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NBA Finals. Coach Popovich: “Nostre percentuali folli” Wade: “Frustazione e rabbia”

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Improvviso cambio di rotta per le NBA Finals, con i San Antonio Spurs ad impartire una dura lezione in gara 3 ai rivali dei Miami Heat, ribaltando nuovamente il vantaggio del fattore campo (clicca qui per il recap) a loro favore. Al termine del match naturalmente le espressioni dei protagonisti in campo erano diametralmente opposte, raccontando anche solo con uno sguardo tutte le emozioni vissute nella serata.

 

Sono i veterani Tim Duncan e Tony Parker a predicare calma e sangue freddo in casa Spurs, avanti 2-1 ora nella serie, dall’alto della loro infinita esperienza: “Siamo stati bravi a non perdere la calma quando sono rientrati nel secondo tempo –spiega Duncan-. Leonard e Green sono stati le chiavi della partita, siamo stati addosso a Kawhi sul fatto che deve continuare ad essere aggressivo, visto che i falli lo avevano frenato nelle prime due partite. Avere prestazioni offensive del genere da loro due ci ha dato una grossa spinta.” “Difficile dire perché abbiamo tirato col 75%, abbiamo mosso bene la palla, sarà dura ripetere una prestazione simile, specialmente in trasferta – racconta Tony Parker —. Quando la palla entra diventa più facile difendere, siamo quasi sempre riusciti a stargli davanti, senza farci battere nell’uno contro uno. Ora dobbiamo mantenere lo stesso livello di energia dopo una vittoria, cosa che non è accaduta in gara-2”.

Molto soddisfatto naturalmente coach Gregg Popovich che attendeva e sperava in una forte reazione dei suoi giocatori, dopo la sconfitta casalinga in gara 2 che aveva attivato tutti gli allarmi nel Texas: “Folle, non ci capiterà mai più di tirare col 76% in un tempo. Cosa gli abbiamo detto a Leonard? Resta in famiglia… È stato se stesso, se lui non rende così noi non vinciamo, puro e semplice. Ha giocato così tutto l’anno, ha talento, con la mediocrità non vinci in finale, abbiamo bisogno che sia al suo livello”.

Forte delusione invece in casa Miami Heat, incapaci di trovare soluzioni adatte soprattutto nel primo tempo, per fermare l’ondata Spurs, rivelatasi poi decisiva ai fini del risultato finale. Coach Spoelstra commmenta così: “San Antonio è scesa in campo con una marcia in più rispetto a noi, ci hanno aggrediti e anche quando siamo riusciti a rispondere nel 2° tempo, abbiamo sempre commesso qualche turnover nei momenti chiave. Diamo credito agli Spurs, si sono fatti trovare pronti. Cosa ho detto alla squadra? Poco, sarà più importante il messaggio che recapiterò all’allenamento”.

Successivamente i due uomini chiave in casa Heat, LeBron James e Dwayne Wade, provano a tenere alto il morale e caricare i propri compagni, consci che la serie è ancora lunga e tutt’altro che chiusa: “C’è frustrazione e rabbia – predica Wade – Ma sono i playoff, capita, sono un’ottima squadra, dobbiamo imparare da questa sconfitta. Ci siamo scavati un solco enorme e per rientrare abbiamo forzato qualcosa, finendo con lo sbagliare. Abbiamo bisogno di Rio Chalmers. Ci manca, ma è il nostro play, non lo abbandoneremo”. £Ci sono saltati in testa – spiega King James– cose che non dovrebbero accadere a questo punto della stagione, sono stati molto più aggressivi di noi. Miglioreremo, odiamo la partita che abbiamo fatto, ma siamo 1-2, non 1-4. Loro sono entrati in campo con la forza della disperazione che noi invece non abbiamo avuto e gli Spurs sono l’ultima squadra della Nba contro la quale finire sotto di molti punti. Stasera ci hanno punito molto più del solito sui nostri errori. Io ero in ritmo, ma ho perso palla troppe volte (7)”