Per la “Suns Nation” si prospetta una stagione avida di soddisfazioni, dopo due stagioni che lasciavano ben presagire.
Passata Stagione
Fino allo scorso gennaio le basi in quel di Phoenix sembravano più che promettenti: nonostante una sanguinolenta Western Conference, i Suns riuscivano ben a figurare contro molti degli avversari più attrezzati e spendaccioni della lega. Un ottimo coach e un quintetto che prevedeva a tratti tre playmaker (Dragic, Thomase e Bledsoe) e due ali (i gemelli Morris) – più un Greald Green gasatissimo dalla panca – facevano dei Suns una scheggia impazzita in grado di dare grattacapi, pur uscendo spesso sconfitta, praticamente a tutti. Poi a febbraio qualcosa, ancora una volta, si è spezzato e a fare le valigie sono stati due dei tre play: Dragic si è accasato con un contrattone a Miami – e si può capire non riuscirlo a trattenere, ma molto meno dare una cifra simile solo di poco inferiore a un giocatore infinitamente meno talentuoso quale è Brandon Knight – mentre Thomas è andato a Boston in cambio praticamente di un derelitto quale è Marcus Thornton. Da quel momento una lenta e costante flessione che ha portato ad ogni modo a uno score finale di 39-43.
Novità 2015/16
Per tutta la free agency si è tentato di portare a casa Lamarcus Aldridge, uomo perfetto per completare un roster estremamente carente di talento sotto le plance. Per fare spazio salariale si sono sacrificati all’altare dell’ex Porland due beniamini del pubblico quali Marcus Morris – andato a Detroit in cambio praticamente di nulla – e Gerald Green – non rifirmato e approdato agli Heat al minimo salariale. Free agency ha voluto, ed è un classico per una delle piazze meno ambite del panorama NBA, che Aldridge si accasasse in un’altra piazza, questa volta addirittura nelle fila degli odiati rivali degli Spurs e dunque il colpo in casa Suns si chiama Tyson Chandler, ma è un colpo inferto a tutti i tifosi della franchigia dell’Arizona. Altri approdi sono gente che risponde al nome di Sonny Weems, totalmente inadatto a calcare un palcoscenico NBA, Ronny Price, un play senza visione di gioco né punti tra le mani e Mirza Teletovic, che oltreoceano ha fatto vedere il peggio di sé. Probabilmente saluterà la compagnia anche l’altro gemello Morris, apparso particolarmente contrariato della strategie della società. Tutto ciò si aggiunge allo scempio dello scorso febbraio e la squadra appare particolarmente indebolita con allo stato attuale forse solo i Blazers meno attrezzati ad Ovest.
La Stella
Nel deserto dell’Arizona, allo stato attuale, l’unico giocatore degno di essere ammirato è senza ombra di dubbio Eric Bledsoe, troppo poco per una bellissima franchigia che meriterebbe un palcoscenico del tutto differente. Bledsoe è inoltre un uomo da statistiche e più volte ha dimostrato di non essere un uomo franchigia né un “go-to-guy”. Sarà interessante notare i miglioramenti di TJ Warren – se troverà adeguato minutaggio – e il debutto NBA di Booker, che però non stimola le fantasie del sottoscritto.
Obiettivi Stagionali
Ad analizzare le strategie della dirigenza l’obiettivo stagionale sembra essere un tanking selvaggio, difficilmente i Suns supereranno il muro delle 25 vittorie in stagione – più verosimile un bottino di successi tra i 15 e i 20.
di Stefano Minerba
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