per noi giocare subito potrà essere un bene, con tutto quel talento avrà bisogno di più tempo per trovare la chimica giusta. Non sarà facile batterli, ci proveremo, vogliamo cominciare bene per noi, per il nostro pubblico. Non ho dimenticato il calore del PalaFantozzi, i tifosi sono davvero il sesto uomo, ti aiutano sempre, così come sono eccezionali quando ti incontrano per strada. Appena sono arrivato a Capo, dopo la settimana di ritiro (la squadra si è radunata 10 giorni fa a Borgo Abacena un resort nel Comune di Tripi sui Nebrodi, ndr.), sono andato a mangiare un panino nelle stesso posto che frequentavo 9 anni fa, perché volevo salutare il mio amico gestore».
All’improvviso una telefonata, interrompe il racconto. Drake chiede scusa e risponde: dall’altro capo la moglie.
«Sta prendendo l’aereo che la porterà in Sicilia – dice al termine con gli occhi che brillano -tra poche ore arriverà insieme ai miei 3 figli. Quando le ho detto che c’era la possibilità di tornare a Capo ha subito detto si. Questo per una famiglia come la nostra (il maggiore dei figli di Drake ha meno di 5 anni, ndr.), è un posto ideale: tranquillo, ti permette di vivere bene. Virginia, oltre ad essere una bravissima moglie e mamma, è un’ottima cuoca, cucina perfettamente all’italiana. Il piatto che preferisco? La pasta ovviamente, in famiglia la mangiamo volentieri tutti, non per niente due dei miei figli sono nati a Sassari».
Cosa preferisce fare quando non lavora Drake Diener?
«Passeggiare in riva al mare, è rilassante. Io abito nel Wisconsin, a Fond du Lac, sulle sponde del Winnebago. È un grande lago, si può fare il bagno, ma non c’è spiaggia. Qui invece è bellissimo anche d’inverno, figuriamoci adesso d’estate. Non vedo l’ora di portare la mia famiglia a camminare e giocare su questa sabbia, sono sicuro che impazziranno dalla gioia. A Sassari dovevamo fare un po’ di strada per arrivarci, qui invece ce l’abbiamo sotto casa, potremo venirci a piedi. La prima cosa da fare, sarà perfezionare il nuoto dei bambini, ma ci sarà tempo anche per quello».