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(BOMBA) ESCLUSIVA – Claudio Bonaccorsi:”Mi piacerebbe contribuire ancora alla causa Basket Brindisi”

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Classe 66 e col 6 sulla maglia. La mano calda che per una stagione e mezzo a cavallo tra il 2004 e il 2006 ha scaldato il cuore dei tifosi biancazzurri. A Brindisi se lo ricordano bene e di certo è lui il giocatore che ha risvegliato dal torpore delle leghe minori una tifoseria che ha trascinato la squadra fino all’attuale sesto posto in LegaA. Lui è Claudio Bonaccorsi in arte Bomba e si concede in esclusiva a BasketItaly.it rivivendo la

sua avventura brindisina.

 

Claudio Bonaccorsi in arte Bomba… qualcuno ti chiama Claudio o posso chiamarti Bomba? Vedi tu, ormai sono più abituato a sentirmi chiamar Bomba. Pensa che mia figlia di 5 anni mi ci chiama pure lei Bomba e lei stessa vuole essere chiamata BibiBomba (Bibi da Bianca Bonaccorsi)…ma all’anagrafe sono ancora Claudio.

Come trascorri oggi la giornata? Cerco di dividermi tra impegni di lavoro famiglia e quando posso provo a ritagliarmi un po’ di spazio per quella che ancora è la mia passione da sempre: il Basket. Alleno una squadra tanto per rimanere impegnato in qualche modo sul parquet quando non metto i pantaloncini per fare “due tiri” tra amici, anche perché di più non riesco  dopo l’intervento che mi ha “costretto”  ad appendere definitivamente le scarpe al chiodo.

Che ne pensi di questo Brindisi sesto in LegaA e già qualificato alle Final Eight di Coppa Italia? Penso che sia il giusto premio e la giusta collocazione per una piazza competente e passionale capitanata dal Patron Massimo Ferrarese e sostenuta da un popolo di tifosi che meritano questi traguardi per l’impegni profusi e i sacrifici fatti in questi ultimi 5/10 anni di basket ad alto livello. Un vanto per la città e un esempio per il basket italiano intero.

Carlton Myers nell’ultimo All Star Game ha partecipato alla gara del tiro da 3: la sua mano è ancora calda…la tua? A parte le temperature di queste parti (alle quali mai mi abituerò e alle quali preferisco senza dubbio quelle del sud), si potesse giocare un basket “camminato” e con difesa mooooolto allegra, potrei ancora dire la mia in fatto di mano calda. Spesso mi cimento in gare di tiro coi miei giocatori e raramente riesco a perdere….diciamolo in segreto tra di noi: a volte li faccio vincere per non creargli troppi problemi “psicologici”…ahahahah!!! Comunque Carlton rimane un campione e un professionista di qualità rare.

Brindisi vive un momento magico figlio di un progetto partito 10 anni fa con l’attuale presidente onorario Massimo Ferrarese. In una recente intervista televisiva proprio Ferrarese ha parlato di te dicendo che sei stato determinante, non solo nei risultati ma anche nel riportare l’entusiasmo a Brindisi e che con te aveva un rapporto particolare. Che rapporto avevi con Ferrarese? Sicuramente con Massimo c’è stata da subito una grande intesa, vuoi per una sorta di vicinanza anagrafica ma anche per le affinità caratteriali che contraddistinguono entrambi. In particolar modo per lo spirito combattivo e vincente che mettiamo in tutte le cose che facciamo. Il fatto che ancora Ferrarese non esiti di citarmi nelle sue interviste più importanti e significative, ricordando i successi sportivi avuti con il Basket Brindisi è testimone del fatto che ciò che a suo tempo lui mi chiedeva come “PERSONAGGIO” fuori e dentro al campo, ha dato i suoi frutti…una sorta di braccio e la mente. Una cosa questa che, passati alcuni anni e dopo tanta stima reciproca palesemente dichiarata, mi piacerebbe di poter rivivere in qualche modo, magari  ricoprendo qualche ruolo all’interno dell’organigramma per dare un’ulteriore contributo alla causa “Basket” a Brindisi dove ancora ho moltissimi amici e continui contatti.

Brindisi città calda nella quale hai lasciato una  profonda traccia e d’altronde non poteva essere diversamente visto che tra il 2004 e il 2006 hai segnato ben 1226 punti e sei tutt’oggi il bomber assoluto della New Basket Brindisi. Che ricordo hai di Brindisi  come citta? Il ricordo è tuttora vivo grazie alle amicizie rimaste come dicevo prima. Chi viene a Brindisi con la fortuna di essere stato scelto come portacolori e “gladiatore nell’arena del Palapentassuglia” non potrà mai dimenticare cosa vuol dire giocare per e vivere a Brindisi. Una cittadina passionale, a misura d’uomo con tutte le problematiche e i suoi pregi né più né meno come tante altre città italiane la cui differenza però viene fatta da come si affrontano certe situazioni che, nel mio caso, è stato appunto viverla per il basket il che mi ha dato modo di apprezzarla in tutte le sue sfaccettature. E poi la Puglia ha un fascino incontenibile!!

Parlando dell’esperienza brindisina: qual è la partita in biancazzurro che non scorderai mai? Qui devo, purtroppo, essere drastico, sarcastico e “polemico”: senza dubbio Cento-Brindisi che sancì la mia ultima partita in biancoceleste per via di una situazione alquanto “strana” venutasi a creare indipendentemente dalla mia volontà, considerando appunto anche il mio rapporto con Massimo Ferrarese e la città. Non potrò mai scordare il rammarico per l’esito e per la modalità in cui tutto avvenne dopo quella “maledetta” partita. Le altre per un motivo o per l’altro le ricordo tutte con piacere,(a parte la terza di play-off a Ribera).

Il compagno di squadra più simpatico? Senza dubbio i personaggi con i quali  mi sono “divertito” di più sono stati i giovani del primo anno, i vari Roselli, Bruni, Lorenzetti,Sardano. Ci frequentavamo molto, venivano spesso a mangiare in casa mia (a parte Giovannino Sardano, dal quale invece andavo io ospite della famiglia essendo lui brindisino DOC). Ai giovani cercavo di dare consigli per la loro carriera, tant’è che per qualche anno anche dopo molte volte sono stati loro a interpellarmi per avere dei pareri su eventuali  ingaggi e offerte da valutare. Queste sono cose che a livello umano danno le più grandi soddisfazioni.

Ci sono compagni di squadra coi quali sei rimasto in contatto? Adesso grazie ai social network sei in contatto con tutti e in realtà spesso non sei in contatto con nessuno ma sai ciò che fanno tutti i tuoi ex compagni.  A parte Bruni che l’anno scorso è venuto a giocare in DNB a Rimini  con il quale perciò c’è stato un contatto diretto, con gli altri ci sentiamo quando c’è l’occasione. Ogni tanto sento con piacere Giampaolo Di Lorenzo con il quale c’è un bel rapporto di stima e simpatia reciproca.

Hai un simpatico aneddoto da raccontarci avvenuto nell’allora Prefabbricati Pugliesi Brindisi? Magari lo sarà per me e simpatico lo è stato per poi come è andata a finire la faccenda ma la cosa più memorabile fu quando a Giovannino Bruni venne rubata la nuova e fiammante auto. Memorabile per come avvenne ma soprattutto per come ce la raccontò Bruni, con quella sua espressione un po’ scanzonata e tutta l’innocenza del mondo di chi non era abituato a fare i conti con certe situazioni. Menomale poi che la squadra acconsentì ad una mia iniziativa appoggiata dalla società per cui vincendo 3 partite consecutive avremmo avuto a disposizione un premio  di squadra poi devoluto a “sovvenzionare il recupero” del mezzo.

I tifosi brindisini ancora narrano delle tue bombe, nonostante da Brindisi siano passati mani calde come quella di Alejandro Muro, Joe Crispin e oggi Jonathan Gibson:  che ricordo hai dei tifosi biancazzurri e del PalaPentassuglia? Bellissimo! E’ stato un altro contesto quello del mio periodo brindisino, perciò le mie “bombe” forse hanno assunto una valenza diversa ma certo che chi è arrivato dopo ha fatto vedere senza dubbio un gran bel basket anche se probabilmente in una situazione leggermente più vantaggiosa. Comunque dei tifosi brindisini non dimenticherò mai il periodo pre semifinali play off e le coreografie messe in mostra al derby con Ruvo di Puglia, irripetibili!!!

A proposito di J.Gibson: hai avuto occasione di vederlo all’opera? Che ne pensi? Un mostro! Un giusto giocatore per mille motivi per una piazza come Brindisi: spettacolarità, umanità, professionalità, tutte doti che si sposano alla perfezione in una città passionale come questa e poi non poche volte ha fatto la differenza. Forse un po’ discontinuo ma i giocatori di talento sono anche così, ma le loro peculiarità sono sempre temute dalle squadre avversarie e perciò anche quando in campo non è al massimo, fa sempre un po’ paura a chi deve marcarlo. Speriamo che Ferrarese riesca a trattenerlo il più possibile in maglia Enel.

E della squadra di Brindisi? Dove pensi possa arrivare? Mi sembra che finalmente quest’anno ci si avvii ad un finale di campionato molto più equilibrato rispetto a quelli visti negli ultimi anni credo quindi, dato per scontato il posto ai play off, che nessun traguardo sia precluso, una volta che l’Enel sarà in “ballo” e non avrà più niente da perdere, potrebbe essere la mina vagante del campionato.

Veniamo alle cose importanti della vita… da buon livornese vado sul sicuro se affermo che ti piace il caciucco. Ma della cucina brindisina cosa ti manca? Dunque, vediamo… li stacchioddi cu lu sugu, riso e patane….e tanto altro. Le crudità di mare che si trovano solo nei mari che bagnano la Puglia.

Il tuo addio a Brindisi diciamo che fu “burrascoso” ma i tifosi sono sempre stati dalla tua. Un saluto ai brindisini che ti ricordano sempre con grande affetto… Passano gli anni ma quando parlo di Brindisi ancora mi sta rizzicanu li carni!!!

Ciao Bomba! È stato un piacere! In bocca al lupo per tutto! Grazie a voi e FORZA BRINDISI!

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