Meno sorprese di quante non si siano avute in altre region non hanno comunque diminuito l’interesse di una East comunque competitiva. Ad aprire i giochi è stata quella che probabilmente è la numero uno più sottovalutata nei vari bracket, Villanova. Sarà il nome che ricorda più un paese della provincia abruzzese sarà il low profile imposto da coach Wright, che ha definito i suoi: “un mucchio di giocatori di basket, o almeno un gruppo di tipi che provano a esserlo”. Eppure il bilancio parlava di 33 vittorie e di un secondo posto nel National Ranking per i Wildcats che non hanno deluso le aspettative contro una malcapitata LaFayette affossata 93-52. Al solito Nova ha mostrato la sua arma migliore: l’equilibrio e la maturità. In un team che riesce ad avere un giocatore come il tre volte All-American Hillard pronto sempre a mettere aventi gli interessi della squadra questa disponibilià al sacrifico potrebbe aiutare nel proseguio. Ispirato era apparso anche il compagno di backcourt di Hillard, ovvero il “nostro” Ryan Arcidiacono, che Pianigiani già sta corteggiando per convincerlo ad indossare l’Azzurro, che è entrato negli highlights con un merviglioso layup in un secondo tempo senza storia.
Villanova se la vedrà stanotte contro quello che appare il suo esatto contraltare, ovvero la talentuosa e decisamente più folle North Carolina State. Ulteriore conferma in questo senso è arrivata nel primo turno quando NC State (numero 8 del tabellone) e LSU (numero 9) hanno dato vita a una partita che ben rappresenta lo spirito della March Medness. Epilogo quanto mai beffardo per i Tigers che sembravano poterla portare a casa senza fatica al riposo quando il tabellino diceva 40 a 26 per Las Vegas. Il vantaggio in realtà appariva consistente fino a 9.15 dal termine quando la high school di Shaq e Bennet conduceva 62 a 48. Poi il vuoto: con le star Mickey e Jarrell Martin che improvvisamente non riescono più a trovare la via del canestro seguiti da tutta la squadra. Ne esce un maxiparziale a favore di North Carolina con protagonista la guardia Trevor Lacey ma soprattutto i big man. Se il centro al primo anno Abdul-Malik Abu alla fine arriva a metterne 14 è però l’altro lungo BeeJay Anya il protagonista atteso e l’ala che fino a quel momento ha a dir poco deluso si sveglia al suono della sirena. Il leader per stoppate dell’intera Ncaa si trasforma infatti in match winner con un jumper nel pitturato quando mancano 0,1 secondi alla fine delle ostilità che da il primo vantaggio a una NCS che era stata sotto dall’ottavo minuto del primo tempo. Non il ritorno che si aspettavano in Nevada viste le aspettative che c’erano attorno a una LSU che era tornata al grande ballo per la prima volta dal 2005 e che si è vista tradita poprio dai suoi migliori, in primis Mickey che ha sbagliato tutto lo sbagliabile nel finale rendendo vani i suoi 14 punti iniziali.
Sorprese quindi no ma divertimento e pathos non sono mancate. Chiedere conferna a Rick Pitino. Il santone dei coach Ncaa ha sudato non poco con la piccola California-Irvine. La Cenerentola con il giocatore più alto del torneo sotto le plance (il senegalese Mamadou N’daye 223 cm da Dakar al secondo giro sicuro del Draft), ha sfiorato il più classico dei colpacci arrivando ad accarezzare il sogno più volte nel match fino ad arrivare a condurla 55 a 53 a un minuto dalla fine. Ci è voluto il talento della talentuosissima guardia Rozier per salvare i Cardinals, insieme al classico braccino del tennista che ha portato Cal-Irvine a interrompere il suo sogno sul 59-55 per la formazione del Kentucky.
Toccherà ora ai Campioni Ncaa 2012 quella North Iowa che ha nel turno precedente regolato Wyoming 71 a 54 in un match dal poco fascino e che ha riservato un epilogo per una volta secondo pronostico.
Più rumore fa la caduta della numero sei Providence che va fuori con la 11 Daytron. Daytron che domani se la vedrà con un Okllahoma State che già non si è fatta remore a spegnere il sogno di una comunque ammirevole Albany, sconfitta 69 a 60.
Se scrivete su Google Virginia Belmont, sappiate che non vi uscirà il risultato del match ma il nome di un attrice di B-Movie degli anni 40. Da questo capirete che il confronto tra i favoritissimi Cavaliers ed i Bruins meno nobili di Belmont non poteva contare sul fascino della storia. Il basket però per fortuna si fa nel presente e così c’è voluta tutta la qualità offensiva di Virginia, a cominciare dai 22 del top scorer Malcom Brogdon seguito dai 15 del rientrante Justin Anderson e dai 16 di Gill per regalare il secondo turno ai ragazzi di coach Tony Bennett (no, non il cantante..).
Partitella interessante sarà sicuramente con queste premesse quella di domani che opporrà i Cavaliers agli Spartans, in un duello che probabilmente farebbe la felicità di chi ha già contrapposto al cinema cowboy e alieni. Scherzi a parte la squadra di un altro grande coach italo americano qual’è Tom Izzo pare pronta al confronto dopo aver regolato Georgia State per 70 a 63 nonostante il tentativo di rimonta dei Bulldogs, smorzato dalla mano fredda di Denzel Valentine capace di fare un pesantissimo 6 su 6 ai liberi negli ultimi 30 secondi che danno a Michigan State la possibilità di approdare al secondo turno.