L’arresto di Ferdinando Minucci è una vera e propria bomba su tutto il movimento basket, che esplode da Siena fino agli uffici della Lega Basket e che sconquassa la nostra pallacanestro all’alba dei playoff. Oltre alla naturale rabbia in casa Mens Sana, notevole imbarazzo istituzionale da parte di Federbasket e presidenti di Serie A, per un nomina, quella di Minucci a presidente di Lega, che diventa ora scomoda e fonte di discussione.
Questa mattina sono arrivate le prime reazioni dei presidenti, che hanno esternato la loro incredulità difendendo la scelta dell’ex GM senese, e definendola come collettiva e al centro di un progetto ben preciso. Queste le parole di Ivan Paterlini, presidente della Grissin Bon Reggio Emilia, alla Gazzetta dello Sport: “Non era immaginabile che dietro al club senese ci fosse tutto questo. Sono allibito e stupefatto e dentro di me continuo a sperare che in tutto questo non ci sia nulla di vero. Aspettiamo che la magistratura concluda il suo lavoro per sapere come stanno esattamente le cose. Questa è una vicenda che può fare davvero molto male al basket. Siamo alla vigilia dei play off e purtroppo non è bello che si parli di basket per questa brutta vicenda proprio nel momento più importante del campionato”. Forte dispiacere e preoccupazione anche nelle parole di Cecco Vescovi, presidente di Varese: “La vicenda Minucci? Ci sono ancora indagini in corso ed è argomento alquanto delicato sul quale non ho competenza per esprimermi, di certo però una cosa del genere fa male a tutto il movimento. Ribadisco quello che avevo già detto al momento dell’elezione dell’otto febbraio: avevamo deciso di appoggiare un progetto e non una persona, e quello che aveva illustrato Minucci era convincente e largamente condivisibile. Ora come Lega Basket dobbiamo riunirci, esaminare la situazione e prendere delle decisioni”.
Sconcerto e incredulità anche da Sassari, attraverso le dichiarazionidel presidente Stefano Sardara, fra i maggiori sponsor di Minucci al trono della Lega Basket, raccolte da Sardegnasport: “Siamo sconvolti, è una cosa che nessuno di noi immaginava nè nella forma, nè nella sostanza. Non possiamo fare altro che aspettare di comprendere meglio i contorni di una vicenda che rimane senza dubbio molto grave. Il danno d’immagine per il basket italiano è importante, ma ciò che ci ha lasciati interdetti è, appunto, la portata del presunto illecito. In questo sport non siamo abituati a discutere di certe cose, per cui commentare a caldo questa vicenda risulta abbastanza difficile. Domenicali? E’ un professionista di spessore e ha senza dubbio le capacità manageriali per ricoprire un ruolo del genere. Onestamente però non credo che la Lega sarebbe in grado di offrirgli delle cifre all’altezza di quelle che percepiva in Ferrari. Certo, se accettasse di ridurre in maniera sostanziosa le cifre, il suo profilo sarebbe tra quelli più indicati, ma francamente non credo che la cosa sia possibile”.
L’indagine della Guardia di Finanza intanto procede spedita per fare ancora più luce sui meccanismi del sistema criminale contestato a Minucci e ai suoi sodali. Le ricerche delle Fiamme Gialle sono ora indirizzate a svelare i rapporti che intercorrevano con la principale società complice della Mens Sana, la Essedue Promotion. I suoi due responsabili, Stefano Sammarini e Nicola Lombardini sono anch’essi agli arresti domiciliari, e si pensa che un analogo sistema di riciclaggio e falsa fatturazione possa essersi instaurato anche con altre società di Serie A, per favorire l’evasione e la costituzione di fondi neri. La Montepaschi infatti stipulò un accordo per 4.8 mln di euro con la Essedue per servizi di “ricerca, scouting, eventi, promozione e marketing”, che però non venivano mai effettuati, e anzi sub-appaltati ad altre società per favorire il riciclaggio e nascondere spese fuori bilancio esentasse. Un altro punto da chiarire è a proposito della supervalutazione del marchio Mens Sana, ceduto dalla dirigenza di Viale Sclavo proprio alla Essedue Promotion e che ha garantito un ritorno di quasi 8 milioni: plusvalenza che ha permesso di alterare il bilancio, non contabilizzando il credito dello sponsor (Banca MPS). Tale cifra, insieme alle numerose fatture per operazioni inesistenti, circa 22.5 milioni di euro, ha reso il bilancio di anno in anno sempre florido e regolare e reso possibile l’abbattimento delle imposte.
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