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NBA – Il pagellone degli Italians, stagione in crescendo e per qualcuno non è ancora finita…

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Finita la Regular Season è tempo di analizzare la stagione dei nostri portacolori nel campionato più bello del mondo. Tre hanno ancora la possibilità di alzare il voto, gli altri non per colpa loro già possono pensare a come presentarsi al prossimo anno.

Marco Belinelli 6,5– Nessuno, neanche nella sua San Giovanni in Persiceto(indagine effettuata sul campo), credeva nella possibilità di una stagione magica come l’anno scorso. Metteteci pure quella dose di problemini fisici che quest’anno sembra aver attanagliato chiunque avesse passaporto italiano, e capirete la stagione fino ad ora di Marco. Stagione in cui comunque il nostro è stato il sesto realizzatore degli Spurs con un minutaggio che non è mai stato elevatissimo nonostante la fiducia di coach Popovich. Pop che ormai pare aver ben chiaro il ruolo di Belinelli, incaricato in attacco di tirare dagli scarichi o di creare dal palleggio, anche se la vera discriminante è stata l’intensità difensiva: quando Beli ha deciso di difendere forte questo si è ripercosso in un maggiore utilizzo, a dimostrazione di quanto Pop tenda a volere giocatori capaci di essere un fattore in tutte e due le fasi. I playoff possono cambiare ad ogni modo il bilancio anche a livello personale per Marco. L’aria di post season ha sempre galvanizzato l’ex fortitudino, basti ricordare i playoff di due stagioni fa quando, con i Bulls dimezzati dagli infortunii, si fermo solo davanti alla migliore versione del binomio Lebron-Heat. Se Belinelli ritroverà quel fuoco e non si perderà nelle rotazioni imprevedibili del backcourt texano (che in sede di playoff trova sempre, oltre ai soliti, eroi non pronosticabili alla Danny Green o Gary Neal), il voto è destinato a salire e la cosa sarebbe particolarmente ben accetta, essendo all’ultimo anno di contratto.

Ettore Messina 7,5– Due stagioni fa Ettore parve veramente ad un passo dalla panchina degli Hawks che solo all’ultimo decisero di puntare su coach Budenhozer, braccio destro di Greg Popovich. Se era stato un “figlio” degli Spurs a rubargli la grande occasione sono stati proprio gli Spurs, per uno strano gioco del destino, a regalargli comunuqe una bella chance. Così a tre anni dalla prima sortita nel mondo Spurs, come ospite di Pop, Messina è tornato in Texas stavolta non come un imbucato alla festa. Agli encomi sulla sua persona da parte del leader maximo degli Spurs e da quasi tutti i giocatori abbiamo finito per abituarci in questa prima stagione ma il vero momento clou è un altro. Messina è stato infatti il primo europeo in questa stagione a “scoprire l’America” dalla panchina, esordendo (e vincendo) il match contro i Pacers da capo allenatore sostituendo l’acciaccato Pop. In quella partita si è visto tutto Messina che non si è solo limitato a svolgere il compitino ma ha messo tutte le sue idee, non è un caso che Ginobili, abbia finito in quel match per prendersi ben 18 tiri, un numero che quest’anno non si è visto spesso. Futuro roseo.

Gigi Datome 6 +– Provare a scrivere un’analisi razionale della stagione dell’ex Mvp del campionato con negli occhi il carreer high pesantissimo fatto registrare qualche giorno fa richiede una forza erculea ma tant’è, non si può dimenticare come è iniziata questa stagione.” Intanto che gioco mi crescerà la barba”, deve essere stato il pensiero di Gigi che non a caso era finito per essere più famoso per la sua peluria facciale che non per le sue qualità. Addirittura era finito anche nel tritacarne D-League, poi come in tutte le favole, e arrivata la rinascita (o la resurrezione, vista la somiglianza di Gigi con qualcuno nelle alte sfere.). Sono arrivati i Celtics, gli stessi dove sarebbe dovuto approdare all’inizio della sua avventura Nba, prima dello “scippo” di Dumars (prima che proprio quest’ultimo fosse costretto a lasciare la Motor City). A Boston si è iniziato a rivedere qualche raggio di sole e, al solito, non ci è dato sapere quanto il miglioramento della squadra abbia influito sul rendimento di Gigi e quando viceversa aspettiamo i playoff per chiarirci le idee?

Andrea Bargnani 5- Una volta avevo un amico che giocava a basket, in una discussione gli ho augurato di finire a giocare nei Knicks di quest’ anno. Ora (a ragione) non mi parla più. Giocare a New York non deve essere stato bello e piacevole per nessuno e il Mago non fa eccezione. Nella peggior stagione della storia è finito pure lui nell’occhio del ciclone, colpa di un contrattone monstre, degli infortunii (tanto per cambiare..) e di una strategia di comunicazione non limpidissima che certo non l’ha aiutato nell’operazione simpatia. Come per gli altri connazionali però, anche per il 77 dei Knicks la chiusura è stata in crescendo. Responsabilizzato offensivamente in una squadra senza punti nelle mani, Bargani ha ritrovato serate da “Grande Mago” in cui è tornato a toccare quota venti punti che quantomeno hanno migliorato un autostima che sembrava persa. E l’anno prossimo? Il romano è stato il primo italiano ai Raptors ad avere degli schemi apposta per lui e quando la cosa si è ripetuta a NY ne ha tratto beneficio a livello individuale. Il ritorno di Carmelo però gli impedirà a New York di ritrovarsi spesso nella situazione ed in giro nella Lega non paiono smaniare per dargli questo tipo di possibilità. Quindi o cambia gioco (soprattutto in difesa..) o la sua carriera potrebbe avere un poseguio che è difficile pronosticare oggi. Ah, poi dovrebbe restare sano per almeno venti partite di seguito e la cosa non pare scontatissima…

Danilo Gallinari 7,5– Ormai scrivo più spesso io del Gallo di quanto i giornali di gossip scrivano di Belen. Per Danilo vale il discorso affrontato più diffusamente sempre da queste parti non tanto tempo fa (vedi QUI). L’amore con Shaw, dichiarazioni a parte non sembrava mai davvero sbocciato e la sequela d’infortuni anche in questo caso dicono molto, se non tutto, dell’inizio difficile di Gallinari. Trovatosi in difficoltà in un sistema, quello dell’ex gialloviola, che non ne valorizzava a pieno le qualità offensive, ha ritrovato fiducia nel finale dopo che l’esonero di Shaw aveva certificato il fallimento di un progetto in cui nessuno tra i giocatori aveva mai creduto forse davvero. Di tutta la pattuglia italiana Gallo sembra essere quello con più certezze sul suo futuro e un’estate passata con tante certezze può aiutarlo a prepararsi per una stagione dove, aiutato pure dal clima caldo ma senza troppe pressioni che si respira in Colorado, potrebbe esplodere finalmente del tutto fino, perché no, ad arrivare ad un rendimento da All Star.

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