La sconfitta di Domenica notte contro i Kings (100-99 con il layup fallito da Marcus Smart sulla sirena) non scalfisce la grande settimana dei Boston Celtics, che, come gia’ anticipato la scorsa settimana, sono autori di una grande partenza e si issano in testa alla Eastern Conference, con una striscia di 9-1 nelle ultime dieci e un Kemba Walker che sembra aver preso in mano la squadra. Un plauso anche ai Miami Heat, che chiudono la settimana imbattuti (3-0 con le vittorie su Pistons, Cavs e Pelicans) e la consapevolezza di poter rimanere in alto fino alla fine, anche grazie alla sostanza sotto canestro di Adebayo e l’ottimo inizio del rookie Kendrick Nunn. Le “Big Three” pero’ (Bucks, i campioni in carica dei Raptors e Sixers) resistono bene e cingono le prime due d’assedio, pronte a sferrare l’attacco decisivo. Settimana un po’ zoppicante per Philadelphia che fa 2-2, perdendo contro Orlando e Thunder, e per i Raptors, che chiudono la difficile trasferta ad Ovest con due sconfitte a Dallas e LA (sponda Clippers) e una W a Portland (Siakam 36 punti, ormai elevatosi a superstar a tutti gli effetti). I piu’ in forma del terzetto degli inseguitori sembrano davvero i Milwaukee Bucks di Giannis, che ha viaggiato a 33 punti di media la scorsa settimana, e sembrano pronti a prendere la testa della Conference da un momento all’altro.
Dall’altra parte del guado, decisamente male i Pistons e ancora gli Hawks, che nonostante una buona partenza non sembrano uscire dai bassifondi della Conference. Aggiungiamo questa settimana anche i Brooklyn Nets, forse partiti con un po’ troppe promesse e speranze dato l’arrivo di Irving, ma che faticano ad ingranare.
UP:
BOSTON CELTICS
Quattro uomini sopra i 18 di media (Walker, Tatum, Hayward e il sorprendente Jaylen Brown) fanno pensare che forse Uncle Drew creasse qualche problemino di spogliatoio lo scorso anno… Finora i big man dei Biancoverdi non hanno fallito nulla, e i Celtics sembrano davvero non essere destinati a calare di un millimetro in questa stagione. Tre vittorie importanti in settimana, contro Mavs e Wizards in casa e Warriors fuori, lanciano un messaggio importante anche in chiave playoffs. Rinati.
MIAMI HEAT
I Miami Heat saranno abbonati agli ups di Basketitaly finche’ resteranno cosi’ in alto, dato che in pochi li prevedevano davanti dopo 12 partite. Un’altra settimana pulita per loro, con un 3-0 di vittorie nette (pur se non contro avversari irresistibili) ma soprattutto un mix che continua a funzionare – i giovani Nunn, Adebayo e Herro coadiuvati dall’esperienza di Butler e Dragic. Ma il valore aggiunto viene dalla panchina, e si chiama Eric Spoelstra. Rampanti.
MILWAUKEE BUCKS
Questa settimana il podio lo meritano tutto. Qualche singhiozzo iniziale, tre sconfitte per loro dall’inizio, ma un’ottima settimana che li catapulta al secondo posto ad Est (9-3 al pari dei Miami Heat) e una fiducia nei propri mezzi di questa compagine che ha cambiato poco rispetto alla scorsa stagione, dove chiuse col miglior record NBA. Le vittorie su Bulls e Pacers hanno dimostrato che questa squadra sa alzare il livello quando serve, pur soffrendo ancora un po’ difensivamente soprattutto sui tiratori. Tutto dipende da Giannis, ma finche’ c’e’ ed e’ in forma, i Bucks restano da titolo. Confermati.
DOWNS:
BROOKLYN NETS
Kyrie Irving da solo non basta (28.5 punti a partita per lui finora). Troppo altalenante l’inizio dei Brooklyn Nets (niente, proprio New York non ce la fa ad avere una squadra davvero competitiva) che subiscono tre uppercut in fila contro Suns, Jazz e Nuggets prima della W di Chicago, a chiudere un tour ad Ovest non del tutto soddisfacente. Il record di 5-7 non fa dormire sonni tranquilli a coach Atkinson, visto che comunque il livello della squadra e’ decisamente da 50-60% di vittorie. Sottotono.
ATLANTA HAWKS
Vero. Chandler Parsons ancora parcheggiato e John Collins a mezzo servizio. Trae Young ancora a livelli da All-Star (27 punti di media e 31 messi in faccia a LeBron nella sconfitta contro i Lakers) e la bella W in casa dei Jazz non bastano al momento, e gli Hawks si dimenano sempre attorno al 30% di vittorie, con 6 sconfitte sulle ultime 7, inclusa una scoppola spaziale ricevuta in casa dei Clippers, 150-101 (di cui vi parleremo nel resoconto dell’Ovest). L’investitura di Doc Rivers su Young non manca (“Chiaramente la seconda miglior point-guard di sempre a giocare negli Hawks, dopo di me”) ma non basta ancora, al momento. Trust the process, but when?
DETROIT PISTONS
Gia’ finito l’effetto Blake Griffin (comunque fermo ai box dopo sole due partite giocate), i Pistons stanno affondando miserevolmente (quattro sconfitte sulle ultime quattro) con il solo Andre Drummond a tenere alto il livello (quasi 20 punti in media con un mostruoso 17 rimbalzi a partita) e, dietro un ammirevole Derrick Rose, non abbastanza per garantire qualcosa di meglio di un misero 4-9 fino a questo punto. Male Reggie Jackson (pur se infortunato), deludente Tony Snell, e solo un Luke Kennard che puo’ definirsi sopra le righe in questo filotto di sconfitte (24 punti di media nelle ultime 4). L’aria non e’ buona attorno al gia’ coach dell’anno Dwane Casey, sara’ meglio che Blake rientri, e in fretta. Sul filo del rasoio.