Sono partite in 68 da Dayton, Ohio, ne sono rimaste solamente 4 e sono finalmente arrivate ad Indianapolis, teatro dell’atto finale: Kentucky, Wisconsin, Duke e Michigan State, le magnifiche quattro del torneo più pazzo del mondo, sono pronte a darsi battaglia alle Final Four 2015.
Il palco scenico, come detto, sarà quello del Lucas Oil Stadium di Indianapolis, le notti che terranno svegli milioni di appassionati quelle del 4 e 6 aprile e le sfidanti quelle che rappresentano il meglio che il college basket possa offrire in termini di livello tecnico e storia del basket universtario.
La sorpresa più grande è la cavalcata di Michigan State, partita con il seed numero 7, che ha sovvertito le previsioni degli esperti, secondo i quali ad attendere il programma di Tom Izzo, rimasto orfano di Payne ed Harris, ci sarebbe dovuto essere un periodo di transizione, necessario per ricostruire un team vincente.
Puntando sulla coesione del gruppo e sulle prestazioni del playmaker senior Travis Trice, invece Michigan State ha sbaragliato nell’ordine le favorite di turno Virginia, Oklahoma e Louisville ed ha approfittato dell’inaspettato flop della numero 1 Villanova; a questo percorso si sommano i cinque anni di assenza dei verdi dalla fase finale, sempre ammesso che tutto ciò basti per considerare un ateneo con alle spalle la tradizione degli Spartans una sorpresa a livello di Final Four.
Per quanto riguarda gli altri regionals a farla da padrone sono state le numero uno nei rispettivi ranking, che hanno tenuto fede ai pronostici, scongiurando la presenza a Indianapolis di eventuali “cenerentole”.
Ad affrontare coach Izzo sarà infatti Mike Krzyzewski con la sua Duke: i Blue Devils hanno sbaragliato Gonzaga, che, nonostante una pallacanestro vivace e coinvolgente e nonostante i canestri di Wiltjer, si è dovuta arrendere allasuperiorità del quintetto in biancoblu.
Ad Indianapolis tutti si aspettano qualcosa dall’annunciata prima scelta Okafor, ultimamente non brillantissimo, ma la vera forza di Duke sta nel livello delle alternative (se così si possono chiamare) al numero 15: la regia di Tyus Jones, la leadership di Quin Cook e soprattutto la vera e propria esplosione di Justise Winslow rappresentano i pilastri del team di Krzyzewski, che sembra lanciato verso la finalissima, dove sarà un cliente scomodo per tutti.
Paradossalmente a rischiare di più il mancato approdo al gran ballo di fine anno è stata la favorita d’obbligo della vigilia, Kentucky: gli Wildcats, protagonisti di un cammino da 38-0, hanno infatti avuto la meglio su Notre Dame soltanto nel finale grazie ad un super Towns ed ai liberi di Andrew Harrison, lasciando tuttavia nelle mani di Jerian Grant il tiro della possibile vittoria per i Fighting Irish.
I ragazzi di Calipari, giunto alla quarta Final Four negli ultimi cinque anni, vogliono vendicare la sconfitta dello scorso anno per mano di Napier e Uconn e, dato il record e la presenza di così tanti talenti in odor di passaggio tra i pro (nonostante solo i gemelli Harrison abbiano preso parte alle finali della scorsa stagione, visto l’infortunio dell’altro freshman Cauley-Stein), appaiono la squadra da battere.
Wisconsin dal canto suo, rappresenta però uno scoglio tutt’altro che facile da superare ed anzi, per caratteristiche di gioco, è forse il peggior avversario sulla carta che la Big Blue Nation potesse incontrare. I Badgers guidati da Frank Kaminsky, protagonista di un’annata strepitosa che lo proietta vero il draft all’apice della sua carriera collegiale e Sam Dekker, autore di 27 punti con 8/11 dal campo contro Arizona, sono più che mai determinati a scrivere 1 nella casella delle sconfitte di Kentucky.
Tutto è pronto dunque per l’atto finale della stagione 2014/15: i riflettori del Lucas Oil Stadium si accenderanno sabato alle ore 18 locali per Duke – Michigan State, seguita dall’altra semifinale Kentucky – Wisconsin, mentre le vincitrici si daranno battaglia nella finale di lunedì sera (ore 21).
Allacciate le cinture, sta per partire il week-end sportivo più mad di tutti!