Time Out, inserto del mercoledì de La Gazzetta dello Sport, parla di playmaker.
Ecco Aaron Craft della Dolomiti Energia Trentino. “Man of the steal” per la sua attitudine a scippare palloni agli avversari, si racconta.
LA SUA FILOSOFIA DI GIOCO.
“E’ basata sulla volontà di aiutare i miei compagni a rendere al massimo, mettendoli nelle migliori condizioni per potersi esprimere. Quindi cerco di creare situazioni a loro congeniali, a seconda che si tratti di un giocatore che staziona sotto canestro, di un’ala o di un giocatore che cerca di penetrare”.
I SUOI MODELLI DI GIOCATORE.
“Crescendo ho ammirato molto il gioco di Steve Nash, anche se non ho le sue caratteristiche, e mi piace anche Chris Paul degli Hosuton Rockets. Cerco però di osservare un po’ tutti i più forti del mio ruolo, prendendo qualcosa da ognuno di loro per migliorare il mio gioco”.
PERCHE’ E’ TORNATO A TRENTO.
“Trento è un gran bel posto in cui vivere, la città è a misura d’uomo e qui è appena nato il mio primo figlio. Con mia moglie volevamo trovare una piazza dove poter contare su alcune persone di riferimento che ci potessero dare una mano. La squadra ha una grande organizzazione, dal coach agli assistenti, dalla società a tutte le figure che ci ruotano attorno. Tutto questo messo assieme ha reso la decisione di tornare a Trento piuttosto facile. Rimanere a lungo qui? Avrò sempre un grande legame con questa città, l’Italia mi piace molto e mi sto impegnando per imparare la vostra lingua. Ma nel nostro lavoro non sappiamo mai dove andremo a finire”.