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#TeamNba, New York revolution ma sarà la volta buona?

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Credit: Keith Allison
Credit: Keith Allison

Continua la marcia d’avvicinamento alla stagione NBA 2016/17 e proseguiamo nella presentazione dei roster. Oggi andiamo ad analizzare i New York Knicks.

Super team o ennesima delusione? Sarà il campo a dirlo, l’unica certezza è che il Maestro Zen Phil Jackson ha rivoluzionato completamente i Knicks che dopo tre stagioni senza playoff hanno l’obbligo di tornare competitivi ad Est.

Dimenticare il passato
Le ultime stagioni sono state completamente da dimenticare per i New York Knicks. Dopo il mortificante ultimo posto della stagione 2014/2015, con appena 17 vittorie, Melo e compagni sono riusciti a fare dei piccolissimi passi in avanti portando a casa un comunque negativo terzultimo posto nella Eastern Conference (32-50), davanti ai disastri Brooklyn e Philadelphia.

A Rose in the Garden… what kind of Rose?
Carmelo Anthony e Kristaps Porzingis – 14.3 punti con 42.1% nella sua stagione da rookie – rappresentano l’unico punto di continuità con la passata stagione. Phil Jackson è ripartito da loro costruendo una squadra nuova e dai nomi ingombranti. Il primo di questi è stato Derrick Rose, arrivato nella grande Mela dopo i tanti infortuni ma soprattutto dopo l’ultima interlocutoria stagione (15.9 partite in 66 partite disputate) che ha ridisegnato le gerarchie a Chicago. Che Rose torni il devastante Mvp del 2011 è ormai una speranza di pochi romantici, ma il Rose visto a sprazzi nelle ultime due stagioni conferma l’evoluzione di un giocatore che ha preso coscienza dei cambiamenti del proprio corpo. La dirompente elevazione sembra sparita ma l’accelerazione è ancora quella dei bei tempi: sarà ancora una volta il campo a sentenziare.

Come se non bastasse l’interrogativo Rose, sempre da Chicago è arrivato Joakim Noah anche lui ben lontano dagli standard che l’hanno portato ad essere a lungo uno dei migliori difensori della lega. E se non c’è due senza tre ecco Brandon Jennings che si è rotto il tendine d’Achille nel miglior momento della sua carriera. Il veterano Courtney Lee completa il cerchio di un quintetto che, fossimo nel 2011sarebbe da titolo. Già… non siamo più nel 2011!

Melo, è tempo di diventare un leader
È sempre Melo Anthony la superstar dei New York Knicks. Dopo l’ennesimo oro conquistato con la Nazionale americana, di cui è il miglior cannoniere di sempre, Melo è chiamato ad una delle stagioni più complesse della sua carriera.
Sebbene la sua media realizzativa continui a restare abbastanza alta (21.8 nella scorsa stagione), è un dato incontrovertibile che questa sia in progressiva diminuzione dal 28.7 registrato nel 2013. Se da un lato c’è il fattore età che avanza, dall’altra Anthony ha dovuto fare i conti con un contesto non proprio stimolante che ha contribuito ad un abbattimento generale.
Se però l’infermeria dei Knicks resterà vuota, a Melo sarà demandato il difficile compito di far da ago della bilancia di un roster che avrà da una parte l’ego dei neo-arrivati Rose e Noah e dall’altra l’esplosivo talento del giovanissimo Porzingis.

Credit: Bleacher Report
Credit: Bleacher Report

Obiettivo Playoffs… ma sognar non costa nulla!
New York è indubbiamente il punto interrogativo per eccellenza della prossima stagione NBA. Ad oggi è difficile pensare a dei Knicks in grado di competere per le prime posizioni della Eastern Conference o addirittura di duellare con Cleveland per essere l’anti Golden State della prossima stagione.
È anche vero che nessuno è in grado di dire questi Knicks dove possono arrivare nel caso in cui tutto dovesse andare per il verso giusto. Ripartendo però dalle ultime parole di Phil Jackson “partiamo per migliorarci il più possibile”, l’obiettivo primario per la nuova New York non può che essere quello di tornare ai Playoffs.