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Waiting for the Madness: l’analisi del West!

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Sarà alzata oggi la prima palla a due del first round della tanto attesa March Madness, l’evento sportivo più atteso per tutti gli appassionati di College Basket ma non solo.

Diamo quindi uno sguardo alla Region West del tabellone dove nella parte alta, con un molto discusso primo seed, troviamo Oregon. I Ducks arrivano da una superba stagione coronata con la vittoria della Pac-12 ottenuta superando con ben 31 punti di margine l’ottima Utah grazie soprattutto alle ottime prestazioni del sophomore Dilion Brooks (16.8 ppg con il 52,3% dal campo) e della guardia Tyler Dorsey, freshman (più di 12 punti di media in stagione). Oltre al solido quintetto (ben quattro giocatori con più di 12 di media punti per partita) i Ducks potranno anche contare sull’apporto dal pino del Senior Dwayne Benjamin (8 punti per partita in stagione).
Il primo turno metterà a confronto i Ducks contro Holy Cross (seed #16), che si è imposta ieri su Southern per 59-55 con la prestazione maiuscola di Champion (19 punti) entrando dalla panchina.
Il cammino dei Crusardes di Holy Cross, che guadagnano per la prima volta dopo 63 anni l’accesso al “grande ballo”, meriterebbe una storia a parte. Dopo essersi classificati penultimi nella Patriot League sono riusciti, durante i play-off, a conquistare inaspettatamente il titolo di Conference e a stappare in extremis l’accesso al torneo. Se non fossimo a Marzo ci sarebbe da stupirsi.

A sfidare nel seconto turno la vincente tra i Ducks e Holy Cross troviamo con il seed #8 e #9 l’interessante confronto tra i St. Joseph’s Hawks, freschi vincitori dell’ A-10, e i Cincinnati Bearcats. Cincinnati che mette in mostra una delle migliori difese di tutto il torneo con un defensive rating di 93.2 punti ogni 100 possessi (noni a livello complessivo) pur giocando in una conference di altissimo livello come l’ACC. Nota particolare è la presenza tra gli Hawks del nostro connazionale Pierfrancesco Oliva che, nonostante sia alla sua prima stagione NCAA, è riuscito a ritagliarsi quasi 17 minuti per partita prendendo sempre più confidenza col passare della stagione e chiudendo in finale di conference contro VCU con 8 punti (3/3 dal campo).

Il quinto seed spetta invece a Baylor (22-11 di overall in stagione) che ha perso sempre, durante la regular season, contro le potenze Oklahoma e Kansas e la stessa Oregon classificandosi quinta nella Big-12. I Bears possono però contare sull’esperienza della coppia di lunghi formata da Taurean Prince (15 punti per partita con 6 rimbalzi di media) e Rico Gathers (11,4 punti per partita e 9 rimbalzi di media) e in partite one-shot come quelle di marzo questo fattore può incidere e non poco.
A contendere il passaggio del turno ai Bears troviamo Yale, fresca campione della IVY League, con solo una sconfitta in conference contro Princeton. I Bulldogs saranno guidati dal senior Sears che ha chiuso la stagione con quasi 16 punti di media per partita superando anche quota 30 in più occasioni. Yale manca all’appuntamento con il “grande ballo” dal 1962 dove venne eliminata da Wake Forest al primo turno, la mancanza di pressione e l’essere sfavoriti in partenza pone tutti i presupposti per un insperato upset.

L’ultimo match della parte alta del tabellone vedrà invece a confronto i Duke Blue Devils con il seed #4 e UNCW. I Blue Devils di Coach K si presentano al torneo con la pesante eredità della stupenda ed inaspettata vittoria finale dell’anno scorso, ma quest’anno ripetere l’impresa sarà quasi impossibile. Duke può contare su un attacco molto prolifico da ben 81,5 punti per partita e 118,4 di offensive rating (quarti assoluti a livello statale). La fase offensiva dei Blue Devils poggerà su i due talenti Brandon Ingram e Grayson Allen (21,6 punti per partita), eroe indiscusso dell’ultima stagione di Duke capace nonostante i pochi minuti giocati in stagione di trascinare la squadra nella vittoria finale contro Wisconsin.
Brandon Ingram merita però una menzione a parte visto che al “piano di sopra” non si fa altro che parlare di lui e del suo sconfinato potenziale. Ala piccola che ricorda, e non poco, per movenze e capacità realizzative Kevin Durant ma con gli stessi interrogativi fisici che ebbe KD in uscita dal college. Nonostante questo ad oggi viene sicuramente dato nelle prime 3 scelte al prossimo draft e sembra addirittura in grado di poter scavalcare Ben Simmons ed accaparrarsi la prima chiamata assoluta.

Tornando a noi, quello che non convince di Duke è la carente fase difensiva dovuta anche all’assenza pesante del senior Amile Jefferson che dopo solo 9 partite ha dovuto dare forfait per un problema alla caviglia. 

UNCW partirà ovviamente sfavorita ma il suo gioco potrebbe impensierire e non poco i campioni in carica visto i quasi 80 punti per partita e il quintetto composto da ben quattro guardie con Chris Flemmings a farne da padrone con 16,1 punti di media per partita ma che potrebbe andare in affanno in caso l’unico “sette-piedi” della squadra Gettys si trovi con problemi di falli.

Nella seconda parte del tabellone troviamo invece con il seed #2 i temibilissimi Sooners di Oklahoma classificatisi terzi nella Big-12 e trascinati da un fenomeno del calibro di Buddy Hield che con più di 25 punti per partita si giocherà il premio di player of the year fino all’ultimo con Valentine di MSU. Oklahoma può contare però su altri giocatori determinanti come il senior Iasiah Cousing (13 punti per partita) e Jordan Woodard (12,6 punti per partita).
A fronteggiare i Sooners troviamo i Roadrunners di California State (seed #15) alla prima apparizione alla Big Dance dopo la vittoria della Western Athletic Champ in finale contro New Mexico State. I Roadrunners potranno contare su una difesa solida che ha concesso solo 63 punti per partita agli avversari ma la carenza di tiratori affidabili da dietro l’arco costituisce senza dubbio un problema soprattutto contro una corazzata come Oklahoma.

La vincente tra Oklahoma e CSU se la vedrà nel secondo turno con la vincente tra il seed #7 Oregon State e il seed #10 VCU. Oregon State, dopo essere uscita nei quarti di finale con la mina vagante California State, torna nella “Big Dance” dopo 23 anni grazie soprattutto a 

Gary Payton II leader della squadra in punti, rimbalzi e assist (rispettivamente 16, 8 e 5 di media per partita) che mette in mostra un difesa sublime, questione di genetica.
I Rams di VCU dopo la sconfitta in finale dell’A-10 contro St. Joseph’s, affideranno invece le loro sorti al Senior Melvin Johnson (17,4 punti per partita conditi con 2,6 assist) e alla loro intensissima fase difensiva essendo uno dei primi team della nazione per palle rubate per partita (9,1).

Con il seed #6 troviamo i Texas Longhorns che hanno affrontato una regular season dall’altissimo coefficiente di difficoltà chiudendo con un assoluto di 20-12 ed uscendo con Baylor nei quarti di finale della Big XII. Grande punto interrogativo per i Longhorns sarà la presenza di Cameron Ridley (11,8 punti e 9,2 rimbalzi di media nelle sole 11 partite giocate) , il centro di Texas ha infatti saltato gran parte della stagione per un infortunio rientrando solamente in finale contro Baylor disputando però solo due minuti sul parquet. Attorno a lui e al Junior Isaiah Taylor ( 14,8 punti per partita) ruoteranno quindi le speranze dei Texani.
A giocarsi il passaggio al secondo turno con i Longhorns troviamo con il seed #11 Northern Iowa che dopo uno start negativo ha iniziato ad inanellare successi (12 vittorie nelle ultime 13 partite) nella Missouri Valley Conference. Il tutto coronato dalla vittoria allo scadere nella finalissima contro EVAN con lo spettacolare buzzer-beater di Wes Washpun (14,3 punti per partita).

Troviamo infine con il seed #3 l’insidiosissima Texas A&M reduci dalla sconfitta in finale della SEC contro Kentucky. Texas può contare su una solida difesa da 93,8 punti per ogni 100 possessi concessi (secondo KemPom) che ha ad esempio limitato a soli 37 punti finali la LSU di Simmons nelle finali della SEC e su un attacco ben organizzato con ben 17 assist di squadra media a partita (undicesimi assoluti in tutto lo Stato). Gli Aggies affideranno il loro attacco alle due esperte guardie Jalen Jones (15,5 punti per partita e 7 rimbalzi) e Danuel House (15,5 punti per partita). 

Se a ciò aggiungiamo anche una “benedizione presidenziale” da parte di Barack Obama, che nel suo bracket ha addirittura ipotizzato un approdo da parte degli Aggies alle final 4 di Houston, i presupposti per lasciare il segno ci sono proprio tutti.
Ad insidiare Texas, con il seed #14, troviamo i Green Bay Phoenix campioni della Horizon conference in carica. Con un gioco intenso e frenetico che ha portato a più di 84 punti per partita e 9,8 rubate di media a partita proveranno l’improbabile impresa di mettere i bastoni tra le ruote agli Aggies.