Paul George è speranzoso e determinato e Reggie Miller, star Nba, lo intervista a distanza da quasi 2 mesi dal terribile infortunio che lo terrà ancora fermo almeno per un anno. Un improvviso vuoto lasciato agli Indiana Pacers e al Team Usa, che ha vinto il mondiale senza di lui, resta difficile da gestire e il tempo si mostra sempre più pesante.
“Ci credo nel mio ritorno e voglio giocare le Olimpiadi 2016 a Rio” – afferma sicuro George. Non vuole essere dimenticato, messo da parte ed essere considerato già “finito”.
Diventare un’affermata promessa Nba e raggiungere il sogno di giocare in Nazionale per poi vedere tutto sfumare in un attimo, non è il miglior augurio che si possa fare ad un giocatore ma in sintesi è quello che è successo a Paul George. Mentre giocava in una partita/test con il Dream Team in vista dei mondiali, la sua gamba è come se avesse preso fuoco, spezzata, e non è una bella sensazione da sentire. La rottura della tibia e perone ha scioccato tutti, e dopo l’operazione il recupero sarà lento.
George non molla ed è convinto che ce la farà a ritornare più in forma di prima, sentendosi già meglio, ma la preoccupazione è tanta. Nell’intervista sottolinea il suo dispiacere per non poter essere d’aiuto ai Pacers in questa stagione che poteva dargli grandi soddisfazioni. Ma dietro parole di fiducia è ancora presente tanta delusione e amarezza.
Le sue eccellenti prestazioni, la sua versatilità in vari ruoli e la sua qualità da difensore sono sempre state il motore trainante dei Pacers e una marcia in più alla nazionale statunitense.