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NBA: Inizia una nuova era per i Clippers: “Larry” assicurati da Steve Ballmer

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Lo Staples Center gremito di tifosi come non si era mai visto: è festa grande per l’arrivo del nuovo patron Steve Ballmer. Buona la prima per la squadra da 2 miliardi di dollari, perché la franchigia non si muoverà da Los Angeles.

E non cambierà nome. La storia inizia proprio così. Ballmer sale sul palco, rispondendo allegramente alle domande dei fan, a metà tra un urlo e un canto di guerra. Parla di tecnologia, di affari e di tradizione, ma il messaggio che lo eccita di più è certamente l’ultimo. La questione è lanciata da un fan, Michael Marks, tifoso abbonato dal 1988: “In qualità di abbonato da 26 anni, che tipo di cambiamenti possono aspettarsi i fan di vedere nei prossimi 26 anni?“. Ballmer sorride, uno di quei sorrisi belli larghi, e rimane in silenzio, in un raro momento di tranquillità. Alcuni tifosi iniziano allora ad urlare “Larry! Larry!”, un riferimento al “O’Brien Trophy Larry”. In un batter d’occhio, Ballmer solleva il microfono e grida, “Affermo arditamente che i Clippers vinceranno molti, molti, molti, molti altri Larrys nei prossimi 26 anni rispetto all’ultimi 26!”

 

I Los Angeles Clippers non cambieranno il loro nome. Ma se dovessero farlo, verrebbe in mente l’appellativo di “Hurricane”. Infatti, oltre ad essere la “Mecca del cinema”, L.A. è nota per i “fortissimi” terremoti, e non per le ululanti tempeste tropicali. Quest’ultime, invece, sono esattamente ciò che viene in mente pensando alle folate di vento che soffiavano allo Staples Center. Proprio nel momento in cui il nuovo proprietario dei Clippers è salito sul palco. “Hurricane-Steve” potremmo dire. Un uomo capace di avvinghiare i tifosi presenti – a cui è stata elargita una T-shirt con lo slogan “E’ un nuovo giorno” – con la sua energia e il suo vigore. La sua impressionante voce.

Una manifestazione a cui hanno partecipato quasi 5.000 fan. Perché “è un nuovo giorno”, o forse una nuova Epoca. “Quando è venuto attraverso la folla, ho letteralmente avuto la pelle d’oca“, ha affermato Blake Griffin, che è stato raggiunto da Doc Rivers e dai compagni di squadra Chris Paul, DeAndre Jordan, Matt Barnes e gli altri sul palco. “Non so se c’è una buona parola per descriverlo. So che tutti i nostri ragazzi sono entusiasti l’energia che porta con sé. E’ completamente diverso “. E partendo dalle dichiarazioni ufficiali lasciate alla stampa nazionale americana, i primi dubbi dei tifosi dei Clippers non riguardano solo le “mosse” in campo, ma soprattutto quelle “fuori”. Alcuni sostengono che nel giro di massimo 5 anni Ballmer trasferirà il franchise in quel di Seattle, altri resistono alla ventata di ottimismo portata da questo “Hurricane”: le sue parole e i suoi “cento motivi” sembrano rivitalizzanti per il team e l’NBA. L’ex amministratore delegato della Microsoft da Seattle prende il sopravvento in un momento in cui i Clippers sono perfettamente posizionati a fiorire sul campo e diventare il team più redditizio a partire da esso.

Dopo i 33 anni di proprietà Donald Sterling, etichettato davvero come il “peggiore” gestore della storia di tutti gli sport, radiato a vita per “razzismo” dalla NBA, non bisogna dimenticare le “metamorfosi” apportate ai Clippers: Sterling ha preso Griffin. Ha ingaggiato Paul. Ha pagato per ottenere Rivers da Boston e garantire il mantenimento di Paul. Ed ha anche corrisposto 50 milioni dollari per costruire un impianto di “state-of-the-art” nel raffinato quartiere di La Playa Vista. Paul e Griffin sono entrambi contratti firmati per i prossimi quattro anni, e Doc Rivers non si muove da Los Angeles. Dal 2009, i Clippers hanno aperto un impianto che è l’invidia di molti in tutto il campionato. Dunque, possiamo dire che Sterling lascia il franchise nel suo stato migliore da quando lo acquisì nel 1981.

La parola più usata da Ballmer è “hardcore” (quella che definiamo una “combinazione di passione, tenacia e devozione”): la ripete costantemente quasi come fosse il suo nuovo appellativo ai Clips. Quando il discorso si intrufola nello specifico, le parole dell’Hurricane preferiscono il profilo basso: “Il regolamento sarà di 500 pagine, sono a malapena arrivato a 378 – spiega scherzando, poi precisa tornando serio -. Sono un fan e grande appassionato di Nba, ho visto tante partite ma questo è un ruolo diverso, e voglio grandi persone al mio fianco, grandi giocatori, come credo la squadra di quest’anno abbia.” A livello Nba, può saltare alla mente il confronto con Mark Cuban, anche se resta difficile accumunare i due. A iniziare dal “punto strategico” da dove Ballmer seguirà i match: “Sono un bordocampista – dice ironizzando –, mi piace stare vicino all’azione ma non troppo alla panchina. Nella prima cena con squadra e coach mi sono fatto consigliare quale sia la zona migliore per assistere alla gara, voglio vivere la partita”. Considerato tutto quello che è successo negli ultimi cinque mesi, un successo duraturo sotto Ballmer potrebbe certamente cambiare la percezione del nome i Clippers e potrebbe rivelarsi la più grande vittoria. I Clippers sono finalmente pronti a lasciarsi alle spalle un passato tutt’altro che glorioso, mentre Sterling è stato ridotto al rumore di fondo. Sì, si tratta di un nuovo giorno in “Clipperland”. Un gran giorno diverso.

Come ha detto Rivers nella dichiarazione, “Questo è un nuovo stupefacente giorno nella storia Clippers“.