David Blatt, coach dei Cleveland Cavaliers, viene intervistato dalla Gazzetta dello Sport. L’allenatore, che ha vinto l’ultima Eurolega con il Maccabi, inizialmente parla dei primi mesi di questa sua nuova esperienza NBA: “Mi sono preso tanto tempo per conoscere i miei giocatori e per imparare le differenze tra essere coach in NBA e in Europa, che non riguardano solo il basket. Ho guardato la Summer League, sono andato ad incontri ed eventi, ho trascorso del tempo col mio staff e i tifosi dei Cavs. Insomma, ho cercato di immergermi completamente nella cultura del basket NBA e in quella dei Cleveland Cavaliers”. Dopo l’arrivo di LeBron James sicuramente in Ohio si incomincerà a sentire una pressione su una squadra che punta al titolo: “Ho vissuto completamente immerso nella pressione negli ultimi 20 anni da coach. Sono stato così fortunato da allenare tantissime squadre che lottavano ai massimi livelli e avevano pressioni enormi. Mi sono abituato a questa parte del lavoro e sono contento che sia così anche qui”. Poi spazio ai due giocatori principali di questo progetto come James e Kyrie Irving, mvp di quest’ultimo mondiale: “Penso che LeBron sia il miglior giocatore del mondo. E che voglia essere allenato, e allenato nel modo giusto. Io voglio fare esattamente quello. A Kyrie, invece, sono successe 3 cose interessanti quest’estate. La prima è che ha lavorato duramente per prepararsi al Mondiale, prima per entrare in squadra e poi per essere un giocatore importante all’interno del gruppo. La seconda è che ha riconosciuto che stava giocando con altri grandi giocatori, e che il suo lavoro come play era quello di aiutare la squadra a funzionare nel modo giusto. Ed è un compito che ha eseguito volentieri. E poi doveva mostrare di poter giocare a suo modo nonostante il diverso stile di gioco: ci è riuscito talmente bene che ha vinto l’mvp del torneo. Penso che la sua sia stata un’estate favolosa. E che abbia giocato un mondiale favoloso“. Con il Maccabi e le sue ex-squadre David Blatt ha imposto il suo sistema, ma adesso in NBA sarà possibile farlo? ”Abbastanza, credo. Ovviamente ci sono differenze nel modo di giocare, ma penso che l’unicità di alcuni schemi che eseguivo in Europa possano funzionare bene anche in Nba. Spero che i miei giocatori siano capaci di adattarsi a quelli schemi e di utilizzarli nella miglior maniera possibile”. Infine un’ultima considerazione sul suo gioco e se c’è una possibilità che debba cambiare qualcosa del suo modo di allenare per ottenere risultati in NBA: ”Penso di no. Anche se forse dovrò cambiare qualcosa del mio stile durante la partita e nella gestione di alcune situazioni specifiche”.