Ario Costa: «Avrei preso a schiaffi la squadra, ma non è solo questione di atteggiamento giusto.»
Queste le parole, riportate in un’intervista su Il Resto del Carlino, di Ario Costa, presidente della VL Pesaro, all’indomani del ko di Sassari per 114-73 appena sceso dall’aereo che ieri mattina ha riportato la squadra marchigiana a Bologna e quindi, via pullman, a casa.
«Li avrei presi a schiaffi e ho ancora la mano dolorante per i cazzotti che ho dato nei muri degli spogliatoi di Sassari dopo la partita. Ma quello che ho detto ai giocatori rimane fra quelle quattro mura. Niente allenamenti punitivi: l’allenamento di giovedì pomeriggio era già in programma perchè domenica si gioca: diciamo che sarà un po’ più duro di quel che dev’essere un allenamento il giorno dopo una partita».
Atteggiamento sbagliato.
«L’atteggiamento, quello che i tifosi amano definire attaccamento alla maglia, non è una cosa verificabile come una percentuale di tiro. E non sono propenso a risolvere tutto con questi discorsi, ne faccio anche una questione tecnica, tattica, fisica. . Abbiamo giocato malissimo su ambo i fronti, quindi è evidente che l’avversario ha tirato spesso aperto e ha faticato di meno. Ammetto che la differenza di stazza fra noi e loro era imbarazzante. Sono molto più arrabbiato per il ko in casa con Trento, perché loro quella sera non hanno fatto niente di eccezionale per vincere.»
La posizione di Massimo Galli.
«Non facciamoci prendere dal panico. L’allenatore è giusto che si prenda le sue responsabilità, ma è lo stesso che andava bene a tutti quando battevamo la Virtus in casa ed eravamo felici, solo poche settimane fa. Siamo la squadra mediamente più giovane, quindi più inesperta del campionato: non parlavo a vanvera quando ho detto che l’obiettivo è il penultimo posto. Era provocatorio: vediamo intanto di mettere il c… in salvo e poi potremo anche sognare, ma non prima. Perché poi si perde la consapevolezza di quello che si vale. E io, a costo di sembrare presuntuoso, so perfettamente quanto vale la mia squadra».
Mercato.
«Le toppe per fare meglio le abbiamo sempre messe. Aspettiamo Shaskov, a cui servono ancora un paio di settimane per essere a posto. Poi, se si trova un italiano libero che fa al caso nostro, vedremo» .