Finisce con la vittoria 74-67 di Cantù su Avellino il primo scontro di alto livello in Serie A nello scenario del Pianella. E’ stata partita vera, a tratti non bella magari, ma sempre combattuta e molto fisica in entrambe le metà campo, che alla fine ha premiato la squadra più lucida nell’adattarsi alle chiavi proposte dal match. La Sidigas ha saputo mettere sabbia negli ingranaggi biancoblu per buona parte del primo tempo e in avvio di terzo quarto, giocando a ritmo controllato e negando il perimetro a un’avversaria che del tiro da tre fa un marchio di fabbrica. Le percentuali canturine dall’arco (8/25 alla fine, ma solo 1/8 nei primi 20′) raccontano dell’aggressività degli uomini di Vitucci sulle uscite dai blocchi, per contro i brianzoli hanno saputo attaccare l’area con gli esterni e sfruttare i centimetri e la stazza dei proprio big men. Non a caso Cantù vince il confronto in vernice (34 punti in area contro i 20 di Avellino), anche in una sera in cui va ancora sotto a rimbalzo (27-39 Sidigas con 10 rimbalzi offensivi), ma tratta bene la palla (solo 10 perse) e porta a casa il match quando toglie l’opzione primaria sui pick’n’roll avversari, che innescava regolarmente gli esterni di Vitucci, a tratti mortiferi dai 6.75 (10/29 alla fine). Ancora Joe Ragland (14, 10/16 dal campo e 5 assist) guida le truppe biancoblu, esplodendo in un quarto periodo dove segna in qualsiasi modo, trovando tra l’altro le uniche due, micidiali, triple della sua partita, dopo aver fatto a fette la difesa con le sue penetrazioni. In una sera dove entrambe le panchine danno poco, i pretoriani di Sacripanti fanno la differenza, con un Leunen (7 più 7 reb) che lubrifica la farraginosa circolazione di palla canturina nei secondi 20′ e un Aradori (11 con 2/5 da tre e 2 assist) che mette i chiodi nella bara avellinese nel finale, pur non ancora al 100% fisicamrente. Avellino risponde con Richardson (16 e 7 reb) e Dean (19, 5/10 da tre) che producono la maggior parte del fatturato ospite, con Lakovic a distribuire assist (7) ma meno efficace come scorer (8 con 2/7 dal perimetro), soprattutto quando è marcato, scelta di Sacripanti, da giocatori più alti. E’ Jenkins (10 con 4 falli subiti)a farsi apprezzare in difesa sull’ex-Barcellona, ma il lavoro dei lunghi canturini è fondamentale per proteggere la vernice: Cusin (10 più 4 reb) e Uter (7 più 2 reb, il giamaicano ha il plus/minus più alto dei suoi a +13) in” staffetta” fanno un eccellente lavoro contro Thomas (11 più 8 reb) e Ivanov (9 e 3 reb), mentre dalla panchina Vitucci, costretto a rinunciare a Jarvis Hayes, non trova uomini in grado di reggere il campo con la stessa efficacia dei titolari.
In cronaca. Cantù parte aggressiva in difesa e prova a correre con un paio di transizioni da palla recuperata. La Sidigas non si scompone, inizia a lavorare il cronometro con Lakovic e in difesa mette il fisico sulle uscite dai blocchi per i tiratori, complicando il tiro perimetrale dei padroni di casa. Cantù perde ritmo concedendo troppo sotto il proprio tabellone, Richardson e Dean scrivono il primo vantaggio esterno, 6-7 dopo 5′. L’uomo da Loisville in particolare (10 pti nel primo quarto) si accende dal perimetro segnando il +6 ospite, limato dalla tripla di Leunen (sarà l’unica dell’intero primo tempo per Cantù) per l’11-14 di fine primo quarto.
I brianzoli buttano alle ortiche un paio di palloni a cavallo della prima sirena, Spinelli apre mandando a canestro Thomas, poi ancora Dean dall’angolo inchioda il nuovo +6. Nella serata nera dall’arco, gli uomini di Sacripanti rimediano attaccando il ferro, soprattutto con Ragland ed un intraprendente Cusin, che riporta la parità a 25 con 2′ da giocare. Avellino segna solo 2 punti nei 5′ prima del riposo e il lavoro di Aradori spalle a canestro produce i liberi del vantaggio interno 28-25 dopo 20′.
La Sidigas esce meglio dagli spogliatoi, Cantù concede comode ricezioni sul perimetro, mentre Thomas in vernice produce le cose migliori della sua partita. Sempre Dean e Richardson martellano da fuori e Avellino riprova la fuga sul 33-39 dopo un parziale di 5-14 in 4′. Cantù reagisce in difesa e con caparbia risale e sorpassa con Uter che chiude il contro-parziale di 8-0 pro Cantù. Sacripanti prova la zona e mette zucchero nel serbatoio biancoverde. Nel pirotecnico finale Gentile e Jenkins colpiscono dai 6.75, prova a rispondere Lakovic, ma ancora l’uomo da Maddaloni capitalizza l’antisportivo di Richrdson a 2” dall’ultimo intervallo, con i liberi e l’alzata direttamente dalla rimessa per Uter che firma il 54-46 di fine terzo quarto.
Parte meglio anche nel periodo finale Avellino, che con Richardson e Lakovic si arrampica a -2 sul 56-54. Cantù non ci sta, trova un po’ dell’abituale circolazione di palla e si separa di nuovo sul 61-54. Ci pensa Ragland a prendere per mano i suoi con un finale di onnipotenza in cui batte l’uomo al ferro due volte e segna altrettante triple dal palleggio, con poco ritmo, ma con personalità da vendere. L’uomo da WSU rompe l’equilibrio fino al 66-54 interno con 4′ da giocare. Avellino prova a crederci ancora con le triple dei soliti Dean e Richardson, ma i biancoblu respingono ogni assalto, con la tripla di Aradori dall’angolo a 1′ dal termine che manda i titoli di coda. Cantù porta a casa due punti importantissimi per restare in vetta e in ottica scontri diretti. Vitucci guarda il bicchiere mezzo pieno di una partita dove i suoi hanno tenuto botta rispetto alla debacle di 7 giorni fa a Varese, ma il cammino per raggiungere continuità ed esprimere l’indubbio potenziale del roster biancoverde sembra ancora lungo.
Stefano Mocerino
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