All you need is Love? A Cleveland non ne sono più così certi e qualcuno in casa Cavs già mugugna pensando all’ennesimo “mistake by the lake”.
Lungi da noi dare analisi nette e definitive dopo questi primi scampoli di regular season e ben consci che le squadre da titolo tirano fuori tutto quando la palla scotta di più ai playoff, non si può neanche nascondere che l’inizio del nuovo regno di Lebron in Ohio è stato sotto le aspettative, con un record di 5-7 e sconfitte contro team che non appaiono corazzate, come i confusi Nuggets del nostro Gallinari. La domanda ora è: come si può colpevolizzare un giocatore che prima della sconfitta con i Wizards del 21 novembre viaggiava a 16 punti, 10 rimbalzi e quasi 3 assist? Il discorso come al solito va al di là dei numeri e su Love pesa il fatto che per averlo i Cavs abbiano sacrificato una sicura superstar in futuro come Wiggins e rischiano, se le cose vanno male, di subire una sorte simile agli Hornets dello scambio Kobe-Divac. I limiti di Love erano chiari a tutti ma, anche una volta entrato in un ensamble veramente competiitvo non è migliorato, anzi. Vicino al ferro i Cavs sono un colabrodo, e se Varejao e Thompson concedono rispettivamente percentuali attorno al cinquanta per cento, il Beach Boy fa ancora peggio arrivando a concedere più del 60%. Dei limiti difensivi si sapeva ma ciò che sconforta è l’apporto offensivo: come ammesso dallo stesso Love prima della sfida agli Spurs il ragazzo è ancora alla ricerca di un suo ruolo. Nonostante la mole di tiri presi infatti Love fatica a trovare ritmo offensivamente e ciò lo porta a cercare disperatamente il jolly, facendo anche cose che non appartengono al suo range e arrivano a danneggiare la squadra. Love è un lungo, magari atipico ma resta un lungo, non può prendere più tiri dall’arco (43%) di quanto non faccia nel pitturato (42%, il 17% in meno della scorsa stagione). Prendere tanti tiri da tre sigifica togliere spazio a chi nel fondamentale è sicuramente migliore come Kyrie Irving, che tira meno di lui. Per intenderci Love sta tirando più di Afflalo e J.J Reddick. Ai Cavs per risolvere il problema hanno bussato ancora a Minnesota chiedendo Corey Brewer che darebbe una grossa mano in difesa ma i Wolves hanno chiesto una prima scelta e per il momento hanno chiuso la porta a questa possibilità.
Intanto proprio in Minnesota si assiste a una graduale crescita di quel Wiggins “sacrificato”dai Cavs che nella notte ha avuto il suo primo acuto a livello Nba pur non riuscendo a evitare la sconfitta dei suoi. Per Wiggins sono arrivati comunque 29 punti in una partita dove non ha avuto gli usuali cali mentali e fisici ed è stato soprattutto questo a impressionare Saunders. A colpire è stata però anche la maturità dell’ex Kansas che ha dato prova di non sentire la pressione attorno a lui, ulteriolmente aumentata dopo l’infortunio a Martin (che col polso slogato ne aveva fatti comunque 34 contro i Knicks) che si andava ad aggiungere alle assenze di Pekovic e Young oltre ad un Rubio fuori gioco fino a Natale. Insomma almeno per ora il match è uno a zero per Wiggins, a Cleveland sperano di non aver fatto l’ennesimo errore e di aver sacrificato il futuro per un amore , anzi un Love, passeggero.