NBA Preseason review – Toronto a forza 7, Spurs e Thunder a marce basse. Che spettacolo nella capitale!
Domani finalmente ci sarà il kick-off della nuova stagione NBA, una stagione che si prospetta particolarmente incerta con nuove storie da raccontare e altre che forse saranno al loro ultimo capitolo.
La pre-season è sempre da prendere con le molle, ma ha offerto innumerevoli spunti che potranno essere da spunto a questo incipit di season. La squadra su cui tutti i fari sono puntati senza ombra di dubbio i Cavaliers, che con l’approdo del figliol prodigo LeBron James, nonché di un supporting cast di tutto rispetto, sono ritornate ad essere una delle più serie contender all’anello: il loro ruolino di marcia cita 5 vinte e 2 perse, ad Est dietro solo ai Raptors che con 7 vinte e 1 sconfitta sola vantano il miglior record della lega. I canadesi ma soprattutto i Wizard (4-4), che punteranno forte al prossimo mercato free agent – leggasi Kevin Durant, ma questa è un’altra storia – , cercheranno di fare da terzo incomodo al duopolio Cleveland – Chicago (4-4) già insignito da tutta la critica. Interesse suscitano anche gli Heat (4-4) dopo l’addio del Prescelto e i Pacers (3-4) rivoluzionati da infortuni, partenze e malumori vari.
Ad Ovest le due squadre più accreditate, gli Spurs (2-5) e i Thunder (2-5), sono partite con le marce basse. I primi, reduci da festeggiamenti da anello e da una massacrante tournée nel vecchio continente, proveranno a dare il massimo, come oramai di consueto, a partire da dopo l’All Star Game, mentre i Thunder saranno orfani del MVP Durant, vittima di un infortunio da stress, per circa un mese e mezzo. I Suns (5-2) non sono più una cenerentola e vorranno partecipare al gran ballo dei playoff, obiettivo forse non alla portata dei futuribilissimi Wolves (5-2), con a roster le ultime due prime scelte, nonché una pattuglia di rookie sotto la guida, forse per poco, del veterano Rubio. Ad avere il miglior record sono state Houston (6-2) e Golden State (6-2): i primi saranno chiamati a una prova di maturità soprattutto da parte delle loro stelle, mentre alla Oracle Arena si spera che al consueto spettacolo vengano abbinati anche risultati di assoluto rilievo. Chiamati alla definitiva consacrazione Lillard e Davis, chi in pre-season chi ai Mondiali hanno già fatto vedere cose degne di eccellenza.
Le due grandi piazze infine New York e Los Angeles ancora una volta probabilmente potranno sorridere a metà: non desta preoccupazione il tabellino dei Clippers (2-6) dato il roster di assoluto spessore, mentre è più preoccupante la situazione in casa Lakers (3-5 addirittura sopra le aspettative), e a New York sponda Knicks (3-4); Nets artefici di 4 vittorie a fronte di 2 sole sconfitte ma con motivazioni e ambizioni minori rispetto a dodici mesi fa.
Piccola nota a margine. Questa sarà la prima stagione che non vedrà calcare i parquet un’assoluta leggenda dello sport più bello del mondo. I continui guai fisici, che hanno martoriato le due ultime stagioni, hanno costretto Steve Nash a dire stop e mettere fine a una carriera piena di riconoscimenti personali (2 volte MVP, 5 volte miglior assist-man di stagione e terzo nella classifica all-time, 3 volte nominato nel primo quintetto della lega e 8 convocazioni all’All Star Game) ma senza l’acuto di un meritatissimo titolo coi Mavericks e soprattutto coi Suns. La sua mente da assoluto visionario sopperiva a un fisico assolutamente nella media, è stato senza ombra di dubbio uno dei migliori spot viventi per chi si vuole innamorare della nostra fantastica disciplina.
©BasketItaly.it – Riproduzione Riservata