Un nuovo inizio. Dimenticare una stagione fallimentare. Riprendere la via imboccata nella stagione 2014/2015, nella quale il giovane gruppo di Milwaukee era riuscito a spaventare i rodati Bulls al primo turno dei playoff ad Est. Scrollarsi dalle spalle l’epiteto di “incompiuti” e tornare a far urlare agli avversari “FEAR THE DEER!”
LA STAGIONE 2015/2016
C’erano enormi aspettative durante la pre-season dello scorso anno sulla squadra allenata da Jason Kidd, dovute al rientro della ex seconda scelta Jabari Parker dall’infortunio e dell’innesto del talentuoso Greg Monroe in un gruppo che era già arrivato al primo turno dei playoff. Tali speranze sono state poi puntualmente disilluse, perché il salto di qualità tanto atteso non è avvenuto e Milwaukee è stata nuovamente trascinata nei bassifondi della classifica ad Est, con il pessimo record di 33-49.
LA STAGIONE ALLE PORTE: 2016-2017
L’obiettivo fissato alle soglie del nuovo anno è chiaro: tornare ai playoff per proseguire il percorso di crescita. Per fare ciò si è deciso di cambiare definitivamente ruolo alla stella della squadra, Giannis Antetokounmpo, facendolo partire nello spot di playmaker scalzando Michael Carter-Williams. Il greco è riuscito a mantenere medie irreali proprio nel periodo di infortunio dell’ex Philadelphia e di Greivis Vasquez, dopo la pausa All Star Game, gestendo un maggior numero di possessi e potendo scatenare le sue fulminanti capacità atletiche spingendo il contropiede direttamente da rimbalzo difensivo. Questa mossa nello scacchiere di Kidd dovrebbe aiutare ad alzare il pace per game della squadra, fermo a 94,2 (ventitreesimo nella lega). Non un’idea insensata per un team giovane e atletico come i Bucks. Ad aiutare Antetokounmpo, pur sempre un play atipico, nella gestione del pallone sono arrivati gli esperti Matthew Dellavedova e Jason Terry, il quale farà anche da mentore alle giovani guardie Rashad Vaughn e Malcolm Brogdon. Quest’ultimo è arrivato con la 36esima scelta al Draft 2016 insieme all’intrigante lungo australiano Thon Maker, selezionato alla 10 con grande sorpresa degli addetti ai lavori. Nonostante probabilmente non sia ancora pronto per giocare minuti importanti tra i pro, il suo skillset che unisce in un diciannovenne di oltre due metri e dieci un’agilità fuori dalla norma ad un range di tiro notevole lo rende un prospetto da tenere d’occhio. A favorire lo spacing, nucleo del problema tattico degli scorsi anni, ci penserà, oltre al sopra citato Dellavedova, Mirza Teletovic arrivato dai Suns. Mossa invece quanto meno curiosa nella off-season è stata il rinnovo quadriennale a 50 milioni di dollari per Miles Plumlee, discreto backup ma difficilmente un titolare solido. Che sia questo il preludio all’addio di Greg Monroe e allo spostamento nel ruolo di centro titolare per John Henson, che renderebbe la squadra ancora più improntata al contropiede? Possibile, certo 42 milioni annui per il trio Monroe-Plumlee-Henson sembrano decisamente troppi e la possibilità di aggiungere qualche pedina importante scambiando l’elegante ma poco concreto centro ex Detroit è succulenta.
LA STELLA: GIANNIS ANTETOKOUNMPO
The Greek Freak si avvia alla sua quarta stagione Nba, quella che lo porterà al rinnovo contrattuale, con i Bucks che saranno disposti a tutto pur di tenerlo all’ombra del BMO Harris Bradley Center. Il ragazzo dovrà però dimostrare di poter assimilare il nuovo ruolo e di aver compiuto il decisivo step verso la maturazione che lo porterebbe nella ristretta cerchia delle stelle Nba. Già, perché quando si parla di Antetokounmpo si tratta troppo spesso del termine potenziale, di cui il giornalismo sulla palla a spicchi talvolta abusa, senza evidenziare ciò che il ragazzo ha già fatto vedere sul campo, in particolar modo nella seconda parte di stagione. Nonostante abbia ancora lacune notevoli nel tiro da tre punti (25%…) è cresciuta nel corso della carriera la percentuale dal campo, giunta nel 2015/16 a superare il 50%, inoltre Giannis dopo essersi scottato con l’agonismo dei Bulls nei playoff ed aver cercato di trascinare una squadra in difficoltà in una stagione fallimentare, sembra avere la giusta forza mentale per ergersi a leader dello spogliatoio. Dal momento che avrà ancor di più la palla in mano e con essa le redini della squadra intera, dovrà trarre esempio da campioni di carisma come Kobe Bryant e LeBron James, che lo hanno più volte elogiato, dimostrando di valere l’hype creatosi attorno a lui.
LE ASPETTATIVE
Abbiamo detto di come l’obiettivo della dirigenza sia una crescita graduale, e a tal fine ha senso la permanenza di Kidd sulla panchina. Tuttavia i giocatori avranno bisogno di misurarsi un’altra volta con la competitività dei playoff per poter completare la maturazione. Perché ciò possa accadere dovranno essere risolti alcuni problemi tattici come la mancanza di spacing in attacco e la scarsa comunicazione in difesa. Il best case scenario, lasciando ad un campionato a parte Cleveland, Toronto, Indiana, Boston e Atlanta, i Milwaukee Bucks si batteranno per uno degli ultimi posti ai playoff insieme ad una serie di squadre alla loro portata, a patto di continuare il percorso di crescita, come Detroit, New York, Charlotte e Chicago.