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Danilo Gallinari: “Mai uno stop così lungo.Tifo per il triplete di Milano”

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Ancora lontano dal parquet Danilo Gallinari racconta questo particolare momento della sua carriera ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Una bella intervista per il fuoriclasse dei Denver Nuggets che si pronuncia sulla nuova operazione che lo terrà lontano dal giocato fino all’inizio della prossima stagione.

A seguire l’integrale intervista rilasciata dal ‘Gallo’:

Danilo, quanto rammarico c’è per come sono andate le cose?  “Di rammarico ce n’è un po’, ma il lavoro che ho fatto prima dell’operazione non è andato perso: renderà la riabilitazione più semplice. Stavo lavorando molto di più in campo, ma per la mia carriera a lungo termine provare a giocare non sarebbe stata la cosa più salutare”.

Tornerà a giocare a ottobre, durante la preseason Nba: sarà passato un anno e mezzo dal primo infortunio…  “Non sono mai stato così tanto senza giocare. Quella prima partita sarà una bella sensazione, penso simile a quella del primo allenamento, o della prima partitella con la squadra. Sarà strano all’inizio, ma credo passerà in fretta. Ritorno al 100%? Nessun dottore può darti garanzie di quel tipo, ma la possibilità di far bene è molto, molto alta. Sono operazione che ormai vengono fatte di frequente, e i risultati sono quasi garantiti”.

Cosa avrebbe potuto dare ai Nuggets quest’anno? “Quello che ho sempre dato in questi anni, a cominciare dalla versatilità. La nostra situazione non è facile adesso, ma a Ovest è tutto più difficile. Col nostro record a Est sarebbe tutta un’altra storia, ma invece siamo nella Western Conference e dobbiamo essere doppiamente bravi. Per ora siamo fuori dai playoff, ma l’obiettivo rimane quello. Anche se è sempre più difficile”.

In Nba nell’ultimo anno ci sono stati tantissimi infortuni. Perché? “Penso sia un mix di cause: lo sport moderno esalta talmente tanto il fisico che la percentuale di infortuni si è un po’ alzata. E di certo le tante partite non aiutano”.

Si insedia un nuovo commissioner: gli consiglierebbe la riduzione delle partite di regular season? “Assolutamente sì. Già togliendo i back-to-back si passerebbe da 82 a una settantina di partite: ne verrebbe fuori una stagione perfetta”.

Cosa pensa di David Stern?  “E’ un genio, un esempio da seguire. E’ un leader, una persona che sa quello che vuole, che decide indipendentemente dalle opinioni altrui o dalle conseguenze che una sua decisione può avere su un giocatore. Ma la macchina che ha creato, soprattutto considerando da dove l’ha presa, è un esempio perché ha ingigantito l’idea di legare il business allo sport”.

Chi vince l’anello quest’anno?  “Penso che la più forte sia ancora Miami”

LeBron o Durant? “Se devo scegliere dico LeBron. Penso che sia un giocatore più completo, in attacco e in difesa. Ha meno punti deboli di Durant, che è il miglior realizzatore della Nba.Ma nel confronto diretto di mercoledì, LeBron ha difeso su KD ma non viceversa. Quindi io come compagno prenderei LeBron”.

Sta seguendo gli altri italiani in Nba? “Sì. Belinelli sta giocando bene, è stato bravo a entrare nel nuovo sistema e ritagliarsi spazio. Se andrà al All Star Game significherà che nella storia ci saranno stati due italiani nella gara da tre: penso sia un bel traguardo per il nostro basket. Bargnani invece negli ultimi anni non è stato fortunato con gli infortuni, mi auguro che riesca a mettersi apposto. Gigi sta giocando poco e non capisco perché. Deve continuare a lavorare, le occasioni si presenteranno e dovrà farsi trovare pronto. Non deve buttarsi giù: quando è entrato ha fatto bene, il coach sa quello che può dare e l’anno prossimo potrebbe trovare più spazio”.

A proposito di italiani, la Nazionale ha rinunciato alla wild card per il Mondiale. “Sto con la federazione, perché la scelta è stata fatta con logica. Per noi giocatori deve diventare in un’ulteriore motivazione a dare di più e a cercare di raggiungere le qualificazioni sul campo e non in altro modo”.

Come vede la “sua” Milano? “Molto bene, si spera nel triplete. Daniel Hackett ha portato talento e leadership, si è inserito subito bene nel sistema. Sono contento per lui e per la società”.