E’ stato diffuso oggi, riportato dal quotidiano La Provincia di Como, il contenuto della lettera inviata da Turra all’Amministrazione Comunale, in merito alla annosa questione del nuovo palazzetto di Cantù. La Commissione Lavori Pubblici riunitasi Lunedì (ne diamo conto qui) aveva portato ad un esito interlocutorio, con il rinvio di ulteriori provvedimenti a prossime riunioni. Occorreva infatti attendere la scadenza, in data18 Settembre, del termine per la presentazione da parte della ditta bresciana delle proprie controdeduzioni, dopo la diffida ad adempiere avviata dal Comune. Turra parte invece al contrattacco, accusando il Comune di non aver svolto il proprio ruolo nella vicenda, bensì di aver quasi fatto da spettatore, stravolgendo il piano economico-finanziario dell’opera. «Le ragioni del ritardo – scrivono da Brescia adducendo di possedere prove a sostegno – sono del tutto imputabili al Vostro Comune, il quale sarà tenuto a risponderne nelle sedi opportune, qualora non accettasse, una buona volta di aprire un confronto serio rinunciando a esternazioni e decisioni che vanno nella direzione opposta al completamento dell’opera, obiettivo che ancora riteniamo possa e debba essere comune.»
Nella lettera ci sarebbe anche la conferma del finanziamento del Credito Sportivo (10 milioni l’importo), bloccato dopo la fuoriuscita di Cinelandia dal progetto, causata, sempre parole di Turra, dalle dichiarazioni dell’Amministrazione sugli ostacoli tecnici (confini, captazione acque e il famigerato palo dell’Enel) che fermarono il cantiere lo scorso anno, fino alla proroga di 10 mesi sulla data di consegna.
Inquietante però è la parte finale della lettera, che chiama direttamente in causa la Pallacanestro Cantù. La società di Anna Cremascoli, dopo la vana attesa di 2 anni per il contributo di 400.000€ dallo stesso concessionario, cui avrebbe avuto diritto in base alla convenzione, ha ottenuto dal Tribunale di Como un decreto ingiuntivo per incamerare quanto dovuto, in base al fatto che la squadra giocherà nel nuovo impianto. Ma Turra lancia un pesante interrogativo su questa possibilità. «Non è assolutamente detto che la Pallacanestro Cantù possa o voglia utilizzare il nuovo Palasport, assumendosene i costi». Costi che, data l’inquietante formulazione della frase, non devono ritenersi facilmente abbordabili per la società, specie in un momento di grave crisi del movimento cestistico. Insomma, ancora una volta a rischiare di essere penalizzato da questo rimpallo di responsabilità, è proprio chi, in questi anni, ha dimostrato la disponibilità ad investire nella pallacanestro canturina, oltre che, naturalmente le migliaia di tifosi e appassionati biancoblu.
Stefano Mocerino
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