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Cantù, sipario sul palazzetto. Il Comune risolve il contratto con Turra

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I rinvii ed il protrarsi degli incontri atti a verificare la possibilità di subentro di un nuovo soggetto (Cmr Edile di Reggio Emilia) sotto la supervisione del Tribunale di Brescia non lasciavano presagire nulla di buono. E puntuale ieri sera è arrivata la conferma ufficiale attraverso l’Albo Pretorio del Comune e attraverso i social network con un post del Sindaco di Cantù Bizzozero: il progetto del “nuovo” – aggettivo del tutto eufemistico visti gli anni trascorsi – palazzetto di Corso Europa a Cantù tramonta definitivamente.

Attestata l’impossibilità del passaggio di consegne, per ragioni tecnico/finanziarie che poco rilevano agli occhi degli appassionati di basket, l’Amministrazione delibera la rescissione del contratto per inadempienza del costruttore (l’ormai famigerata ditta bresciana Turra), decretando la fine definitiva di un progetto cui da tempo in città nessuno credeva più. Scenari nebulosi quelli che si aprono ora per l’area di cantiere, con alle viste una lunga battaglia legale, dovesse Turra – come probabile – impugnare il provvedimento.

 

Riassumendo il lungo percorso che ha portato al collasso dell’opera, il primo cittadino canturino prova ad abbozzare lo scenario futuro: “Qualsiasi strada si deciderà di percorrere, dovrà essere preventivamente valutata con la società Pallacanestro Cantù, senza la quale il palazzetto non avrebbe ragione di esistere. Il mancato coinvolgimento della società nei precedenti tentativi (…) e la megalomania che ha caratterizzato entrambi i progetti naufragati sono stati il principale motivo di fallimento degli stessi”.

Due punti chiave, incredibilmente ignorati nei progetti falliti, nonostante persino metropoli come Milano e Roma abbiano optato per soluzioni più contenute e commisurate alla domanda di basket del territorio.

“Fermo restando tutto questo – prosegue Bizzozero, la cui Amministrazione aveva ereditato il faraonico project financing – resta però il problema di fondo: la città non ha ancora il palazzetto ed in questo le responsabilità politiche sono enormi ed evidenti, e coinvolgono tutte le amministrazioni che si sono susseguite nel corso degli anni. Per noi si apre una nuova partita per la quale ci assumeremo interamente le responsabilità”

Su eventuali tempi, naturalmente, nessuno è in grado di sbilanciarsi: “Se dalle ceneri del PalaTurra potrà nascere qualcosa di nuovo ce lo diranno i prossimi mesi – conclude il Sindaco – . Nell’arco dei prossimi sei/otto mesi sapremo se un’ipotesi davvero risolutiva potrà effettivamente concretizzarsi oppure no, e nel caso in cui dovessimo verificarne l’effettiva impossibilità lo diremo alla città senza timori”.

Dopo un quarto di secolo dalle prime mosse del primo progetto sull’area di Corso Europa (quel PalaBabele il cui scheletro fu poi abbattuto per far posto al nuovo impianto dopo aver campeggiato per anni come biglietto da visita della città) Cantù vede tramontare forse definitivamente la possibilità di un proprio moderno impianto. Rimane sulla carta il progetto di ampliamento del Pianella (che sorge, lo ricordiamo, sul territorio del comune limitrofo di Cucciago) presentato dall’ex patron Corrado, le cui incognite al momento non consentono comunque previsioni. E’ comprensibile allora tutta l’amarezza che traspare dai commenti dei tifosi in rete e che non può che accomunare ogni appassionato di basket della penisola, le cui istituzioni hanno dimostrato una volta di più la cronica incapacità nel sostenere lo sport nazionale (non solo il basket, addirittura “Sua Maestà” il calcio soffre di problemi analoghi). Quando ci si interroga sulla carenza di talenti italiani e sul poco spazio che trovano in serie A, forse bisognerebbe partire proprio da questo tipo di considerazioni.

Stefano Mocerino

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