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NBA – Karl-Anthony Towns Rookie of the Year designato?

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Quando mancano meno di venti partite al termine di una delle Regular Season più ricche di record della storia NBA, pare che la corsa per il premio di miglior rookie dell’annata 2015-16 abbia già un vincitore. Ci si aspettava grandi cose da Karl-Anthony Twons, e grandi cose sono arrivate.
Leader per punti segnati (più di 17 di media a partita) e per rimbalzi (in totale, ne ha presi oltre 200 in più rispetto al secondo classificato), ovviamente tra i rookie, ha da subito dato l’idea di un giocatore pronto per i grandi palcoscenici, mai acerbo e quasi sempre deciso nelle giocate e, cosa molto importante, sta provando ad aggiungere il tiro da tre al proprio repertorio, qualità che non faceva assolutamente parte del suo “modus giocandi”. Basti pensare che, nell’ultima stagione al college, disputata con la maglia di Kentucky, l’ammontare delle triple tentate si fermava a 8 (in circa 40 incontri); quest’anno, dopo meno di 70 partite, siamo oltre 60 palloni scagliati dalla linea dei 7,25. Le percentuali non sono delle migliori (sfiorano il 35%), ma, in ogni caso, i difensori dovranno rispettare KAT anche fuori dall’arco. Questa rappresenta un’arma tattica dal potenziale non indifferente, in quanto permette di liberare l’area pitturata del più alto e grosso difensore avversario, aprendo spazi per le incursioni degli esterni.
Il secondo classificato citato pocanzi, quando si parlava di rimbalzi, è Kristaps Porzingis. Dopo aver fatto impazzire gli States – ad un mese dal debutto, le sue maglie erano già sold out – il lettone classe ’95 ha risentito del cattivo rendimento dei New York Knicks, i quali, durante la prima metà di stagione, oscillavano intorno al 50% di vittorie. Una serie di 15 sconfitte e 4 vittorie, tra la quarantesima e la cinquantanovesima partita, li ha affossati in maniera definitiva, distruggendo i residui sogni playoff. Tuttavia, la nota positiva della stagione dei newyorchesi è proprio lui: 18 doppie doppie, una sola partita chiusa con la virgola a referto, due partite terminate con ben 7 stoppate e una serie infinita di poderose schiacciate a rimbalzo. E’ stato, tra l’altro, il sesto lungo più votato per l’All Star Game, per quanto riguarda l’Est, con quasi 500mila voti.
Anche Jahlil Okafor sta disputando un ottimo campionato, per quel che può valere una stagione in casa 76ers. Dopo una partenza tribolata – la dirigenza di Philadelphia ha messo a sua disposizione una guardia del corpo, per evitare ulteriori episodi spiacevoli dopo la scazzottata finita su tutti i giornali – ha deciso di fare sul serio, e le cose stanno andando piuttosto bene, anche grazie all’arrivo di Ish Smith, il quale ne sta esaltando a pieno le capacità. Purtroppo, la rookie season di Okafor è finita anzitempo a causa di un infortunio al ginocchio.
Per D’Angelo Russell vale, in parte, il discorso fatto per il centro dei 76ers: quella del Lakers non è un’annata come le altre, è l’annata del ritiro di Kobe Bryant e tutto ciò che succede intorno a lui ha automaticamente perso d’importanza e interesse. Nonostante ciò, Russell ha mostrato di poter essere un giocatore su cui puntare e, di sicuro, a Los Angeles sanno di poter contare su di lui per il futuro.
Chi, invece, sta disputando una stagione strepitosa è Devin Booker. Per il figlio di Melvin, la stagione è decollata quando ha trovato posto in quintetto, grazie ai quasi contemporanei infortuni di Eric Bledsoe e di Brandon Knight. Da allora, il minutaggio è aumentato vorticosamente e, assieme ad esso, è cresciuta la quantità di triple mandate a bersaglio. La ciliegina sulla torta sarebbe stata la vittoria dell’All Star Three-Point Contest di Toronto, durante il quale ha dato filo da torcere agli Splash Brothers.
Meritano una menzione i due rookie di Denver, Mudiay e Jokic (specie il primo) e Miles Turner, vincitore del premio di miglior rookie della Eastern Conference per il mese di Febbraio.

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