E’ il controllo del ritmo partita, costantemente nelle mani dei canturini a dispetto del risicato scarto finale, a decidere la sfida tra Acqua VitaSnella e Acea Roma. La squadra di Sacripanti rispolvera l’approccio al match tipico della prima parte di stagione, aggredendo gli avversari in difesa e sviluppando la transizione appena possibile (16 punti da contropiede per i biancoblu), sulla scorta della prova a 360° di un grande Aradori. A Roma non basta la precisione dall’arco del trio Goss, Baron, Szewczyk (mostruoso il loro 10/12 combinato dai 6.75) per riprendere in mano una partita dove è sempre costretta ad inseguire e non riesce ad imporre la propria fisicità in vernice con uno spento Mbakwe (6 e 8 rimbalzi) e un Jones (9 con 3/9 al tiro e 4 assist) a corrente alternata. Cantù, che beneficia del fosforo di Leunen e della personalità di Ragland nei minuti decisivi, pesca meglio anche dalla panchina, con un positivo Rullo (8, 3/6 dal campo) autore di tiri importanti, mentre Dalmonte non trova risorse dal proprio supporting cast. In count down ecco i nostri numeri chiave della partita:
10 come le triple a segno di Cantù su 26 tentate: il tiro dall’arco si conferma arma decisiva per la squadra di Sacripanti, anche nella serata in cui gli avversari fanno meglio (11/21 per Roma dai 6.75). Il rovescio della medaglia è che VitaSnella tende a innamorarsi troppo della soluzione perimetrale, come nel quarto periodo, quando l’1/8 da tre dei biancoblu, frutto di decisioni spesso affrettate, facilita il recupero Acea.
9 come i canestri dal campo su 11 tiri di un sontuoso Pietro Aradori. Il bresciano non solo firma 25 punti con 3/5 da tre e 5 rimbalzi per un 30 di valutazione, ma si accolla anche compiti difensivi, togliendo Hosley (9pti e 5 perse) dalla partita fin dalle prime battute.
8 come i punti nell’ultimo quarto di Jimmy Baron (20 in totale, 5 rimbalzi e 4 assist). Le triple del tiratore da Rhode Island (3/4 da tre e 7/8 dalla lunetta, grazie anche ai due falli che si guadagna con mestiere sul perimetro) tengono a galla Roma nel momento di massima difficoltà e riaprono il match a cavallo degli ultimi due parziali. Il suo impatto dalla panchina lo conferma come uno dei sesti uomini più efficaci del campionato.
7 rimbalzi e 3 assist nella partita estremamente concreta di Maarty Leunen, che aggiunge anche la doppia cifra alla voce punti (12, con 3/3 da due e 1/3 da tre). Il capitano autografa il successo nel suo consueto e poco appariscente modo, ma quando si fanno i conti alla fine, la sostanza che porta alla causa è davvero tanta.
6 come le palle perse da Roma nel solo ultimo quarto, addirittura18 in totale, 13 delle quali nella ripresa. Quando la difesa di Cantù alza la pressione sulla palla gli uomini di Dalmonte pagano in termini di lucidità, gettando al vento i possessi determinanti per arrivare a giocarsi il match fino in fondo.
5 come i recuperi di un MichaelJenkins al servizio della squadra. Al tiro (1/9 per 7 punti) non replica la serata magica di Martedì in Eurocup, ma l’ex-Brescia innesca i compagni a ripetizione (6 assist) e la sua difesa nel quarto conclusivo che zittisce l’indemoniato Goss (solo 2 punti negli ultimi 10′) è da applausi.
4 come le triple su altrettanti tentativi di Phil Goss. Il folletto ex-Varese (22, 9/11 dal campo) ancora una volta si esalta contro Cantù e con le sue giocate tiene viva un’Acea a tratti afasica in attacco. Ha forse il difetto di tenere troppo la palla in mano, conseguenza del ruolo di playmaker che è costretto ad occupare, ma in questo paga colpe non sue.
3 come le triple di uno Szewczyk (10, 3/4 da tre) mai così efficace dal perimetro nella sua esperienza romana (12.5% dall’arco fino a ieri). Il polacco allarga il campo in attacco, attirando i centri canturini a 7 metri dal canestro quando gioca da 5, set offensivo che crea le premesse per riaprire la partita dopo il –15 a metà terzo quarto.
2 come le giocate decisive che un silenzioso Ragland riserva per il quarto periodo, in cui segna 9 dei suoi 16 punti. Il mancino da Wichita State spezza la partita nel finale, dopo il pari capitolino a quota 75, con la penetrazione del canestro più fallo e la tripla per il nuovo +6 canturino, che Roma non riuscirà più a colmare.
1 come pointguard, il ruolo evidentemente scoperto per questa Acea, dopo la rescissione con Taylor. Vista la poca lucidità nelle scelte finali, con la palla spesso ferma nelle stesse mani e in difficoltà sulla pressione canturina, si tratta di una casella che Roma deve riempire al più presto.
0 come i punti di un impalpabile D’Ercole (–11 di valutazione in 10′), che non sfrutta l’occasione di partire titolare e si mostra troppo timido rispetto alla partita (1 solo tiro dal campo e una sfilza di zeri nel suo score), tanto che Dalmonte lo lascia seduto per buona parte dell’incontro.
Stefano Mocerino
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